Roma
3:34 pm, 24 Marzo 23 calendario

Fosse Ardeatine, Meloni: “Uccisi perché italiani”, ed è subito bufera

Di: Redazione Metronews
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Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, seguito dal ministro della Difesa Guido Crosetto, ha reso omaggio alle vittime nel giorno del 79esimo anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, quando 335 persone tra   prigionieri politici, ebrei, militari, detenuti comuni, furono assassinati dai nazisti il 24 marzo del 1944 per rappresaglia all’azione dei partigiani dei Gap del giorno precedente in via Rasella.

Sul palco, tra gli altri, il presidente del Senato Ignazio La Russa, il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, la vice presidente della Regione Lazio, Roberta Angelilli.  Nell’assoluto silenzio, con molta commozione dei familiari presenti, sono stati scanditi tutti i 335 nomi delle vittime della strage nazista delle Fosse Ardeatine durante la cerimonia al Mausoleo. Sullo schermo i volti in bianco e nero dei martiri. Il silenzio è poi esploso, alla termine della lettura del lungo elenco, in un applauso. Mattarella, con le altre istituzioni presenti, ha deposto una corona di alloro sulla lapide in omaggio ai martiri e, alla conclusione della cerimonia, ha visitato le grotte e il sacrario.

Meloni: uccisi perché italiani

Ma è polemica sulle parole del messaggio della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che in questi giorni è a Bruxelles: «Oggi l’Italia onora le vittime dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Settantanove anni fa 335 italiani sono stati barbaramente trucidati dalle truppe di occupazione naziste come rappresaglia dell’attacco partigiano di via Rasella. Una strage che ha segnato una delle ferite più profonde e dolorose inferte alla nostra comunità nazionale: 335 italiani innocenti massacrati solo perché italiani. Spetta a tutti noi – Istituzioni, società civile, scuola e mondo dell’informazione – ricordare quei martiri e raccontare in particolare alle giovani generazioni cosa è successo in quel terribile 24 marzo 1944. La memoria non sia mai un puro esercizio di stile ma un dovere civico da esercitare ogni giorno».  Un’affermazione, quella dell’italianità delle vittime come unica ragione del loro eccidio, che ha scatenato reazioni di vari esponenti dell’opposizione e dell’Anpi.

«La presidente del Consiglio ha affermato –  afferma il presidente dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo  – che i 335 martiri delle Fosse Ardeatine sono stati uccisi solo perché italiani. È opportuno precisare che, certo, erano italiani, ma furono scelti in base a una selezione che colpiva gli antifascisti, i resistenti, gli oppositori politici, gli ebrei. È doveroso aggiungere che la lista di una parte di coloro che, come ha affermato Giorgia Meloni, sono stati barbaramente trucidati dalle truppe di occupazione naziste, è stata compilata con la complicità del questore Pietro Caruso, del ministro dell’interno della repubblica di Salò Guido Buffarini Guidi, del criminale di guerra Pietro Koch, tutti fascisti». Concetto ripreso anche dal segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni. Interpellata a Bruxelles, al vertice Ue, la premier sulle polemiche ha così replicato: «Li ho definiti italiani, che vuol dire che gli antifascisti non sono italiani? Sono stata onnicomprensiva…»

Gualtieri e l’obbligo di ricordare

Alla cerimonia il sindaco di Roma Roberto Gualtieri aveva ricordato che «Non bisogna abbassare la guardia, ci sono espressioni inaccettabili di razzismo e antisemitismo che affiorano purtroppo in troppi luoghi e noi non dobbiamo avere nessuna tolleranza verso questi fenomeni, vanno repressi, e al tempo stesso va costruita una capacità di educare ai valori e ai principi della nostra Costituzione e alle pagine della nostra storia». «Per questo riprendiamo con i Viaggi della memoria e in questo ci impegniamo con la nostra politica culturale della memoria nelle scuole, insieme alla nostra comunità educante, perché non si dimentichi quello che è successo», ha concluso il sindaco di Roma.

Lollobrigida in visita privata alle Fosse Ardeatine

Visita privata del ministro Francesco Lollobrigida, fedelissimo del premier Giorgia Meloni, in mattinata  al Parco delle Fosse Ardeatine. Verso le 11 il responsabile dell’Agricoltura ha varcato il cancello, in solitaria, mentre un gruppo di studenti si apprestava ad entrare. Prima si è fermato davanti alle lapidi contemplando in silenzio i nomi dei caduti. Poi si è diretto all’interno del Mausoleo. Solo dopo diverso tempo l’ufficiale che custodisce il sacrario, forse avvisato da qualcuno, lo ha raggiunto scusandosi di non averlo accompagnato per descrivergli il luogo e i fatti. Ma il ministro, pur ringraziando della sensibilità, ha voluto proseguire la sua visita in solitudine: «Non è la prima volta che vengo e l’ho fatto sempre in forma privata. Oggi è la prima visita in veste di ministro, ma preferisco proseguire in forma privata».  Pochi istanti dopo è apparso Massimilano Smeriglio, parlamentare europeo eletto nel Pd ed esponente storico della sinistra del quartiere Garbatella. I due politici hanno cominciato a parlare e si sono recati a visitare una tomba in particolare, quella del nonno del parlamentare europeo. Poi, una volta usciti, Lollobrigida è andato via. A piedi e senza seguito, così com’era arrivato.
24 Marzo 2023 ( modificato il 25 Marzo 2023 | 16:53 )
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