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6:17 pm, 26 Febbraio 23 calendario
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Vortice e venti freddi dal Polo Nord: maltempo, gelo e rischio neve

Di: Redazione Metronews
neve
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L’ondata di freddo e di maltempo che ha investito l’Italia proseguirà nella giornata di lunedì con temporali e neve soprattutto al Centro-Sud e un crollo termico fino a 10 gradi. La Protezione civile ha diramato un avviso di allerta gialla per temporali, rischio idraulico e idrogeologico che riguarda ben 11 regioni. Si tratta di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Molise, Sicilia, Umbria a cui si aggiungono Marche, Puglia e Emilia Romagna.

Neve a bassa quota

Dopo un fine settimana dove il meteo ha subito un’evidente metamorfosi, anche la nuova settimana è destinata a trascorrere sotto il segno di un tempo spesso instabile e in un contesto climatico decisamente più rigido rispetto alla settimana scorsa. A spiegarlo sono gli esperti de IL Meteo.it, per i quali il tempo continuerà a essere condizionato da un profondo vortice in area tirrenica che dispenserà maltempo soprattutto a carico delle regioni del Centro e del Sud. Presente infatti un’ampia circolazione ciclonica alimentata da venti freddi che scendono direttamente dalle regioni polari scivolando sul bordo più orientale dell’alta pressione.

Colture in pericolo per neve e gelo

Il brusco e improvviso abbassamento delle temperature ed il vento gelido danneggiano le fioriture fuori stagione di mandorli, peschi e ciliegi, anticipate da settimane di caldo anomalo, con il rischio concreto della perdita dei raccolti. È l’allarme della Coldiretti in riferimento all’arrivo del freddo con vento, pioggia, neve, il termometro in discesa anche di 10 gradi e l’allerta della protezione di civile in diverse regioni.

«La natura è in tilt con le coltivazioni ingannate dal clima che – scrive Coldiretti in una nota – si sono svegliate e predisposte alla ripresa vegetativa ma si registra anche la maturazione in anticipo delle primizie che sono ora particolarmente sensibili al freddo che si è abbattuto sulla Penisola. Si tratta degli effetti del cambiamento climatico che si manifesta proprio con una più elevata frequenza di eventi estremi, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo. L’arrivo delle precipitazioni se non sarà violento è invece importante per contrastare la grave siccità, aiutare i cereali in campo e consentire le lavorazioni dei terreni per preparare le semine primaverili in una situazione in cui si registra un deficit idrico del 30% che sale addirittura al 40% nel nord Italia, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Isac Cnr».

Fiume Po a secco

«Il fiume Po – ricorda Coldiretti – è a secco e al Ponte della Becca (Pavia) si trova a -3,3 metri rispetto allo zero idrometrico, con le rive ridotte a spiagge di sabbia come in estate, secondo l’ultima rilevazione della Coldiretti. Lo stato di magra del più grande fiume italiano è rappresentativo delle difficoltà in cui si trovano tutti gli altri corsi d’acqua del settentrione con i grandi laghi che hanno percentuali di riempimento che vanno dal 36% del lago di Garda al 39% di quello Maggiore fino al 19% di quello di Como ma si registra anche lo scarso potenziale idrico stoccato sotto forma di neve nell’arco alpino ed appenninico.

«Di fronte al cambiamento climatico è necessario realizzare un piano invasi per raccogliere l’acqua quando c’è e distribuirla quando manca» sostiene il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel precisare che «oggi la raccolta dell’acqua piovana è ferma all’11% ed insieme ad Anbi e soggetti pubblici e privati abbiamo pronti una serie di interventi immediatamente cantierabili che garantiscono acqua per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita».

26 Febbraio 2023
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