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5:00 am, 3 Maggio 23 calendario
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Via Inverigo, dopo un anno 14 famiglie aspettano di tornare a casa

Di: Paolo Chiriatti
Via Inverigo
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Via Inverigo, dopo un anno esatto 14 famiglie aspettano ancora di tornare a casa. Era il 2 maggio del 2022 quando l’incendio di un quadro elettrico in uno scantinato costrinse 47 persone ad abbandonare le loro abitazioni all’interno di una palazzina Erp del Comune. Un incidente che non ha danneggiato i 14 alloggi popolari (a parte una piccola parte di pavimento di un solo appartamento). Eppure, nonostante questo, nessuno dei regolari assegnatari ha potuto rimettere piede in casa. Un anno di battaglie, richieste e speranze ancora senza una risposta certa.

Via Inverigo, dopo un anno 14 famiglie aspettano di tornare a casa

In questi dodici mesi i residenti di via Inverigo 20 ne hanno passate tante. Tra di loro ci sono anziani e disabili. Le tappe di questa vicenda le hanno ripercorse alcuni degli abitanti. Due di loro, molto in là con gli anni, nel frattempo sono morti senza poter rivedere la loro abitazione.

Il trasferimento in hotel, campeggio e residence

Subito dopo l’incendio del 2 maggio sono scattati i sigilli nei locali cantine, e per i residenti di via Inverigo si sono aperte le porte di un hotel a Capannelle e di un campeggio a Castel Fusano. Soluzioni temporanee molto lontane dal quartiere e in quasi la totalità dei casi dal lavoro o dalla scuola (via Inverigo è in zona Labaro).

Strutture dove le famiglie non potevano cucinarsi un pasto ed erano costrette a mangiare fuori casa a spese loro. Dopo una settimana il Comune ha messo a disposizione un residence sulla Cassia, con la collaborazione della Protezione Civile. Anche in questo caso si è trattato di un’alternativa temporanea, durante la quale diversi residenti hanno cercato a loro spese abitazioni più agevoli, in particolare per i portatori di handicap e per gli anziani.

Gli alloggi popolari in un altro quadrante

Dopo tre settimane il Comune ha convocato gli abitanti di via Inverigo comunicando loro che erano a disposizione altri alloggi Erp, ma nel quadrante est, tra San Basilio, Casal dè Pazzi, Casal Bruciato e Colli Aniene. Solo cinque nuclei familiari hanno accettato, scontando tra l’altro il fatto che nei primi giorni dopo il trasferimento non erano ancora attivi luce e gas negli appartamenti. Gli altri nove nuclei familiari, per non rinunciare al lavoro e per rimanere vicino ai loro familiari rimasti in altre case Erp al Labaro, hanno rifiutato. Alcuni si sono sistemati a casa di amici e parenti. Altri hanno pagato un affitto a privati pur essendo assegnatari, perché gli alloggi che gli erano stati proposti erano sprovvisti delle strutture adatte a ospitare disabili. Il Comune aveva assicurato a chi aveva preso casa in affitto con regolare contratto che avrebbe ricevuto un rimborso dopo aver fatto richiesta tramite Pec. Ma i rimborsi finora non sono arrivati.

I lavori devono ancora partire

Nel frattempo le famiglie hanno cercato di capire quando avrebbero rimesso piede nelle case di via Inverigo, dove vivevano da anni. Hanno chiesto aiuto al sindacato inquilini del Sunia, hanno sollecitato incontri con il presidente del XV Municipio Daniele Torquati, con l’assessore alle Politiche Abitative Tobia Zevi, con il presidente della commissione capitolina Casa, con i dirigenti di vari Dipartimenti. Nessuno si è sottratto al dialogo, ma nessuno fino a pochi giorni fa ha saputo dire quando sarebbero stati tolti i sigilli a quelle cantine, per consentire i lavori di ristrutturazione lungo le scale e nel vano ascensore.

Lo scorso 12 aprile i carabinieri della stazione di Prima Porta, delegati a indagare sull’incendio, hanno comunicato agli uffici del Comune il dissequestro dello scantinato. Nei giorni precedenti e anche in quelli successivi i tecnici del Campidoglio hanno effettuato diversi sopralluoghi, assicurando che i fondi per i lavori erano già stati stanziati.

Ad allestire i cantieri, spiegano i dirigenti del Dipartimento Politiche Abitative, sarà il Simu, Dipartimento Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana. I lavori, assicurano, non dovrebbero superare i sei mesi di tempo. Ma i residenti si chiedono perché è ancora tutto fermo. La commissione Casa del Comune spiega che la questione sarà affrontata la prossima settimana. Gli oltre 40 residenti che attendono da un anno di rimettere piede nelle loro abitazioni sperano davvero che sia la volta buona.

3 Maggio 2023
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