MOSTRA FOTOGRAFICA
11:16 am, 17 Marzo 23 calendario

“Africa Blues. Mozambico nel 2100”: il climate change

Di: Redazione Metronews
Mozambico Africa blues climate change
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Il Mozambico. L’Africa blues. Il climate change, che riguarda tutti noi. Sensibilizzare le persone sugli effetti dei cambiamenti climatici attraverso i volti di chi subisce ogni giorno la profonda trasformazione dei territori. È  l’obiettivo di “Africa Blues. Mozambico nel 2100: proiezioni della crisi climatica sui volti di chi la vive ogni giorno”. Si tratta di  progetto fotografico inaugurato ieri e realizzato da WeWorld – organizzazione impegnata da 50 anni a garantire i diritti di donne, bambini e bambine in 27 Paesi, tra cui l’Italia, e nota anche per il suo impegno sul tema dei cambiamenti climatici.

Africa Blues, Mozambico: il climate change fino al 2 aprile

Le fotografie sono esposte a Roma per la prima volta, da oggi al 2 aprile presso la serra espositiva dell’Orto Botanico, spazio dell’Università la Sapienza di Roma, partner dei progetti di WeWorld in Mozambico. Che è infatti un Paese particolarmente segnato dagli effetti del cambiamento climatico. Il Mozambico. Il climate change. E l’Africa Blues che riguarda tutti.

Jaulane – Distretto Municipale di Kanhlamankulu Fernando Nhaca (49), agricoltore e artista, lavora nei campi per mantenere i suoi 4 figli e sua moglie, e ogni sabato va in centro a Maputo a vendere le statue che crea tagliando il legno./WEWORLD

Mostra “Africa Blues. Mozambico nel 2100”: ecco il climate change

Focus dell’esposizione sono gli scatti fotografici realizzati in Mozambico lo scorso novembre, dai fotografi Giulia Piermartiri e Edoardo Delille nell’ambito dei progetti che WeWorld porta avanti nel Paese. Le foto scattate sono state realizzate con una tecnica innovativa, capace di far immergere il visitatore in un futuro possibile. “Africa Blues. Mozambico nel 2100” è uno sguardo sul cimate change.

In un gioco di sovrapposizioni, infatti, si possono osservare scene di vita quotidiana mescolate alle diapositive che mostrano quegli stessi luoghi drasticamente modificati dalla crisi climatica. Un’immagine che ci proietta in un futuro che non sembra più così distante. Una metamorfosi lenta, ma progressiva. Destinata a intensificarsi, se non verranno messi in atto interventi efficaci.

Le fotografie sono state realizzate all’interno della campagna #ClimateOfChange, nata per raccontare il legame tra il cambiamento climatico e le migrazioni, e vanno ad arricchire un lavoro più corale dal titolo
“Atlas of the New World” che i due fotografi portano avanti da anni, immaginando le possibili trasformazioni di Maldive, Monte Bianco e California del Nord.

Inhaca. Atália Almeida, 8 anni, accanto alla sala-cucina di casa sua. Va a scuola e aiuta sua madre nei campi di manioca/WEWORLD

Mozambico, Africa Blues e climate change:  al terzo posto per calamità ambientali in Africa

La scelta di WeWorld è ricaduta proprio sul Mozambico perché è al terzo posto nella classifica dei Paesi africani, per calamità ambientali. Pur contribuendo solo al 5% delle emissioni inquinanti, l’Africa è il continente
che paga il prezzo più alto del cambiamento climatico in atto. Solo nel 2019, alluvioni, siccità e carestie hanno generato 2,5 milioni di profughi. Ogni anno le calamità naturali colpiscono e distruggono interi villaggi e
compromettendo il raccolto agricolo. Il Mozambico, in particolare, soprattutto lungo la sua costa di quasi 2.500 km, è uno dei Paesi più vulnerabili dal punto di vista climatico. Sono soprattutto le comunità più
povere e vulnerabili, che vivono dell’agricoltura, a pagarne il prezzo.

Inhaca. Márcia Sambo davanti a casa sua.WEWORLD

Mentre si allestiva la mostra, la realtà ha superato le foto

Mentre WeWorld allestiva la mostra fotografica Africa Blues, la realtà ha superato la fantasia. Nei giorni scorsi il ciclone Freddy ha colpito duramente il Paese: una popolazione già in difficoltà oggi è ancora più a rischio. Per 24 ore dopo l’arrivo del ciclone, infatti, sono saltate le reti telefoniche, la pioggia del resto è ancora incessante e si rischiano inondazioni gravi in diverse province del Paese, tra cui Manica e Tete dove WeWorld è presente.

Il team di WeWorld si è attivato immediatamente perché il rischio colera è sempre più reale, distribuendo kit igienici e acqua pulita. E’ fondamentale ricordare che il Mozambico è tra i Paesi più colpiti dagli effetti del cambiamento climatico pur contribuendo solo allo 0,02% nella produzione di emissioni.

All’inaugurazione della mostra, che si è svolta ieri, hanno partecipato Sabrina Alfonsi, Assessore all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti del Comune di Roma. Con lei Edoardo Zanchini, direttore ufficio Clima del Comune di
Roma, i fotografi Giulia Piermartiri e Edoardo Delille. E poi Margherita Romanelli, Coordinatrice Policy & Advocacy Internazionale di WeWorld, Alcinda da Costa Salvado, dell’Ambasciata della Repubblica del Mozambico in Italia, Fabio Attorre, Polo museale la Sapienza e Orto Botanico di Roma.

WeWorld opera nel Paese da oltre 20 anni, con progetti sia di sviluppo sia legati all’emergenza. In particolare, nel 2019, l’organizzazione si è attivata subito per far fronte alle due emergenze causate dai cicloni Idai e
Kenneth, attraverso un aiuto diretto verso chi necessitava di tutto: acqua pulita, salute, assistenza e servizi igienico sanitari. Dopo l’emergenza, WeWorld ha anche attivato dei programmi per ripristinare le risorse
economiche in modo che le comunità potessero agire autonomamente attraverso la distribuzione di semenze e kit agricoli.

17 Marzo 2023
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