Principe Harry
3:00 pm, 7 Giugno 23 calendario
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Il principe Harry di nuovo in tribunale contro i tabloid

Di: Redazione Metronews
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Il principe Harry è tornato oggi in tribunale, dinanzi all’Alta Corte di Londra, per la seconda giornata di testimonianza. Il processo è quello che nasce dalla sua denuncia contro l’editore del Daily Mirror, il tabloid che lui accusa di intercettazioni illegali. Harry sostiene che tra il 1996 e il 2011 il suo telefono sia stato hackerato, e ha portato 33 articoli per documentarlo.

Ieri, durante le quasi cinque ore di interrogatorio, ha sostenuto che i tabloid riuscirono ad infiltrarsi nei suoi telefoni sin da quando era adolescente. Al punto che «non riusciva più a fidarsi di nessuno» e che questo lo portò a periodi di «depressione e paranoia». Nell’aula di tribunale, vengono analizzati gli articoli uno per uno; e incalzato dalla difesa dell’editore, Harry è stato costretto ad ammettere ripetutamente che le notizia che lui sosteneva fossero il risultato di hackeraggio della sua segreteria telefonica o comunque frutto di microcimici o investigatori privati in realtà nascevano da note ufficiali di Palazzo, interviste precedenti di lui o sua madre o notizie già date dai media. Il tema in effetti è impegnativo: perchè al di là della critica per le modalità intrusive della stampa scandalistica, dimostrare le intercettazioni è più difficile. Il principe ha messo le mani avanti: «Sarebbe un’ingiustizia se perdo».

La difesa del Mirror: “Non ci sono prove che il suo cellulare sia stato Hackerato”

Il principe Harry «non ha prove» che il suo telefono sia stato hackerato per poterlo spiare: ne è certo l’avvocato di Mirror Group, Andrew Green, che lo ha ripetuto oggi, nel corso dei duri scambi in aula con il principe, dopo averlo fatto capire ieri. Nell’aula dell’Alta Corte di Londra, l’avvocato ha detto esplicitamente che il duca di Sussex è nel «regno della speculazione». Il duca di Sussex sta testimoniando per il secondo giorno consecutivo davanti al tribunale londinese nel processo che nasce dalla sua denuncia di intercettazioni e metodi illegali, applicati per anni dai giornalisti di Mirror Group News, proprietario di testate come Daily Mirror. Il figlio minore di re Carlo III e di Lady Diana sostiene che nei 140 articoli pubblicati dai giornali MGN tra il 1996 e il 2010 c’erano dati a cui i giornalisti hanno avuto accesso illegalmente; e ne ha portati 33 in tribunale come prove.

Il rapporto con Chelsy Davy

E dunque all’udienza odierna, Harry è stato incalzato e ha risposto alle domande specifiche di Green su molte di queste pubblicazioni, incluso un articolo pubblicato nel settembre 2007 che parlava della «relazione apparentemente travagliata» del duca con la giovane sudafricana che fu l’amore di Harry, negli anni dell’adolescenza. Nell’articolo pubblicato dal tabloid The People si scriveva, ad esempio, che «la storia d’amore del principe Harry con Chelsy Davy è in crisi, dopo una serie di aspri litigi» tra i due ragazzi; e assicurava che «la bella Chelsy è furiosa e profondamente disgustata da Harry dopo le tre epocali discussioni». «Non ho mai discusso alcun dettaglio con le persone nel Palazzo sulla mia relazione con la mia ragazza -ha replicato il 38enne duca- quindi attribuire tali informazioni a una fonte del Palazzo è incredibilmente sospetto».

La versione del principe Harry

Secondo Harry, tutte le informazioni attribuite a una «fonte di Palazzo», cosa che i tabloid britannici fanno solitamente per non rivelare l’identità delle loro fonti, sono il risultato di intercettazioni illegali. Poichè, ha sostenuto, nessuno nell’ambiente della Famiglia reale conosceva certi dettagli. Ma a queste spiegazioni, l’avvocato di MGN ha risposto che sostenere che il suo telefono fosse stato hackerato significa essere «nel campo della speculazione totale». Oltre alle prove fornite dal principe, l’avvocato ne ha messo in dubbio la motivazioni: «Se la corte scoprisse che il suo telefono non è mai stato hackerato da un giornalista di MGN, sarebbe sollevato o deluso?». Harry ha risposto che l’intercettazione dei messaggi è stata fatta su «scala industriale» e ha aggiunto che percepirebbe «una qualche ingiustizia se (la denuncia) non fosse accettata». «Vuole dunque essere stato hackerato?», gli ha chiesto a bruciapelo Green. «Nessuno vuole che il suo telefono sia hackerato».

7 Giugno 2023
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