Ma è polemica sulle parole del messaggio della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che in questi giorni è a Bruxelles: «Oggi l’Italia onora le vittime dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Settantanove anni fa 335 italiani sono stati barbaramente trucidati dalle truppe di occupazione naziste come rappresaglia dell’attacco partigiano di via Rasella. Una strage che ha segnato una delle ferite più profonde e dolorose inferte alla nostra comunità nazionale: 335 italiani innocenti massacrati solo perché italiani. Spetta a tutti noi – Istituzioni, società civile, scuola e mondo dell’informazione – ricordare quei martiri e raccontare in particolare alle giovani generazioni cosa è successo in quel terribile 24 marzo 1944. La memoria non sia mai un puro esercizio di stile ma un dovere civico da esercitare ogni giorno». Un’affermazione, quella dell’italianità delle vittime come unica ragione del loro eccidio, che ha scatenato reazioni di vari esponenti dell’opposizione e dell’Anpi.
«La presidente del Consiglio ha affermato – afferma il presidente dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo – che i 335 martiri delle Fosse Ardeatine sono stati uccisi solo perché italiani. È opportuno precisare che, certo, erano italiani, ma furono scelti in base a una selezione che colpiva gli antifascisti, i resistenti, gli oppositori politici, gli ebrei. È doveroso aggiungere che la lista di una parte di coloro che, come ha affermato Giorgia Meloni, sono stati barbaramente trucidati dalle truppe di occupazione naziste, è stata compilata con la complicità del questore Pietro Caruso, del ministro dell’interno della repubblica di Salò Guido Buffarini Guidi, del criminale di guerra Pietro Koch, tutti fascisti». Concetto ripreso anche dal segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni. Interpellata a Bruxelles, al vertice Ue, la premier sulle polemiche ha così replicato: «Li ho definiti italiani, che vuol dire che gli antifascisti non sono italiani? Sono stata onnicomprensiva…»
Gualtieri e l’obbligo di ricordare
Alla cerimonia il sindaco di Roma Roberto Gualtieri aveva ricordato che «Non bisogna abbassare la guardia, ci sono espressioni inaccettabili di razzismo e antisemitismo che affiorano purtroppo in troppi luoghi e noi non dobbiamo avere nessuna tolleranza verso questi fenomeni, vanno repressi, e al tempo stesso va costruita una capacità di educare ai valori e ai principi della nostra Costituzione e alle pagine della nostra storia». «Per questo riprendiamo con i Viaggi della memoria e in questo ci impegniamo con la nostra politica culturale della memoria nelle scuole, insieme alla nostra comunità educante, perché non si dimentichi quello che è successo», ha concluso il sindaco di Roma.