8 marzo
4:36 pm, 7 Marzo 23 calendario

L’Onu: “I diritti delle donne stanno svanendo e la parità si allontana”

Di: Redazione Metronews
diritti delle donne
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I progressi che sono stati fatti nei decenni scorsi sui diritti delle donne nel mondo «stanno svanendo sotto i nostri occhi»: l’allarme è stato lanciato dal segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres. «La parità di genere è sempre più lontana. Sulla base del percorso attuale, UN Women stima che mancano 300 anni», ha dichiarato in un discorso all’Assemblea generale in vista della Giornata internazionale della donna dell’8 marzo, dando il via a due settimane di discussioni condotte dalla Commissione sullo status delle donne. «I diritti delle donne vengono abusati, minacciati e violati in tutto il mondo», ha aggiunto Guterres, elencando una serie di crisi: la mortalità materna, l’esclusione delle ragazze dalla scuola, le persone che si prendono cura dei familiari a cui viene negato il lavoro e le bambine costrette a matrimoni precoci.

Diritti delle donne in bilico

Venendo ai dati italiani, dopo la nascita di un figlio quasi 1 donna su 5 (18%) tra i 18 e i 49 anni non lavora più e solo il 43,6% permane nell’occupazione (il 29% nel Sud e Isole). Motivazione prevalente la conciliazione tra lavoro e cura (52%), seguita dal mancato rinnovo del contratto o licenziamento (29%) e da valutazioni di opportunità e convenienza economica (19%). La quota di quante non lavoravano nè prima, nè dopo la maternità è del 31,8% e del 6,6% quella di quante hanno trovato lavoro dopo la nascita del figlio. È quanto emerge dal «Rapporto Plus 2022. Comprendere la complessità del lavoro» che raccoglie i risultati dell’indagine Inapp-Plus condotta su un campione di 45.000 individui dai 18 ai 74 anni. «Si tratta di un fenomeno che ha pesanti effetti demografici ed economici – ha osservato Sebastiano Fadda, presidente dell’Inapp – l’Italia è l’ultimo Paese per tasso di fecondità in Europa, e proprio nel 2022 è stato toccato il minimo storico di 400.000 nuovi nati». Invece il 43% degli uomini italiani dichiara di non considerare la violenza sulle donne come un problema che li riguardi direttamente e, allo stesso tempo, il 42% ritiene che quando si parla di violenza contro le donne spesso si colpevolizzino tutti gli uomini indistintamente, come se fosse un problema collettivo senza sfumature. Sono alcuni dei risultati emersi da una ricerca della Fondazione Libellula. «Numeri che testimoniano una scarsa consapevolezza delle radici culturali della violenza di genere e delle sue diverse sfaccettature quotidiane – spiega Annalisa Valsasina, direttrice scientifica di Fondazione Libellula – mentre oltre una donna intervistata su due ha dichiarato di essere stata vittima di molestie, discriminazioni o stereotipi sul posto di lavoro».

Lavoratrici più esposte al contagio

Nel 2022 in Italia vi è stata un’impennata delle denunce di infortunio per effetto Covid e le donne sono state le più penalizzate: tra le lavoratrici si sono registrati quasi 7 contagi su 10. Lo rileva l’Inail, secondo cui è necessario un salto di qualità nell’affrontare la prevenzione in ottica di genere. Nel Dossier donne dell’Inail, pubblicato in vista della Giornata internazionale dell’8 marzo, l’istituto sottolinea che l’aumento del 25,7% delle denunce di infortunio tra gennaio e dicembre 2022, rispetto all’analogo periodo del 2021, è legato soprattutto alle lavoratrici, che registrano un +42,9%, da 200.557 a 286.522 casi. «Questa vertiginosa impennata – spiegano le consigliere di amministrazione Teresa Armato e Francesca Maione – è in larga misura influenzata dal notevole incremento degli infortuni in occasione di lavoro, in particolare di quelli da Covid-19. Gli infortuni sul lavoro correlati al virus, infatti, dall’inizio dell’emergenza sanitaria hanno coinvolto maggiormente le donne, più presenti in quegli ambiti lavorativi con un’esposizione elevata al rischio di contagio come, ad esempio, il settore della sanità e dell’assistenza sociale, la grande distribuzione, le pulizie». Secondo un’indagine condotta per Facile.it da mUp Research e Norstat, in Italia sono quasi 20.000 le donne vittime di “violenza economica”, vale a dire donne che vorrebbero colmare le loro lacune nell’ambito della finanza personale ma non possono farlo perché il partner non lo permette. Tra i limiti alla preparazione ci sono l’assenza di tempo (54% del campione) o di adeguate risorse economiche (44%), a cui si aggiungono le quasi 20.000 rispondenti che, come detto, hanno dichiarato di non poterlo fare a causa del partner.

Tante iniziative nelle città

Tra le iniziative per festeggiare l’8 marzo, a Milano ci sarà anche l’inaugurazione del “Parco 8 marzo” nell’area dell’ex stazione di Porta Vittoria, alla presenza del sindaco Giuseppe Sala. Nel capoluogo lombardo sono previsti diversi eventi. La rete di collettivi “Nonunadimeno” promuove doppia manifestazione con corteo “transfemminista”: la mattina saranno protagoniste le scuole, partenza da Largo Cairoli alle 9.30; la sera il ritrovo è convocato in piazza Duca d’Aosta, antistante la stazione Centrale, con corteo aperto a tutti. A Roma mercoledì 8 marzo sit-in dei socialisti nei pressi dell’ambasciata iraniana in Via Nomentana. Inoltre in occasione della Giornata internazionale dei diritti della donna, nelle aree di servizio lungo la rete di Autostrade per l’Italia si troveranno delle panchine rosse, realizzate in collaborazione con gli Stati Generali delle Donne HUB. Infine nella capitale ci saranno anche Emanuela Testa e Giada Pellegrino Cimò, giocatrici della Primavera Femminile di AS Roma all’iniziativa promossa dalla Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico con una mattinata di prevenzione gratuita.

7 Marzo 2023
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