Firmata l’ordinanza: “Orsi vanno abbattuti velocemente”. L’ira degli animalisti
«Se vogliamo garantire la convivenza uomo-animale dobbiamo fare in modo che il progetto Life Ursus torni alle sue origini: sono una cinquantina di esemplari e all’interno di questi ci sono oltretutto gli esemplari problematici che vanno abbattuti velocemente».
Lo ha detto oggi il presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti parlando dell’abbattimento degli orsi a seguito dell’attacco mortale di un plantigrado nei boschi di Caldes avvenuto nel tardo pomeriggio di mercoledì scorso.
Ordinanza firmata: “Procedere ad abbattimento”
Fugatti ha dunque firmato l’ordinanza contingibile e urgente per abbattere l’orso che ha aggredito mortalmente. L’ordinanza firmata da Fugatti, «tenuto conto della situazione di gravissimo pericolo per l’incolumità e la sicurezza pubblica, riguardante potenzialmente più comuni», ordina al Corpo forestale trentino «di proseguire il monitoraggio intensivo dell’area ove si è verificata la tragedia, al fine di assicurare la massima tutela dell’incolumità e della sicurezza pubblica, di procedere, nel più breve tempo possibile, all’identificazione genetica dell’esemplare che si è reso protagonista dell’aggressione e di procedere all’abbattimento».
Fugatti, infine, chiede collaborazione. «Dall’altro lato ci attendiamo da parte delle autorità competenti una giusta collaborazione, mi riferisco allo Stato, ai ministeri, a Ispra che in qualche situazione hanno dimostrato, nel tempo, un certo ostracismo rispetto alle posizioni risolute della Provincia Autonoma di Trento».
“Tempo per la cattura? Non è quantificabile”
«Non abbiamo ancora un’identificazione precisa dell’orso aggressore, ma tramite tamponi molecolari arriveremo all’analisi del Dna. Quando si verificano aggressioni importanti vengono prelevati campioni di pelo e escrementi per l’analisi genetica. Tempo per la cattura? Non è quantificabile, potrebbero bastare pochi giorni come diverse settimane». Lo ha detto, intervistato dall’Agi, il dirigente dei Servizi foreste e faune della Provincia Autonoma di Trento, Giovanni Giovannini.
I sindaci e gli orsi da abbattere
I sindaci dei Comuni della Val di Sole, la vallata del Trentino dove si è verificata l’aggressione mortale, sono uniti nella linea assunta dalla giunta provinciale, quella di ridurre il numero degli orsi che frequentano le montagne del Trentino. Prima mossa sarà l’ordinanza contenibile e urgente che prevede l’abbattimento dell’orso che ha causato la morte del 26enne runner di Caldes, alla quale seguiranno altre ordinanze per la rimozione dei tre esemplari problematici MJ5, JJ4 e M62.
«Su questa vicenda ho trovato unità del territorio, senso di responsabilità e volontà di affrontare congiuntamente questa tragedia sia sotto le decisioni prese in queste ore che in prospettiva – ha detto Fugatti – Adesso ci sarà l’ordinanza che riguarda il soggetto che ha causato la morte del giovane e poi le altre rispetto ai soggetti pericolosi che nel tempo le autorità statali o il tribunale amministrativo non ci hanno concesso di poter procedere all’abbattimento.
Lo studio di fattibilità del Progetto Life Ursus per la reintroduzione negli orsi in Trentino tra il 1999 e il 2002, curato dall’Istituto nazionale per la fauna selvatica, aveva accertato l’idoneità ambientale per ospitare, come obiettivo finale, una popolazione vitale di plantigradi tra 40 e 60. L’areale doveva andare ben oltre i confini del Trentino, mentre la maggior parte del centinaio di esemplari attualmente presente in Trentino si sposta all’interno di un’area ampia circa 1.500 chilometri quadrati (pari a un quarto dell’intero territorio provinciale) e fortemente antropizzata.
Esemplari schedati all’85%: in Val di Sole alta presenza di orse con cuccioli
In Trentino l’85% degli orsi è schedato, ovvero sono identificati a livello di genetica. Restano esclusi gli orsi più giovani. Secondo la mappa delle segnalazioni, gli orsi del Trentino si trovano nella parte occidentale del territorio. In particolare in Val di Sole sulla destra orografica del fiume Noce tra Dimaro e Mostizzolo con concentrazione molto elevata sulle pendici del monte Peller. La zona dove è stato aggredito mortalmente il runner Andrea Papi è considerata ad alta presenza di orse con i cuccioli. Altre zone dove sono stati segnalati orsi sono la Val Rendena, Storo, Spormaggiore, Andalo e l’Alto Garda. In passato alcuni ‘orsi trentinì hanno sconfinato in Alto Adige e persino in Austria.
Animalisti: “Colpa di questa morte è della Provincia di Trento”
«La responsabilità di questa morte è della Provincia di Trento che per 24 anni non ha educato i cittadini alla convivenza con gli orsi sul territorio. Non ha educato come comportarsi all’incontro con un orso, alla gestione dei rifiuti con la creazione di cassonetti anti-orso: se l’orso abbina la presenza di cibo in un centro abitato è finita». Lo ha detto Massimo Vitturi, responsabile Area Animali Selvatici della Lav nazionale in merito alla gestione della presenza degli orsi sul territorio da parte della Provincia Autonoma di Trento. Ora il governatore trentino Maurizio Fugatti, a seguito della morte di Andrea Papi, aggredito da un orso tra i boschi di Caldes in Val di Sole, ha deciso che firmerà alcune ordinanze di abbattimento di alcuni – si parla di 4 – plantigradi problematici. «I residenti del Trentino hanno perso la consapevolezza della presenza dell’orso – dice Vitturi – A metà degli anni ’90 in Trentino c’erano solo tre orsi maschi anziani e ciò significava che la popolazione era biologicamente estinta. Il progetto Life Ursus di reintroduzione era esclusivamente di carattere scientifico che aveva l’obiettivo di dare una continuità della presenza dell’orso sul territorio. Successivamente il progetto ha avuto un volano turistico».
«Il giovane Andrea è vittima anche delle negligenze della politica, di cui oggi fa le spese anche l’orso». Lo sostiene l’Ente nazionale protezione animali (Enpa) in merito alla morte di Andrea Papi. Nell’esprimere dolore e vicinanza alla comunità, l’Enpa riferisce «che purtroppo in questi lunghi 20 anni non c’è stata, da parte degli amministratori della Provincia autonoma di Trento, una politica di informazione e formazione rivolta ai cittadini sulla corretta convivenza con gli orsi e sul rapporto con la natura in tutte le sue forme di vita».
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