Il rugby azzurro darà l’addio al ct Crowley dopo i Mondiali
La Federazione Italiana Rugby e Kieran Crowley (foto Lapresse) separeranno le proprie strade al termine della Rugby World Cup Francia 2023. Lo annuncia la stessa federazione.
La FIR taglia Crowley, ma il suo bilancio è «molto positivo»
Crowley ha assunto l’incarico di ct degli azzurri nel settembre 2021, dopo cinque anni come capo allenatore della Benetton Rugby, rilevando Franco Smith sulla panchina dell’Italia. Il tecnico neozelandese, che nel corso della carriera ha allenato il Canada alla Rugby World Cup 2015, vanta al momento un bilancio di sei vittorie e tredici sconfitte alla guida della Nazionale e ha all’attivo come ct dell’Italia due delle più celebri vittorie dell’era professionistica della nostra nazionale, quella col Galles a Cardiff nel Guinness Sei Nazioni 2021 e facendo registrare la prima vittoria di sempre contro l’Australia nell’autunno 2022 a Firenze. «Oggi che abbiamo deciso di chiudere il rapporto con Crowley dopo il prossimo Mondiale è il momento dei bilanci. E quello di Kieran con il rugby italiano è molto positivo», ha detto il presidente della FIR, Marzio Innocenti.
Le scoperte del ct neozelandese
Da quando è il selezionatore azzurro, l’ex estremo degli All Blacks ha lanciato sino a oggi ventidue atleti sulla scena internazionale, tra cui Ange Capuozzo – nominato giocatore rivelazione dell’anno da World Rugby nel 2022, sei mesi dopo aver debuttato a Roma contro la Scozia – e Simone Gesi delle Zebre Parma, inserito in primavera nella formazione ideale del BKT United Rugby Championship dopo aver conquistato ad Edimburgo il suo primo cap nel torneo 2023.
L’addio a malincuore di Crowley
Lo stesso Crowley ha rilasciato una dichiarazione: «Mi sarebbe piaciuto essere coinvolto con la Nazionale italiana anche per il prossimo ciclo di Rugby World Cup e sono dispiaciuto della scelta della FIR di non estendere il mio contratto. Abbiamo una squadra giovane, che ha maturato una buona esperienza nel corso dell’ultimo anno, con prestazioni che hanno evidenziato miglioramenti in moltissime aree. Abbiamo cambiato il modo di allenarci in palestra e in campo e nel modo in cui approcciamo e giochiamo gli incontri. Abbiamo modificato la mentalità, instillando coraggio e fiducia nei propri mezzi, senza vincoli. Con un Mondiale e altri quattro anni di incontri internazionali, avremo un gruppo con una media di 50-60 caps, una prospettiva emozionante. Purtroppo non sarò parte di questo percorso e adesso devo pensare a cosa ci aspetta nell’immediato, vale a dire la Rugby World Cup in Francia prima della mia partenza. Sarò impegnato al 100% insieme al nostro staff per preparare nel miglior modo possibile questo gruppo di giocatori. Io e mia moglie Sue ricorderemo sempre le splendide persone che abbiamo incontrato e i momenti passati insieme a loro, le squadre che ho allento, i colleghi con cui ho lavorato, la cultura italiana e ovviamente il cibo e il vino. Ci mancherà tutto questo, ma l’Italia avrà sempre un posto speciale nei nostri cuori».
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