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12:34 pm, 26 Marzo 23 calendario

Estradizione dei 10 ex terroristi rossi italiani, la decisione della Corte francese

Di: Redazione Metronews
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La Corte di Cassazione francese  martedì si pronuncerà sull’estradizione dei 10 ex terroristi rossi italiani da anni rifugiati a Parigi.

La Cassazione d’oltralpe ha quindi validato definitivamente la decisione della Corte d’appello di Parigi, che nel giugno 2022 si era opposta alla consegna di queste persone all’Italia affermando che va rispettato il loro diritto alla vita privata e familiare così come il loro diritto a un processo equo.

La Corte di Cassazione e i 10 ex terroristi

Nell’ultima udienza l’avvocato generale della Cassazione aveva concluso per il rigetto del ricorso della Procura generale contro la decisione della Corte d’appello che aveva negato l’estradizione per i 10  ex esponenti della lotta armata. E ora, il 28 marzo, la Suprema Corte potrebbe chiudere definitivamente questo capitolo degli anni di piombo. Sempre che, ovviamente, non decida di rinviare nuovamente il dossier a una Corte d’Appello, ipotesi tecnicamente comunque possibile.

Le domande di estradizione riguardano l’ex di Lotta Continua Giorgio Pietrostefani, tra i fondatori dell’organizzazione, ottantenne e da tempo malato, condannato a 22 anni come uno dei mandanti dell’omicidio del commissario Luigi Calabresi; 6 ex militanti delle Brigate rosse: Giovanni Alimonti (classe ’55) che deve ancora scontare 11 anni per banda armata e associazione terroristica, Roberta Cappelli (classe ’55) che ha una condanna all’ergastolo per associazione con finalità di terrorismo, concorso in rapina aggravata, concorso in omicidio aggravato, attentato all’incolumità, Marina Petrella (classe ’54), che deve scontare l’ergastolo per omicidio, Sergio Tornaghi (classe ’58), condannato all’ergastolo per l’omicidio di Renato Briano, direttore generale della Ercole Marelli, Maurizio Di Marzio (classe ’61), che deve scontare 5 anni per tentato sequestro dell’ex dirigente della Digos di Roma, Nicola Simone, Enzo Calvitti (classe ’55), che deve scontare 18 anni, 7 mesi e 25 giorni e 4 anni di libertà vigilata per i reati di associazione sovversiva, banda armata, associazione con finalità di terrorismo, ricettazione di armi; l’ex militante di Autonomia Operaia Raffaele Ventura (classe ’52), condannato a 20 anni per concorso morale nell’omicidio a Milano del vicebrigadiere Antonio Custra; l’ex militante dei Proletari armati per il comunismo (Pac) Luigi Bergamin (classe ’48), che deve scontare una condanna a 25 anni per associazione sovversiva, banda armata e concorso in omicidio; l’ex membro dei Nuclei armati contropotere territoriale Narciso Manenti (classe ’57), che ha una condanna all’ergastolo per l’omicidio aggravato dell’appuntato dei carabinieri Giuseppe Gurrieri, assassinato a Bergamo il 13 marzo 1979.

Le difese dei 10

Le difese si dicono certe dell’infondatezza dei motivi del ricorso. “I motivi di impugnazione sollevati dalla Procura generale non hanno alcun fondamento”, ha sottolineato in merito Irène Terrel, l’avvocata francese di sette dei dieci ex terroristi italiani, secondo cui “il ricorso deve essere respinto da un lato perché il procedimento in contumacia come previsto in Italia viola l’articolo 6 e dall’altro perché viene violato l’articolo 8 sul diritto alla vita privata e famigliare, i principi fondamentali previsti dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo come aveva affermato la Corte di Appello di Parigi”.

La richiesta di estradizione

A fine giugno 2022 il Procuratore generale aveva impugnato davanti alla Cassazione il no all’estradizione deciso dalla camera di istruzione della Corte di Appello di Parigi lo scorso 29 giugno per i 10 ex terroristi italiani arrestati nell’ambito dell’operazione Ombre rosse dell’aprile 2021 in Francia e richiesti dall’Italia per fatti di terrorismo negli anni 1970-80.

La richiesta di estradizione dell’Italia è stata accolta con favore anche dal governo francese e dal presidente della Repubblica Emmanuel Macron che il 30 giugno 2022 aveva auspicato che gli ex militanti potessero essere giudicati sul suolo italiano preannunciando il ricorso alla Cassazione dopo il no della Corte di Appello: “E’ il rispetto che dobbiamo alle famiglie delle vittime e alla nazione italiana” aveva affermato il Capo di Stato francese riprendendo gli argomenti che nell’aprile 2021 lo avevano portato a fare arrestare i 10 ex terroristi italiani. Macron ha ribadito la “volontà politica di sostenere la domanda di estradizione del governo italiano, conformemente a quella che è sempre stata la politica della Francia, ovvero rifiutare l’estradizione solo delle persone non implicate in crimini di sangue. Nella fattispecie, le persone di cui stiamo parlando sono state implicate in crimini di sangue e quindi meritano di essere giudicate sul suolo italiano”.

La dottrina Mitterrand

Una posizione, questa, che si è voluta in linea con la cosiddetta dottrina Mitterrand che era stata introdotta in Francia negli anni Ottanta dall’allora presidente socialista francese François Mitterrand e che comunque non fu mai delimitata e concretizzata in nessun tipo di legge.

La dottrina, secondo alcuni, prevedeva che in caso di acclarati crimini di sangue la Francia avrebbe concesso l’estradizione mentre in caso contrario non l’avrebbe concessa. Ma questa interpretazione è stata contestata dai legali degli ex terroristi italiani. “Già dal discorso di Mitterrand davanti alla Lega dei diritti dell’uomo, nel 1985, la formula sui crimini di sangue – aveva spiegato allora Antoine Come, avvocato di Sergio Tornaghi – è totalmente assente. Tutto quel che chiede Mitterrand per dare protezione agli ex terroristi è che abbiano rotto con la macchina infernale nella quale si erano impegnati, cioè che abbiano rinunciato alla lotta armata, cosa che il mio assistito ha fatto. Macron dice una cosa non vera”.
Sulla stessa linea anche Terrel che a luglio 2022 aveva sottolineato che “quando il presidente della Repubblica parla della dottrina Mitterrand spiegando che la Francia aveva respinto le richieste di estradare le persone che non erano implicate in reati di sangue non ricorda che questa dottrina è stata applicata proprio alle persone in questione. Sono gli stessi dossier per i quali la Francia ha respinto anche in passato le richieste di estradizione. Si deve assumere il fatto che la Francia non rispetti la sua parola”.

Anche il ministro della giustizia francese, Eric Dupond-Moretti si è sempre dichiarato a favore dell’estradizione degli ex terroristi italiani: “Avremmo accettato che uno degli autori del Bataclan (il riferimento è all’attentato terroristico di matrice islamica del 13 novembre 2015 che fece 90 morti nella sala di concerto) andasse a vivere 40 anni in Italia? Questi hanno le mani sporche di sangue. Non ho remore”.

Il 29 giugno 2022 la Chambre de l’Instruction della Corte d’Appello aveva emesso parere sfavorevole alla procedura di estradizione richiamandosi agli articoli 8 e 6 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo che fanno riferimento alle sentenze in contumacia e al rispetto della vita privata e famigliare. Il lungo iter giudiziario aveva preso avvio dopo la storica decisione del 22 aprile 2021 del Governo di Parigi di trasmettere ai giudici francesi le domande di consegna dell’Italia.

26 Marzo 2023 ( modificato il 28 Marzo 2023 | 14:33 )
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