CALCIO
8:00 am, 20 Maggio 23 calendario

“Batistuta, l’ultimo centravanti”: ritratto di un campione

Di: Redazione Metronews
Batistuta
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Il fulmine con cui Batistuta incenerì Peter Seaman e sbancò Wembley, quel 27 ottobre 1999, ce lo ricordiamo tutti. In quella frazione di secondo impiegato dal pallone per scagliarsi come un meteorite nella porta dell’Arsenal c’è forse la summa di tutto il calcio di Batigol, come presto imparammo a chiamarlo. Perchè, come scrive Andrea Romano nel suo libro “Batistuta, l’ultimo centravanti”  (Edizioni 66thand2nd, 240 pagine, 18 euro), «nel calcio l’idea di bellezza viene sempre associata al tocco delicato, alla morbidezza di un numero in grado di beffare l’avversario. Gabriel, invece, ha dimostrato che anche la potenza brutale può suscitare lo stesso tipo di ammirazione».

Batistuta: Andrea Romano mette insieme i tasselli

Batistuta però non è sempre stato il gladiatore di Wembley. O del Camp Nou, dove in una storica semifinale di Coppa delle Coppe gelò il portiere portoghese Vítor Baía con l’ennesimo fendente scagliato a velocità da Codice penale. O di mille altre imprese che gli valsero -non a caso – il soprannome di “Re Leone”. 

Andrea Romano ricostruisce infatti minuziosamente il percorso di questo grande campione scelto dal destino («il pallone per lui è stato un amore tardivo, quasi un ripiego») da quando andava a pesca con nonno Nestor o inseguiva i primi palloni nel Barrio Chapero di Avellaneda fino a quando si trovò a naufragare in Serie B con la Fiorentina, risorgendo poi fino a vincere due volte la Copa America, la Coppa Italia e sfiorando in Viola uno scudetto che infine vinse con la Roma. Una cascata di fatti ed aneddoti scolpiti nella sua scrittura sempre sorprendente e piena di ritmo.   

Si potrebbe pensare che dietro un grande destino ci sia per forza un disegno celeste, se un giovanissimo Batistuta fu scartato da un allenatore dal nome profeticamente italiano, Mastroianni, per essere ripescato dal gorgo dell’anonimato da quel matto Marcelo Bielsa, all’epoca sconosciuto tecnico della squadra Riserve del Newell’s Old Boys, un attimo prima che la vita ritirasse dal tavolo la fiche che aveva puntato su di lui. Le cose vanno così, per i miti. Invece, come racconta Francesco Flachi a Romano nel libro, Batigol il suo successo ha saputo poi costruirlo da solo. Con una dedizione maniacale al lavoro. Trabajo y sudor. Sudor y trabajo. Y nada mas. Quasi quasi sembra facile.

La tipica esultanza di Batigol: qui era il 14 novembre 1998

 C’è poi un altro aspetto: se Batistuta è il protagonista, nel libro di Romano riprende vita in sottofondo un mondo che ci è incredibilmente familiare, popolato di fatti che abbiamo vissuto la domenica sera davanti al tubo catodico e gente che ha saturato di personalità quegli anni di frontiera tra il vecchio calcio di 90esimo minuto e l’alba delle Pay tv. Mario Cecchi Gori, per esempio, che aveva conosciuto la moglie Valeria in Curva Ferrovia a Firenze. O Aldo Agroppi, il più anti juventino della terra, Gigi Radice, Rui Costa, Daniel Passarella, Laudrup, Edmundo e quel memorabile «Irina, te amo! Irina, te amo!» gridato alla moglie da Batigol dopo un gol al Milan.

Il libro attraversa anche le pieghe del rapporto tra il campione con Vittorio Cecchi Gori, all’epoca impegnato nella sfiancante battaglia di essere l’altro Berlusconi in una rivalità politica, imprenditoriale e quindi poi anche calcistica. Un dualismo che lo vide soccombere, anche se forse il calcio lo dimenticò troppo presto, questo presidente ingombrante ( «Tra me e un chirurgo c’è un abisso, tra me e un allenatore , suvvia, non c’è poi tanta differenza»). Andrea Romano fa un gran lavoro, riportando indietro le lancette. e restituendoci non solo Batistuta, i suoi gol e la forza di rialzarsi sempre. Ma anche quegli anni.
Ragazzi, quanto ci siamo divertiti.    

A.B.

 

 

Andrea Romano sarà oggi al Salone Internazionale del libro di Torino (Sala Olimpica, Padiglione 1, ore 14.15) dove con Tommaso Guaita (autore di 45/90. 45 storie della serie A anni 90) ci porterà indietro nel tempo rievocando la Seria A degli anni Novanta. E appunto, anche il mito di Batigol.

Andrea Romano, giornalista e scrittore, ha scritto, fra gli altri, Cantona. The King (Giulio Perrone, 2016) e Ibra. Essere Ibrahimović (Diarkos, 2022).

20 Maggio 2023
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