Nagorno Karabakh
4:11 pm, 19 Settembre 23 calendario

Nagorno Karabakh, offensiva dell’Azerbaigian contro l’Armenia

Di: Redazione Metronews
condividi

L’Azerbaigian ha lanciato un’operazione militare per la conquista della regione contesa del Nagorno Karabakh, dove vive una maggioranza di armeni. Il ministero della Difesa di Baku parla di operazione “antiterrorismo” per “ripristinare l’ordine costituzionale”. Baku ha sottolineato di aver informato dell’operazione militare il comando delle forze di pace russe, mentre il ministero degli esteri russi ha fatto sapere di essere stato informato solo poco prima dell’attacco e ha invitato le parti ad un cessate il fuoco.  L’operazione militare ha fatto finora 5 morti e 80 feriti. E’ il bilancio fornito dai separatisti armeni nella regione contesa.

Nagorno Karabakh enclave armena

L’attacco militare arriva dopo mesi di tensione attorno all’enclave armena in Azerbaigian, per la quale Erevan e Baku si sono già affrontate in due guerre, dopo il crollo dell’Urss ai primi degli anni novanta, e nuovamente nel 2020. Dallo scorso dicembre, l’Azerbaigian aveva di fatto bloccato il corridoio di Lachin, unica via di collegamento fra il Nagorno Karabakh e l’Armenia mettendo a rischio il rifornimento di beni essenziali per gli abitanti di questa enclave. Baku, riferisce la Bbc, accusa le forze armene di aver “sistematicamente bombardato” posizioni dell’esercito dell’Azerbaigian e di aver quindi risposto con “una azione locale anti terrorismo.. per disarmare e assicurare il ritiro di formazioni dell’esercito armeno dal nostro territorio”. Il ministero armeno della Difesa ha respinto le accuse.

L’attacco avviene dopo che Erevan ha più volte accusato la Russia, a lungo potenza protettrice dell’Armenia, di non tutelare più la sicurezza dell’Armenia. Pochi giorni fa vi sono state esercitazioni militari congiunte fra Stati Uniti e Armenia. Il ministero della Difesa azero sostiene che l’attuale operazione è diretta esclusivamente contro obiettivi militari e non civili, e serve a imporre il ritiro delle truppe armene dalla regione, secondo quanto stipulato dal cessate il fuoco del 2020.

Intanto la leadership dell’Artsakh, la repubblica autoproclamata dalla popolazione armena in Nagorno Karabakh, respinge ogni addebito. Un comunicato del ministero della Difesa dell’Artsakh afferma che il cessate il fuoco è sempre stato rispettato. L’accusa di averlo violato e ferito due soldati azeri “è falsa e non corrisponde ai fatti”, afferma il ministero. “La leadership dell’Armenia deve riconoscere l’Artsakh e unirsi nella protezione dei nostri cittadini”, ha dichiarato Ruben Vardanyan, ex ministro di stato di questa repubblica non riconosciuta internazionalmente.

Per raggiungere la pace nel Nagorno Karabakh c’è bisogno della garanzia di un completo ritiro delle forze armate armene dalla regione. E’ quanto ha dichiarato il ministero degli Esteri dell’Azerbaigian, Jeyhun Bayramov:“L’unico modo per raggiungere la pace e la stabilità nella regione è il completo ritiro delle forze armate armene dalla regione dalla regione azerbaigiana del Karabakh e lo scioglimento del cosiddetto regime”, ha sottolineato il dicastero di Baku. A sua volta il ministero della Difesa dell’Armenia ha negato la presenza dei militari armeni nel Karabakh.

Un appello a fermare subito l’azione militare dell’Azerbaigian  è arrivato dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel e da Josep Borrell, Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza. “L’Ue deplora la perdita di vite umane causata dall’escalation. Chiediamo l’immediata cessazione delle ostilità e che l’Azerbaigian interrompa le attività militari in corso. È urgente tornare al dialogo tra Baku e gli armeni del Karabakh”, dichiara Borrell.  La Francia ha chiesto una convocazione urgente del Consiglio di sicurezza dell‘Onu mentre il presidente Usa Blinken ha intenzione di avere colloqui urgenti con tutte le parti.

Nagorno Karabakh conteso dal 1988

Piccola regione montagnosa di 4500 chilometri quadrati nel Caucaso meridionale, il Nagorno Karabakh è una enclave a maggioranza armena all’interno dell’Azerbaigian. La popolazione etnicamente armena è di 120mila persone. Il conflitto risale al 1988, quando il governo locale del Nagorno chiese di passare dalla repubblica sovietica dell’Azerbaigian a quella, sempre sovietica, dell’Armenia. Allora vi furono scontri fra milizie etniche, che un intervento di forze sovietiche non riuscì a risolvere. Con la dissoluzione dell’Urss nel 1991, scoppiò una vera e propria guerra fra Armenia e Azerbaigian, che causò almeno 30mila morti prima di arrivare ad un cessate il fuoco nel 1994, ottenuto grazie ad un accordo mediato dalla Russia e dall’Osce. Il Nagorno Karabakh aveva intanto proclamato un governo autonomo, la repubblica di Artsakh, con capitale Stepanakert, che però non è riconosciuta a livello internazionale, mentre l’Onu continua a ritenere la regione parte dell’Azerbaigian. Il conflitto è rimasto a lungo congelato con periodiche riprese della tensione e violazioni del cessate il fuoco. Ma nel frattempo l’Azerbaigian, arricchitosi con la vendita di petrolio e gas, si è riarmato. E ha lanciato una nuova guerra il 27 settembre 2020. Questa volta ha prevalso Baku e il conflitto, terminato dopo 44 giorni grazie ad una mediazione russa, ha portato l’Azerbaigian ad appropriarsi di 150 km quadrati di territorio armeno.

Paese musulmano, l’Azerbaigian è sostenuto dalla Turchia al quale è affine culturalmente e linguisticamente. L’Armenia di religione cristiana era appoggiata dalla Russia, che aveva garantito l’ultimo cessate il fuoco del 2020. Ma con l’invasione dell’Ucraina, Mosca ha trascurato l’Armenia mentre si aggravava la crisi del corridoio di Lachin, unica via d’accesso fra Armenia e Nagorno Karabakh. Le forze di peacekeeping russe non hanno impedito a Baku di bloccare l’accesso al corridoio, importante per il rifornimento di beni essenziali nell’enclave. E Erevan ha cominciato a considerare un errore la propria dipendenza dalla Russia in materia di sicurezza, tanto che nei giorni scorsi ha partecipato per la prima volta ad esercitazioni militari congiunte con gli americani.

 

19 Settembre 2023
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo