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3:47 pm, 22 Maggio 23 calendario

Il Governo contro la legge irlandese per etichetta alert sul vino

Di: Redazione Metronews
Governo
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Il Governo italiano prepara la controffensiva dopo la notizia che l’etichetta con gli alert sanitari sugli alcolici – e quindi anche sul vino – è stata convertita in legge in Irlanda. Una etichetta obbligatoria dal 2026 che prevede una serie di avvertenze sul consumo di alcol in generale tra le quali il richiamo al rischio di malattie del fegato e tumori. «Lavoreremo insieme al collega Tajani, con il quale ci stiamo confrontando proprio in queste ore, per capire, anche insieme alle altre nazioni europee, come Francia e Spagna, ma non solo, che hanno sottoscritto con noi un documento di forte critica all’azione irlandese, per contrastare questa scelta dell’Irlanda anche in nome della difesa di un mercato europeo che sia rispettoso di prodotti di ogni nazione». È il commento, a caldo, del ministro dell’Agricoltura e Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida: «La stigmatizzazione del vino da parte dell’Irlanda, che come si sa non produce vino, crea una turbativa all’interno del mercato – prosegue Lollobrigida – riteniamo scorretta l’azione dell’Irlanda perché una cosa è informare e invitare alla moderazione, che riteniamo giusto, una cosa è dire che un prodotto a prescindere dal quantitativo che si assume fa male». 

Governo pronto alla controffensiva

«La battaglia in Europa contro le etichette irlandesi non si ferma qui. Sosterremo in ogni sede i nostri produttori di vino, per fermare sul nascere quello che è solo un tentativo scorretto e grossolano di ostacolarne le esportazioni. Il governo è già impegnato in questa direzione», ha assicurato il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio (Lega), dopo l’approvazione della legge che introduce le etichette “allarmistiche” sugli alcolici in Irlanda. «Il silenzio colpevole della Commissione europea non può durare ancora a lungo», prosegue il responsabile del dipartimento Agricoltura e Turismo della Lega: «L’Irlanda con la sua legge non colpisce solo l’Italia, ma anche altri Paesi produttori di birra e vino. Insomma, si tratta di un attacco al libero mercato europeo, proprio quello che le istituzioni di Bruxelles dovrebbero tutelare. Le evidenze scientifiche dimostrano che un consumo moderato di vino, come quello tipico della dieta mediterranea, non comporta danni alla salute, ma anzi può apportare perfino benefici. Se qualche Paese del Nord ha problemi con l’alcolismo, impari a educare i propri giovani e produca campagne informative efficaci contro i superalcolici, invece di colpire indiscriminatamente a destra e a manca».

A rischio esportazioni per 7,9 miliardi

L’entrata in vigore della legge sulle etichette “allarmistiche” del vino in Irlanda è un precedente pericoloso che mette a rischio il record nelle esportazioni di vino Made in Italy di 7,9 miliardi realizzati lo scorso anno. È quanto afferma la Coldiretti in riferimento alla conversione in legge del regolamento che prevede l’etichettatura degli alcolici con avvertenze sanitarie annunciata dal ministero della sanità di Dublino, dopo che la Commissione europea ha dato il via libera per silenzio-assenso, alla proposta irlandese, nonostante le critiche di 13 Stati tra cui l’Italia. «Una decisione che si auspica – sottolinea la Coldiretti – possa essere ridiscussa nel comitato barriere tecniche in sede WTO il 21 giugno dove verranno presentate ufficialmente le obiezioni già anticipate da diversi Paesi a partire dagli Usa, che sono il principale consumatore di vino. Ma è anche importante che la Commissione Europea monitori gli effetti sul mercato interno per valutare la possibilità di aprire una procedura di infrazione».

Garattini: «Etichette sono corrette»

«Molto bene. Non possiamo che essere contenti» del fatto che in Irlanda sia passata la legge che imporrà la dicitura “l’alcol nuoce alla salute” su tutte le etichette di vino. «È una politica che va bene perché l’alcol è negativo, è cancerogeno e quindi tutto quello che si può fare per diminuire i consumi è importante». Ne è convinto Silvio Garattini, presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs, che spiega il valore di questo tipo di etichette, prendendo come esempio un settore in cui a suo dire la strategia ha funzionato: il fumo. «Quello che è stato fatto per le sigarette – ragiona – è stato importante, perché è diminuito molto il consumo nel tempo. Purtroppo poi si sono messe le donne a fumare, altrimenti avremmo avuto una forte diminuzione». Ma è merito delle scritte sui pacchetti? «È merito di tutto – assicura lo scienziato italiano – anche perché mettere questa etichetta, che c’è già anche in Australia per le donne in gravidanza, determina discussione. È dunque un modo per parlare del problema, perché tutti siano informati».

«Un attacco antiscientifico»

Di parere opposto la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), secondo la quale l’attacco al vino italiano a cui stiamo assistendo non ha nulla di scientifico, e a confermarlo sono i numeri ufficiali degli istituti di ricerca. «Non si comprende perchè ci si concentri sui rischi legati al consumo di vino nascondendo ipocritamente sotto il tappeto le polveri sottili (PM10, PM2.5 e via di seguito) responsabili secondo l’EEA di oltre 400.000 decessi prematuri ogni anno in Europa – spiega il presidente Sima, Alessandro Miani – questo non significa voler sottovalutare il problema dell’alcol, che deve essere affrontato non tanto attaccando la produzione vinicola italiana quanto contrastando ad esempio gli abusi nel consumo di alcolici e superalcolici tra i giovanissimi. Quello che serve, semmai, è una vera campagna contro l’abuso di alcol da parte dei giovani, ricordando che la prima causa di morte dei nostri ragazzi tra i 14 e i 24 anni non è il cancro, ma sono gli incidenti stradali alcol-correlati».

22 Maggio 2023
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