5:13 pm, 6 Luglio 23 calendario

Rider di Uber protestano davanti all’Inps: dal 15 sono senza lavoro

Di: Redazione Metronews
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I rider di Uber Eats si sono dati appuntamento questa mattina davanti alla sede Inps di Torino con le bandiere del sindacato Si Cobas per mettere in luce la condizione dei lavoratori dell’azienda di delivery a seguito della chiusura del servizio in Italia che cesserà le consegne a partire dal 15 luglio lasciando 8 mila lavoratori, centinaia solo a Torino, senza un’occupazione e senza salario. A causa del contratto a prestazione occasionale i rider Uber non riceveranno Tfr e disoccupazione e di conseguenza si ritroveranno senza ammortizzatori sociali. Il sindacato Si Cobas questa mattina ha incontrato la direttrice dell’Inps per inquadrare i lavoratori come dipendenti, nel rispetto della sentenza del Tribunale di Torino.

La sentenza che riconosce i rider di Glovo come dipendenti

Proprio ieri la Corte d’Appello di Torino ha respinto il ricorso presentato dalla società Foodinho e ha confermato la sentenza di primo grado del Tribunale con la quale, lo scorso 13 gennaio, era stato riconosciuto ad otto rider di Glovo il pagamento delle differenze salariali calcolate in base al contratto collettivo nazionale del terziario. La sentenza dice quindi che gli otto devono essere considerati lavoratori subordinati a tutti gli effetti. Anche se non è stata prevista una  tutela della sicurezza dei propri lavoratori e nemmeno si è intervenuti sulla mancata trasparenza dell’algoritmo e la conseguente natura discriminatoria dello stesso verso i rider che si organizzano e scioperano.

Lavoratori in nero nei negozi

Quattro sanzioni amministrative, la chiusura delle attività imprenditoriali e un deferimento del titolare per gravi mancanze in materia di sicurezza. Sono questi i risultati dei controlli fatti a giugno 2023 dai carabinieri di Torino a Venaria Reale. In tutti e quattro gli esercizi commerciali erano presenti lavoratori in nero. Complessivamente è stata verificata la posizione lavorativa di 53 lavoratori impiegati in svariate attività (ristorazione, bar, piccole aziende artigiane), di questi 8 sono risultati completamente in nero e dovranno quindi essere assunti dal periodo risultato ‘sommerso’, inoltre il datore di lavoro dovrà pagare le sanzioni previste. Le multe ammontano a 34.300 euro. La riapertura delle attività colpite dai provvedimenti di sospensione potrà quindi avvenire solo al ristabilirsi delle condizioni di sicurezza ed all’assunzione del personale impiegato senza preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro.

6 Luglio 2023
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