Municipio VI, auto della funzionaria bruciata per vendetta: due arresti
Aveva bruciato l’auto di una funzionaria del VI Municipio per vendetta. Due arresti per il rogo doloso: sono la mandante dell’attentato e il responsabile dell’incendio.
Municipio VI, auto della funzionaria bruciata per vendetta: due arresti
Avevano appiccato il fuoco nel parcheggio del VI municipio, quello che comprende Tor Bella Monaca, distruggendo due auto e danneggiandone una terza. Era stato un attentato a scopo intimidatorio nei confronti di una funzionaria dell’ufficio tecnico.
È quando ha ricostruito la polizia, nell’ambito di un’attività di indagine sotto il coordinamento della procura di Roma. In manette sono finite due persone, un uomo e una donna. Il primo ha materialmente dato fuoco alle auto. La seconda è un’ex collega della vittima, infuriata perché la funzionaria le aveva negato un condono per una serie di abusi edilizi su un immobile di sua proprietà. L’episodio era avvenuto l’estate scorsa nel mese di luglio.
L’ordinanza di custodia cautelare per incendio doloso nei confronti dei due arrestati è stata eseguita il 7 settembre scorso dal personale della Polizia-Sezione di Polizia Giudiziaria presso la Procura di Roma, e dalla Polizia Locale Roma Capitale del VI Gruppo Torri.
Le immagini del rogo
Attraverso l’analisi dei sistemi di videosorveglianza della zona era stata individuata l’autovettura con la quale, dopo aver riempito, in un vicino distributore, una bottiglia di benzina, l’uomo, un 44enne romano pluripregiudicato, aveva cosparso di liquido infiammabile sull’autovettura e le ha poi dato fuoco.
Inoltre è stato possibile identificare i due indiziati dell’incendio, sia tramite l’attività di studio e comparazione delle immagini acquisite, sia con il contributo della Polizia Scientifica e attività di natura tecnica, sia tramite le tradizionali attività di appostamenti, pedinamenti, escussione di persone informate sui fatti, perquisizioni e sequestri. In particolare attraverso l’analisi dei cellulari degli indagati sono emerse ulteriori conferme alle ipotesi investigative.
(Immagine d’archivio)
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