Milano
5:24 pm, 12 Aprile 23 calendario
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Le auto, il commando e gli 007 dietro la fuga di Uss

Di: Redazione Metronews
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Iniziano a chiarirsi i contorni della fuga di Artem Uss, l’uomo d’affari russo evaso dai domiciliari a Basiglio (Mi) il 22 marzo scorso, il giorno dopo che la Corte d’Appello milanese aveva dato il via libera all’estradizione richiesta dagli Usa.

Uss sarebbe riuscito a lasciare l’Italia poche ore dopo l’evasione viaggiando in macchina, cambiando più volte auto e con documenti falsi, attraverso il confine triestino e da lì, sarebbe entrato in Slovenia. Quindi è arrivato fino in Serbia e da là è tornato in Russia, forse con un volo.

È questa, stando alle indagini annunciate dalla Procura di Milano, la ricostruzione della rocambolesca fuga. Da quanto trapela, nelle indagini condotte dai carabinieri e coordinate dal procuratore Marcello Viola e dal pm Giovanni Tarzia, investigatori e inquirenti hanno appurato che l’imprenditore e magnate, figlio del governatore di una regione siberiana molto vicino a Putin, sarebbe stato aiutato nell’evasione da un gruppo operativo composto da meno di dieci persone, pare 6 o 7 in tutto, quattro o cinque già identificate e indagate e altre da identificare.

S’indaga sul «secondo livello»

La Procura sta indagando pure su un “secondo livello”, probabilmente uomini dei servizi segreti russi che avrebbero organizzato e gestito quel blitz “chirurgico” per portare via il 40enne dall’Italia. Imprenditore che, tra l’altro, quando era ai domiciliari (da dicembre in avanti, dopo l’arresto a Malpensa del 17 ottobre) avrebbe ricevuto varie visite da persone autorizzate dai giudici, una dozzina in totale, tra cui anche personale diplomatico e la sorella.

«Sono in Russia! In questi ultimi giorni specialmente difficili persone forti e affidabili mi sono state vicine. Grazie a loro!», aveva fatto sapere lo stesso Uss il 4 aprile scorso dalla Russia.

12 Aprile 2023
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