arte digitale
2:22 pm, 18 Aprile 23 calendario

In altalena nel futuro tra arte, Metaverso e intelligenza artificiale

Di: Lorenzo Grassi
In altalena
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In altalena per un’esperienza immersiva in “mondi paralleli”, tra filosofia digitale Zen, tecnonatura, visori di realtà virtuale, intelligenza artificiale, sculture blockchain, poesia e suoni generativi. È l’inedito viaggio multimediale e multisensoriale che si può compiere visitando la mostra “Ipotesi Metaverso”, allestita sino al 23 luglio nell’ottocentesco Palazzo Cipolla in via del Corso 320 a Roma. L’allestimento – un’immersione nella mente dei creatori di mondi e una tra le prime mostre al mondo ad interrogarsi dal punto di vista artistico sul concetto tecnologico ed esistenziale di Metaverso – è stata curata da Gabriele Simongini e Serena Tabacchi per la Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale ed è stata realizzata da Poema Spa. Nasce però da un’intuizione di Emmanuele F. M. Emanuele, presidente della stessa Fondazione, sempre attento ad intercettare le tendenze all’avanguardia dell’arte contemporanea internazionale. Nella mostra si oscilla tra la definizione data nel 1584 da Giordano Bruno: «Io penso a un universo infinito. Stimo infatti cosa indegna della infinita potenza divina che, potendo creare oltre a questo mondo un altro e altri ancora, infiniti, non ne avesse prodotto uno solo, finito. Così io ho parlato di infiniti mondi particolari simili alla Terra», sino alla definizione data da Steven Spielberg nel 2018: «Il Metaverso è un luogo dove puoi fare qualsiasi cosa, esser chiunque, senza andare da nessuna parte. Un luogo dove il limite della realtà è la tua immaginazione».

In altalena tra materiale e immateriale

Così a Palazzo Cipolla grandi artisti del passato incontrano in forma fluida e digitale quelli del presente, tra immaginazione e creazione di nuove dimensioni spaziali ed esistenziali. Dialogano dunque le opere storiche di Carlo Maratti, Andrea Pozzo, Giovanni Battista Piranesi, Umberto Boccioni, Giacomo Balla, Fortunato Depero, De Pistoris, Giorgio de Chirico, Maurits Cornelis Escher, Victor Vasarely, Ugo Nespolo, Giulio Paolini, Giuseppe Fiducia, Pier Augusto Breccia, Alfredo Zelli, Cesar Santos con le opere create per l’occasione da alcuni tra gli artisti contemporanei più innovativi: Robert Alice, Refik Anadol, Alex Braga (che propone la reiterazione del presente, con un’installazione audiovisiva che muta inglobando la figura del visitatore catturato da una videocamera 3d), Joshua Chaplin, Sofia Crespo e Feileacan McCormick (con onirici sedimenti animati di vita acquatica), Damjanski, Primavera De Filippi, fuse* (con ipnotici dipinti digitali sul ciclo dell’eterna sequenza di morte e rinascita), Fabio Giampietro con Paolo Di Giacomo, Krista Kim, Mario Klingemann (con i ritratti cangianti secondo le bizze di un cervello AI che crea immagini inedite, mai ripetute e non derivate da quelle esistenti), Pak, Joe Pease, Federico Solmi (con le sue opere dai colori vivaci e brillanti e dall’estetica grottesca e distopica dove la realtà virtuale si fonde con la pittura e la ceramica), Sasha Stiles e Pinar Yoldas.

Ogni sala diventa un mondo

Ogni sala di Palazzo Cipolla è stata trasformata in un mondo a sé, con regole e spazi sempre diversi: un’altalena speciale per dare la sensazione di tuffarsi in un mondo parallelo, immagini digitali che irrompono nella realtà fisica, un’opera immersiva per cercare di dare forma alla “filosofia digitale Zen”. E ancora: una performance sonora che crea un’effetto di moltiplicazione sensoriale, le poesie generative, le sculture costruite su tecnologia blockchain e opere interattive che rimescolano scienze biologiche e tecnologie per mostrare un’ipotetica “seconda natura”. Si possono inforcare i visori per volare a mezz’aria tra i palazzi di una Los Angeles al tramonto rigenerata con una visione ecologica, oppure per immergersi in un grottesco banchetto dove volendo si possono agguantare dai vassoi dei camerieri frutta e spumante. Infine stupirsi davanti al “Plantoide” di Primavera De Filippi, androide vegetale padrone di se stesso che prolifera grazie alle criptovalute.

Un viaggio nel futuro

«Il digitale, portando il futuro nel presente, sta cambiando il modo di vedere la realtà, intervenendo in modo incisivo nel nostro vivere quotidiano e nell’arte – ricorda il presidente Emanuele – la mostra “Ipotesi Metaverso” permette di coniugare, attraverso il dialogo tra 32 artisti storici e contemporanei provenienti da tutto il mondo, la tradizione, che rimane un punto di riferimento imprescindibile, con il nuovo che avanza, attraverso l’apporto delle tecnologie che costituiscono una rivoluzione anche nella maniera di manifestare il sentimento, che è da sempre alla base di ogni opera d’arte». «Per sottolineare il fatto che l’ipotetico Metaverso si debba aggiungere alla vita reale, senza sostituirla – spiegano i curatori della mostra, Simongini e Tabacchi – quadri e sculture coesistono con opere immersive, per proporre al visitatore, che spesso è chiamato in causa come attore protagonista, un rapporto equilibrato e allo stesso tempo spiazzante tra fisico e digitale. L’intento è far provare un’esperienza simile a quella che potremmo ritrovarci a vivere negli anni a venire: una coesistenza di contemplazione e immersione, percezione quasi simultanea del materiale e dell’immateriale, stabilità e fluttuazione. Insomma, un salto nel futuro».

18 Aprile 2023
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