MIlano
5:07 pm, 9 Giugno 23 calendario

Giulia massacrata con 40 coltellate. Nessuna ha colpito il feto

Di: Redazione Metronews
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«Almeno 37 coltellate, forse 40, la gran parte concentrate nella parte superiore del corpo, due le coltellate mortali inferte nella zona del collo. La vittima presenta un paio di coltellate alla schiena, una anche al viso all’altezza del sopracciglio, colpi al polmone, non ci sono coltellate al feto». Sono questi i primi esiti dell’autopsia su Giulia Tramontano, la 29enne incita al settimo mese di gravidanza uccisa a coltellate dal compagno Alessandro Impagnatiello. «Due coltellate letali nella zona del collo», in particolare i fendenti hanno colpito «la carotide e la succlavia», la più grande arteria presente nella parte superiore del torace, al di sotto della clavicola». Nella relazione si legge anche che «La vittima non ha segni di difesa», ossia la giovane non ha provato a parare i colpi, il che lascia intendere che sia rimasta sorpresa dall’attacco sferrato dal suo assassino.

Due le coltellate letali per Giulia

Il tentativo di dare fuoco, per ben due volte, al corpo di Giulia complica la datazione dell’orario della morte. «Le ustioni diffuse hanno alterato pesantemente i tessuti» rendendo difficile rilevare le macchie ipostatiche che consentono ai medici legali di stabilire, con precisione, l’orario della morte. Dai primi accertamenti non è stato possibile accertare se le fiamme siano state appiccate dopo il decesso della giovane». Per altri accertamenti sul feto, che potrebbero aggravare il capo di imputazione, così come sugli esami tossicologici – nello zaino di Impagnatiello sono stati trovate due bustine di veleno – sarà necessario più tempo per avere delle risposte.

Verso cambio di imputazione

Accanto ai dati agghiaccianti rivelati dall’autopsia restano le tracce numerose raccolte dagli inquirenti che potrebbero portare a cambiare il capo di imputazione da omicidio preordinato a premeditato e riconoscendo l’aggravante della crudeltà. A incastrare ulteriormente Impagnatiello, oltre le innumerevoli tracce lasciate di sangue rivelate dal  luminol nella casa e lungo le scale (nella foto di agenzianova) anche un video ripreso da Telelombardia il 30 maggio nel quale si vede l’assassino mentre pulisce una parte di corridoio il 30 maggio. Il sangue poi è stato trovato grazie al luminol anche su un carrellino portapacchi, presumibilmente usato per trasportare il corpo nel box, abbandonato in una zona comune del condominio che Impagnatiello ha acqistato poco prima del delitto da un ferramenta.

Ipotesi duplice omicidio

Da un punto di vista giuridico, la posizione del piccolo Thiago potrebbe cambiare nel caso in cui, al momento dell’omicidio di Giulia Tramontano, incinta di sette mesi, fosse iniziato il travaglio. Lo ha dichiarato ai cronisti fuori dall’Istituto di Medicina Legale l’avvocato Giovanni Cacciapuoti, legale della famiglia di Giulia Tramontano:  «Non sappiamo se sotto lo stress dell’azione omicidiaria, possa esservi stato un impulso di incremento, per esempio dell’ossitocina. Se fosse iniziato il travaglio ci sarebbe una mutazione del capo di imputazione». Dopo l’autopsia è stato concesso il nulla osta alla sepoltura per Giulia Tramontano, la 29enne, al settimo mese di gravidanza, uccisa a coltellate dal suo compagno Alessandro Impagnatiello. Il corpo sarà quindi restituito alla famiglia che potrà procedere alla sepoltura della giovane.

Meloni ha chiamato madre di Giulia

Sulla vicenda in mattinata era intervenuta   la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervistata da Bruno Vespa nell’ambito dell’evento Forum in masseria, a Manduria. Quella di Giulia Tramontano «è una vicenda che mi ha lasciato senza fiato. Ho chiamato la madre di Giulia, da madre. Quando accadono queste cose la prima cosa che faccio è sempre pensare alla mamma», ha aggiunto Meloni. Questo episodio «mi ha scioccato per la storia del bambino che aveva in grembo», ha proseguito. «Noi siamo interventi con un provvedimento nell’ambito del codice rosso, ma è una questione culturale».

9 Giugno 2023
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