Roma
7:09 pm, 17 Maggio 23 calendario
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Piano Casa, a Roma 150 mila persone in difficoltà abitativa

Di: Redazione Metronews
Piano Casa
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La giunta capitolina ha approvato il Piano Casa. Secondo i dati del Comune a Roma ci sono circa 150 mila persone in difficoltà abitativa. Il piano prevede quattro linee di intervento. Il passaggio successivo sarà la discussione in Assemblea capitolina per l’ok definitivo.

Piano Casa, a Roma 150 mila persone in difficoltà abitativa

A Roma ormai non si può più parlare di emergenza casa. Questa mattina il sindaco Gualtieri ha infatti spiegato che il teme oramai «è strutturale». Le stime parlano di 40 mila persone in graduatoria per un alloggio popolare, e circa un quarto di queste è in emergenza. Altre 15-17 mila persone vivono in case occupate, altre 15 mila sono sotto sfratto. Ci sono poi 45 mila beneficiari del contributo affitto, altre 5 mila persone vivono nei campi rom, 1.500 nei residence, 10 mila risultano invece senza fissa dimora.

Nei giorni scorsi il Piano Casa era anche finito al centro di polemiche per uno scambio in chat tra l’assessore alle Politiche abitative, Tobia Zevi, e i rappresentanti di associazioni che hanno partecipato al tavolo di confronto sul tema.

Le linee di intervento

Il piano prevede quattro linee di intervento: il reperimento di alloggi per incrementare l’offerta di abitazioni. Il rafforzamento dei programmi di recupero del patrimonio edilizio e dei progetti di autorecupero. La revisione delle misure di welfare abitativo. L’istituzione dell’Osservatorio della condizione abitativa a Roma e dell’Agenzia sociale per l’abitare.

Gualtieri: «Sulla casa la politica è stata assente per anni»

«Il piano affronta in modo organico e completo un tema strategico in questa città, è fondamentale assicurare il diritto all’abitare dando risposte strutturali su un tema che negli anni ha visto una graduale assenza di politiche pubbliche adeguate, al pari di altre capitali europee», ha detto il sindaco.

«Vogliamo affrontare il tema come uno dei grandi assi delle politiche di Roma Capitale ha a che fare con le politiche abitative ma anche con quelle sociali, urbanistiche e culturali: è una questione trasversale», ha sottolineato Gualtieri.

Un tetto a 3.000 famiglia in graduatoria entro il 2026

L’obiettivo prioritario del piano è individuare le azioni necessarie a soddisfare entro il 2026 i bisogni abitativi dei circa 3.000 nuclei in graduatoria che si trovano in situazione di maggiore svantaggio economico e sociale. Contemporaneamente il Campidoglio intende anche liberare i residence, per un totale di almeno 12 mila persone che potranno vedersi garantito il diritto a un alloggio entro la fine della consiliatura.

Lo scorrimento delle liste passa attraverso l’acquisto di nuovi alloggi, la velocizzazione delle procedure di recupero e assegnazione, e l’aggiornamento digitale della graduatoria. Il piano prevede inoltre un rafforzamento dei controlli con l’obiettivo di recuperare le case occupate abusivamente o inutilizzate, tutelando le famiglie in situazione di svantaggio.

A questo scopo sarà rafforzata la sinergia tra il dipartimento Patrimonio e Politiche abitative e la polizia locale di Roma Capitale.

Evitare lo sgombero di Spin Time e del Maam

Nell’ambito del piano casa il Campidoglio conferma l’intenzione di voler recuperare, con il modello adottato per l’ex caserma del Porto fluviale, gli immobili occupati Spin Time in via di Santa Croce in Gerusalemme e Maam (Museo dell’altro e dell’altrove) in via Prenestina 913.

Il modello di riferimento prevede l’acquisizione a patrimonio dell’immobile; la riqualificazione con fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza che contempli spazi alloggiativi e aggregativi; un diritto di prelazione all’abitare nella parte destinata agli alloggi alle famiglie in condizione di svantaggio economico e sociale a oggi in occupazione nello stesso immobile.

Sul punto il sindaco ha chiarito: «C’è una graduatoria della Prefettura sulle occupazioni che vanno sgomberate. Per effettuare lo sgombero dobbiamo mettere a disposizione degli alloggi, con il metodo del passaggio casa a casa. Ci sono diversi casi in cui c’è questa difficoltà, ma ci sono anche realtà che hanno acquisito un loro valore su campo. Oggettivamente sono state portatrici di esperienze ma allo stesso tempo stanno in una situazione non sostenibile. Non ci voltiamo dall’altra parte, evidentemente occorre agire e troviamo la soluzione migliore per ripristinare legalità e non disperdere esperienze che sarebbe un peccato disperdere. Sul caso Maam tra l’altro c’è un lavoro già avviato: il metodo non è astratto ma concreto e caso per caso si trova la soluzione, riportando le situazioni nella legalità».

L’assessore alle Politiche abitative di Roma, Tobia Zevi, ha precisato poi: «Nella lista della prefettura, sulla base di una serie di coefficienti, il Maam è al primo posto. Sono stati già pagati 33 milioni di euro alla proprietà per il risarcimento e abbiamo fatto una scelta di rigenerazione urbana. In quel luogo, oltre all’occupazione si è creato un Museo e c’è una ragione per approfondire. Su Spin Time preciso che non ci sono stati contatti con la proprietà, l’immobile è al punto 8 della graduatoria ma attuiamo il principio per cui, nella valutazione delle priorità, ci sono anche elementi quali l’anzianità dell’occupazione e la proprietà dell’edificio. Uno studio universitario dà indicatori significativi sullo Spin Time, ad esempio il tasso di abbandono scolastico pari a zero. E comunque stiamo parlando di ipotesi perché va fatto uno studio per una eventuale acquisizione».

17 Maggio 2023
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