Bonucci all’Union Berlino, parliamoci chiaro, non se lo aspettava nessuno. Forse nessuno si aspettava neppure che la Juventus rottamasse così un simbolo degli ultimi anni tra diffide, prese di posizione e – di fatto – mettendo alla porta una propria bandiera. Ma perchè proprio l’Union Berlino?
Bonucci-Union Berlino: affinità poche, a ben vedere
Sulla carta non ci sono molte affinità tra l’anima di questo club e la storia di Leo. L’Union Berlin infatti, squadra della parte est della città, simbolo dell’Ostalgie, è una squadra quasi romantica – si direbbe – un club il cui legame coi tifosi è indissolubile e si mescola ad una storia che prima che identità è orgoglio. Leo invece è un calciatore che ha sempre trasmesso lo spirito più cinico di questo sport (una su tutte: festeggia indicando agli avversari di sciacquarsi la bocca) dove tutti sono nemici ed esiste solo la vittoria. Uno spirito che sulla carta mal si raccorda con quello dell’Union Berlin.
Eppure esiste un terreno comune. E quello che a molti è sembrato un acquisto assurdo (o senza una logica) potrebbe invece essere un colpo di mercato intelligente. La squadra tedesca – che l’anno scorso è stata tra le migliori in Bundesliga – gioca con una difesa a tre, dal baricentro piuttosto basso, che è il meglio del repertorio del difensore italiano.
Il valore irresistibile dell’esperienza
Per ora l’ex simbolo bianconero non ha ancora esordito a Berlino. Nell’ultima gara, persa 3-0 contro il Lipsia, è rimasto in panchina. Fuori dai convocati dell’Italia nella prima lista di Spalletti, Bonucci potrebbe ora esordire con l’Union Berlino nel quarto turno contro il Wolfsburg, di scena il 16 settembre. Quattro giorni dopo, invece, ci sarà lo storico primo match della formazione tedesca in Champions.
E qui di sicuro ci sarà bisogno di lui. L’avversaria infatti si chiama Real Madrid (si giocherà al Bernabeu) e Bonucci verrà schierato da Fischer anche grazie alla sua esperienza internazionale. Insomma: il punto di incontro tra due realtà così distanti è l’esperienza di Leo.
Che noi, in Italia, conosciamo benissimo.