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4:24 pm, 22 Maggio 23 calendario

Dopo l’alluvione 15 milioni di alberi da frutto da espiantare e ripiantare

Di: Redazione Metronews
15 milioni di alberi
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Sono ben 15 milioni gli alberi da frutto  tra pesche, nettarine, kiwi, albicocche, pere, susine, mele, kaki e ciliegi – che sarà necessario espiantare e poi reimpiantare perché il fango dell’alluvione in Emilia-Romagna ne ha “soffocato” le radici sino a farle marcire.

Lo fa sapere Coldiretti, sottolineando che l’ondata di acqua ha devastato oltre 5.000 aziende agricole e allevamenti in una delle aree più agricole del Paese con una produzione lorda vendibile della Romagna pari a circa 1,5 miliardi di euro all’anno che moltiplica lungo la filiera grazie ad un indotto di avanguardia, privato e cooperativo, nella trasformazione e distribuzione alimentare che è stato fortemente compromesso. Il primo monitoraggio compiuto dalla Coldiretti certifica anche i danni alle strutture come gli impianti dei frutteti, le serre, gli edifici rurali, le stalle, i macchinari e le attrezzature perse senza contare la necessità di bonificare i terreni e ripristinare la viabilità nelle aree rurali. Sono centinaia le aziende agricole che rischiano di scomparire con in terreni segnati da frane e smottamenti. Ma a preoccupare – sottolinea la Coldiretti – sono anche i danni alle infrastrutture con strade interrotte e ponti abbattuti con difficoltà a garantire acqua e cibo agli animali isolati per le interruzioni nel sistema viario.

15 milioni di alberi marciti

L’alluvione ha invaso i campi con la perdita di almeno 400 milioni di chili di grano nei terreni allagati dell’Emilia-Romagna, dove si ottiene circa un terzo del grano tenero nazionale, in un contesto internazionale particolarmente difficile. Ma preoccupante è la situazione anche per i 250 mila bovini, maiali, pecore e capre allevati nelle stalle della Romagna alluvionata dove si contano anche circa 400 allevamenti avicoli, tra polli, galline da uova e tacchini nei quali secondo la Coldiretti si evidenziano purtroppo diverse situazioni di criticità con migliaia di animali morti e affogati. Consistente anche la produzione di mais, orzo, girasole, soia, erba medica e molto rilevante dal punto di vista economico – continua la Coldiretti – sono le colture da seme per cereali, bietole, girasole, erba medica ed ortaggi con migliaia di ettari coltivati completamente coperti dal fango. Sott’acqua anche ulivi e vigne che – rileva la Coldiretti – sono stati anche travolti dalle frane nelle aree collinari. Nelle aree colpite secondo la Coldiretti sono a rischio nell’intera filiera almeno 50 mila posti di lavoro tra agricoltori e lavoratori dipendenti nelle campagne, nelle industrie e nelle cooperative di lavorazione e trasformazione.

Una iniziativa di solidarietà

«Serve garantire l’arrivo degli aiuti nel minor tempo possibile e dare a queste zone martoriate la possibilità di riparare i danni e ripartire al più presto con strumenti di intervento straordinari per garantire il salvataggio e la continuità delle filiere agricole del territorio colpito», afferma la Coldiretti, che è impegnata in una capillare azione di solidarietà con una raccolta fondi con l’intento di alleviare le sofferenze di chi si trova ad attraversare un momento difficilissimo. È partita, dunque l’iniziativa di solidarietà «Salviamo le nostre campagne» grazie alla quale sarà possibile sostenere le aziende agricole colpite con un versamento sull’Iban IT 55 U 02008 02480 000106765286, intestato a Federazione regionale Coldiretti Emilia Romagna con causale «Alluvione Emilia-Romagna 2023».

22 Maggio 2023
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