Torino
6:22 pm, 30 Maggio 23 calendario

Zerocalcare in aula supertestimone per il centro sociale Askatasuna

Di: Redazione Metronews
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“Mi sembra agghiacciante e mi fa paura l’idea che la critica politica o la manifestazione di dissenso o anche di conflitto possano essere trattate neanche più come un problema di ordine pubblico ma addirittura come in questo caso di associazione a delinquere. Mi sembra una deriva pericolosissima in generale”. Così Michele Rech, in arte Zerocalcare, al termine della sua deposizione in aula come testimone chiamato dalle difese nel processo a carico di alcuni esponenti del centro sociale torinese Askatasuna. Il processo vede imputate 28 persone di cui 16 accusate di associazione a delinquere. Secondo l’accusa il centro sociale avrebbe svolto un ruolo di regia in diverse mobilitazione violente verificatesi sul territorio, tra cui alcune in Valsusa contro la realizzazione della linea ad alta velocità Torino-Lione.

Zerocalcare contro l’accusa di associazione a delinquere

«Io penso ci sia un grosso problema con il dissenso che non riguarda questo governo nello specifico, ci sono illustri precedenti – ha proseguito – e penso che quando nel pacchetto sicurezza, nel decreto Salvini , quando si è parlato tanto della criminalizzazione delle Ong, molto meno si è parlato che un blocco stradale adesso ha delle pene che sono quasi nove anni di galera e chiunque abbia fatto politica dal basso sa che una manifestazione a volte può finire in spazi non autorizzati, a bloccare una strade e spesso questo ha delle caratteristiche spontanee e pacifiche e pensare che questa cosa si possa risolvere seppellendo le persone in galera mi sembra una cosa gravissima su cui un pò tutti, a destra e sinistra, si dovrebbero interrogare».

Il ruolo dei centri sociali

Quanto al suo rapporto con il centro sociale Askatasuna, il fumettista romano colloquiando con i cronisti al termine della sua testimonianza ha spiegato “il centro sociale Askatasuna è un posto che conosco da vent’anni a cui riconosco il ruolo gigantesco che ha avuto dal punto di vista culturale, non solo per la città di Torino ma anche per il Paese, anche per quello che ha dato a me, la possibilità di fare il mio lavoro prima che esplodesse la parte mainstream e sono stato chiamato a testimoniare per raccontare la mia esperienza che sicuramente è molto diversa dall’incontro di un’associazione a delinquere”. A chi gli domandava cosa rappresentano per lui spazi come Askatasuna ma anche altri centri che l’artista poco prima in aula aveva raccontato di conoscere e frequentare anche in altre parti d’Italia “perché unici spazi in cui un artista come me può presentare i suoi lavori e confrontarsi al di fuori del mercato”, Zerocalcare ha ribadito “sono spazi in cui si possono manifestare ed esprimere delle culture e delle situazioni artistiche, culturali e politiche slegate dal mercato, dove possono avere accesso persone che non hanno i mezzi economici per frequentare altri tipi di posti, in cui possono sentire presentazioni di libri, vedere proiezioni di film, doposcuola per i ragazzini, accesso allo sport a prezzi popolari. In generale sono risorse sia per la vita di tutti i giorni, sia per la vivacità e la diversità culturale di una città”. Secondo l’artista, quindi, l’ipotesi di accusa di associazione a delinquere “è completamente infondata e agghiacciante l’accusa, ci possono essere fatti specifici sui quali si può discutere anche nelle sedi giuste ma associazione a delinquere è completamente folle”, ha osservato ancora. Quanto , poi , al movimento No Tav, Zerocalcare ha concluso “anche quello è un movimento popolare che negli anni ha espresso l’opposizione a un progetto che deve essere valutato politica e e non dal punto di vista della criminalizzazione”.

30 Maggio 2023
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