La banda di Fefè schianta la Francia, è finale
Dopo la battaglia di cinque set contro l’Olanda nei quarti, l’Italia gioca la partita perfetta in semifinale contro i campioni olimpici, battuti in tre set. Ne servirà un’altra domani, in finale contro la Polonia.
Che meraviglia veder giocare questa Italia di Fefè De Giorgi da Squinzano, giovane, sfrontata e coraggiosa anche nelle partite che contano. Dopo il grande spavento esorcizzato a suon di contrattacchi nel quinto set contro l’Olanda, nei quarti, contro la Francia campione olimpica l’Italia era obbligata a fare un passo avanti rispetto a quel match giocato un po’ troppo a corrente alternata, pena la quasi certezza di uscire sconfitta dal PalaEur. Detto fatto, gli Azzurri non sono battono Giangio e i suoi ragazzi (ma che tristezza vederlo sull’altra panchina), ma lo fanno giocando una partita pressoché perfetta e strameritando il 3 a 0 finale. La vera battaglia è tutta nel primo set, quando la Francia domina al centro e deve pensarci Riccardo Sbertoli, il secondo palleggiatore, a spezzare l’equilibrio con un turno di battuta e contrattacchi che porta il set dalla nostra parte. Per rivedere la Francia vicina a noi bisognerà attendere il finale di terzo set, quando la banda di Fefè mollerà per qualche punto la presa sul match, pensando di aver già archiviato la pratica. Partita preparata benissimo da Fefè ed eseguita altrettanto bene dai suoi ragazzi: precisi nelle battute tattiche per togliere l’opzione della “pipe” all’attacco francese, straordinariamente reattivi in difesa e nei contrattacchi, molto più puliti degli avversari in ricezione. Giani appare subito scontento dei suoi, dando il via a una girandola di cambi che durerà per tutto il match ma senza mai trovare (per nostra fortuna) la quadratura del cerchio; Ngapeth è indietro di condizione dopo l’intervento al ginocchio, in ricezione tiene ma in attacco non va oltre un modesto 31%. Tutt’altri numeri quelli dei principali attaccanti azzurri, con le due bande Michieletto e Lavia rispettivamente al 46 e al 59%, e con l’opposto Romanò al 58% su 24 palloni attaccati. Bene anche la ricezione, che ha consentito a capitan Giannelli, “poetico” come sempre, di tenere impegnati anche i centrali, reparto in cui Mosca non ha sfigurato, pur non potendo avere la stessa incisività dell’infortunato Russo.
E domani, c’è la Polonia, ansiosa di restituirci lo schiaffo casalingo subito a Katowice nella finale mondiale. Squadra che ci conosce e che conosciamo benissimo (lo stesso De Giorgi è stato anche loro ct), piena di risorse dalla panchina, specialmente nel reparto delle bande. La parte della rete in cui abbiamo, teoricamente, più da soffrire è il centro, ragion per cui sarà vitale battere bene e tenere bassi i numeri della loro ricezione. A muro bisognerà essere molto lucidi nel saper variare tempi e posizioni di salto sulla base di chi avremo di fronte, perché le bande di Grbic sono molto diverse tra loro, sia fisicamente che tecnicamente, e hanno rincorse totalmente differenti. È difficile (e lo è anche per i polacchi, non dimentichiamolo), ma a questa splendida “banda Fefè” nulla è precluso.
Gianluca Puzzo – SportOne
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