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11:55 am, 8 Aprile 23 calendario

La Cina accerchia Taiwan con la portaerei Shandong e 9 navi, 71 caccia in volo

Di: Redazione Metronews
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Il ministero della Difesa di Taiwan ha reso noto di aver rilevato la presenza di 9 navi da guerra cinesi e di 71 aerei intorno all’isola, nell’ambito dei tre giorni di esercitazioni militari cinesi.

Un caccia J16 al decollo

«Il (Partito Comunista Cinese) ha deliberatamente creato tensioni nello Stretto di Taiwan e questo ha un impatto negativo sulla sicurezza e sullo sviluppo economico della comunità internazionale», afferma il ministero.

La Cina accerchia Taiwan con la portaerei Shandong

La Cina ha infatti avviato tre giorni di esercitazioni militari attorno a Taiwan, e ha inviato aerei militari e navi da guerra con la portaerei Shandong,  in rappresaglia per l’incontro a Los Angeles tra la presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen, e lo speaker della Camera dei Rappresentanti Usa, Kevin McCarthy. A meno di 24 ore dal ritorno sull’isola di Tsai, il Comando Orientale dell’Esercito Popolare di Liberazione cinese ha annunciato le esercitazioni di «pattugliamenti di prontezza al combattimento», con una manovra nello Stretto di Taiwan, a nord e a sud, e nelle acque a est, in una simulazione di accerchiamento dell’isola che Pechino intende annettere alla Repubblica Popolare Cinese.

La Cina rivendica la sovranità su Taiwan in nome del principio della «unica Cina», che per Pechino implica la «riunificazione» dell’isola alla Cina, nonostante Taiwan non sia mai stata sotto il controllo della Repubblica Popolare Cinese e si consideri un Paese sovrano. L’esercitazione di oggi, spiega il Comando Orientale dell’Epl, «si concentra sul testare la capacità di prendere il controllo del mare, il controllo aereo e delle informazioni con il supporto del sistema di combattimento congiunto» e «la task force organizza simultaneamente pattuglie intorno all’isola per creare una situazione di di deterrenza a tutto tondo intorno all’isola».

Le esercitazioni sono «un serio monito contro le forze separatiste di Taiwan, colluse con forze esterne», ha dichiarato il portavoce del Comando Orientale, il colonnello Shi Yi, e sono «un’azione necessaria per salvaguardare la sovranità nazionale e l’integrità territoriale» della Cina. Il ministero della Difesa Nazionale di Taiwan ha condannato le manovre di Pechino, parlando di «atto irrazionale che ha messo a repentaglio la sicurezza e la stabilità regionali», aggiungendo che Taiwan ha monitorato la situazione e schierato il proprio sistema missilistico.

I caccia cinesi nella zona di difesa di Taiwan

Degli aerei militari inviati da Pechino, 29 hanno superato la linea mediana dello Stretto, che la Cina dichiara di non riconoscere, e sono entrati nella zona aerea di Difesa dell’isola.

Un caccia J-10 cinese

Le esercitazioni avviate sono le seconde di questo tipo, dopo quelle di agosto scorso, quando Pechino lanciò sette giorni di manovre militari attorno all’isola, in rappresaglia per l’incontro tra Tsai e l’allora speaker della Camera Usa, Nancy Pelosi, che si era recata in visita a Taipei. La Cina si oppone a «ogni forma di scambio ufficiale» tra Taiwan e gli Stati Uniti, e prima dell’incontro a Los Angeles tra Tsai e McCarthy Pechino aveva minacciato il ricorso a «risolute contromisure». I colloqui tra i due alla Ronald Reagan Presidential Library, in California, sono stati un’azione «vergognosamente sbagliata», la definì il ministero degli Esteri cinese, mentre le Forze Armate di Pechino avevano avvertito chiaramente che l’esercito avrebbe difeso la sovranità della Cina. Segnali dell’irritazione cinese erano emersi già nei giorni precedenti, quando il ministero della Difesa di Taiwan aveva segnalato la presenza di una flotta di navi da guerra cinesi, tra cui la portaerei Shandong, nelle acque del Pacifico occidentale, solo poche ore prima del previsto incontro. A fine marzo, invece, Taiwan aveva condannato la presenza di una formazione di nove aerei da guerra cinesi in modalità di combattimento oltre la linea mediana.

A surriscaldare l’atmosfera nello Stretto di Taiwan è intervenuta anche l’ultima visita di una delegazione statunitense sull’isola. Oggi Tsai ha ricevuto un gruppo di membri bipartisan del Congresso Usa guidata dal presidente della Commissione Affari Esteri, il repubblicano Michel McCaul, giunta sull’isola all’indomani dell’incontro tra Tsai e McCarthy. Non è solo una dimostrazione ulteriore di sostegno da parte degli Stati Uniti: McCaul, citato dai media di Taiwan, ha sottolineato che gli Stati Uniti stanno facendo tutto il possibile per accelerare la vendita di armi e fornire assistenza e addestramento militare all’isola. «Non si tratta di fare la guerra, ma di perseguire la pace», ha detto. Ieri, invece, al ritorno a Taipei dopo dieci giorni di viaggio per visitare gli alleati diplomatici di Guatemala e Belize – con scali a New York e Los Angeles – Tsai aveva avvertito che Taiwan non si sarebbe piegata a pressioni e minacce dalla Cina, che solo poche ore prima aveva annunciato sanzioni contro gli enti che avevano ospitato Tsai negli Usa, il think-tank conservatore Hudson Institute e la stessa Ronald Reagan Presidential Library.
Le esercitazioni di oggi sono state indette al termine della visita a Pechino del presidente francese, Emmanuel Macron, accolto in pompa magna dalla Cina, e della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen: la leader Ue aveva avvertito il presidente cinese, Xi Jinping, dell’importanza del mantenimento della stabilità nello Stretto di Taiwan. La replica di Xi alle obiezioni di von der Leyen fu perentoria e riassume l’intransigenza di Pechino: «Taiwan è il fulcro degli interessi fondamentali della Cina. Chiunque faccia storie su una questione cinese non sarà mai d’accordo con il governo e il popolo cinese», le rispose il presidente cinese, aggiungendo che «è un pio desiderio aspettarsi che la Cina scenda a compromessi sulla questione di Taiwan».

 

8 Aprile 2023
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