Il Comune non vuole due stadi vicini. Sul Meazza pressing sulla soprintendente
Il Comune di Milano, insieme a Inter e Milan, ha chiesto alla Soprintendente «di verificare la sussistenza, in positivo o negativo, dei requisiti di interesse culturale sull’impianto esistente, (il Meazza ndr) senza attendere il 2025, anno in cui la struttura del secondo anello raggiungerà i 70 anni di vita, facendo quindi scattare l’obbligo di verifica dell’interesse culturale». E’ quanto emerge dall’incontro che si è tenuto questa mattina a Palazzo Marino, tra il Comune di Milano, le squadre Milan e Inter e la Soprintendente Emanuela Carpani, per un aggiornamento sullo stadio di San Siro.
Meazza, il vincolo tra due anni
Nella nota congiunta si legge anche che «l’urgenza deriva dalla necessità delle squadre di poter procedere nell’iter per la realizzazione del nuovo impianto. Dal canto suo il Comune ritiene di dover evitare la presenza di due stadi adiacenti e funzionanti, non ritenendo ciò gestibile per il conseguente impatto su traffico, inquinamento acustico e sicurezza. E quindi per la vita delle famiglie residenti nel quartiere. A base di tutto ciò, l’auspicio di tutti è l’avere in tempi brevi una risposta definitiva». Alla riunione in Comune hanno partecipato il sindaco di Milano Giuseppe Sala, per il Milan l’amministratore delegato Giorgio Furlani e l’advisor del club Giuseppe Bonomi, per l’Inter l’amministratore delegato Alessandro Antonello e Mark Van Huuksloot, responsabile del settore sviluppo infrastrutture dei nerazzurri.
Di incontro «interlocutorio» durante il quale «l’atteggiamento della Soprintendente è stato molto positivo» ha parlato Bonomi, intercettato dai cronisti fuori dal Palazzo. A sorpresa, poi, è stato visto uscire anche il ministro dello Sport Andrea Abodi – in città per un evento all’Arena – che non ha voluto rilasciare dichiarazioni se non per dire che nell’incontro informale con Sala si è discusso di Olimpiadi. «Si lavora, si lavora molto bene» sui Giochi di Milano-Cortina. E Il Meazza? Neanche una parola nel faccia a faccia, ma «lì inaugureremo le Olimpiadi nel 2026».
Critico il verde Monguzzi
Molto critico il consigliere comunale Carlo Monguzzi, di Europa Verde, lista che sostiene la maggioranza, con la scelta di Sala di fare pressing sulla Soprintendenza. «La Sovrintendenza è un ente di garanzia che deve far rispettare le leggi. Il Comune ne rispetti ruolo e tempi, è inaccettabile che invece si faccia promotore di incontri con le squadre per sollecitare decisioni! È urgente un nuovo stadio? Non si può più giocare al Meazza? Mercoledì ci sono stati 78mila spettatori e 10,4 milioni di incasso, e tutti erano soddisfatti. Ma i due fondi vogliono guadagnare di più, ma che c’entra il Comune che invece gli ha incredibilmente convesso l’interesse pubblico? È interesse pubblico abbattere il Meazza con la produzione di 210mila tonnellate di co2??
Finora il comune ha subito capricci e voltafaccia delle squadre. Ora il Sindaco prenda in mano con coraggio il problema è si schieri chiaramente dalla parte della città».
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