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12:07 am, 24 Febbraio 23 calendario
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Sei donne su Rai1 l’intricato giallo con Sansa e Ferrari

Di: Orietta Cicchinelli
Sei Donne
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Un giallo psicologico con un ventaglio di situazioni, un intricato tessuto di storie di adulti che s’intreccia col mondo degli adolescenti. È la serie Sei Donne – Il mistero di Leila (che si preannuncia già di successo), ideata da Ivan Cotroneo e Monica Rametta e diretta da Vincenzo Marra, debutta da martedì 28 febbraio in prima serata su Rai1. Tre le puntate da 100 minuti.

La storia di Sei Donne – Il mistero di Leila

La scomparsa di una ragazzina, Leila, e del suo patrigno Gregorio, è il mistero attorno al quale si sviluppa l’intrigato racconto della nuova serie Rai. Protagonista Maya Sansa, nel ruolo del Pm di Taranto, stimata professionista con un problema di alcolismo, riaffiorato dopo la fine del suo matrimonio, che la rende dura nei rapporti interpersonali. Soprattutto con il nuovo ispettore Emanuele (Alessio Vassallo) che sta per sposarsi con un altro uomo.

Trovando nella sparizione di Leila (Silvia Pacente) delle analogie con il suo passato, Anna si butta nella risoluzione del caso. Intorno al “mistero di Leila” ruotano le altre donne: Michela (Ivana Lotito), zia materna, Alessia (Denise Tantucci), l’allenatrice di atletica, Aysha (Cristina Parku), migliore amica di Leila e Viola (Isabella Ferrari), vicina di casa.

Vincenzo Marra e la scelta di Taranto come set

«Quando mi hanno offerto di dirigere la serie – spiega il regista Marra – ho sentito una scommessa di andare oltre un’idea stereotipata di un regista che ha fatto solo cinema. Sono sempre rimasto legato a Taranto, perché dovevo fare un film lì che poi non è saltato. E qui mi è piaciuta l’idea di sponsorizzare una città bellissima penalizzata dalla presenza del mare. Un posto che ha il mare dentro e siccome le fabbriche hanno bisogno d’acqua questo ha giocato a sfavore del territorio. Io credo sia tra le più belle città della Puglia e l’ho ripresa con grande amore, come parte integrante della storia».

Così Maya Sansa a proposito del suo ruolo: «È un ruolo in cui mi riconosco un po’ e che sono felice di aver interpretato. Duro? No, né sofferto. Ho letto la sceneggiatura come spettatrice e sono rimasta coinvolta dalla prima pagina. Non riuscivo a smettere di leggere. Avvinta dalla storia, per lo sguardo specifico nel mio personaggio di Anna. Il materiale era denso. Interpretate un Pm richiede un gran lavoro per entrare nelle difficoltà del mestiere. Io sono molto pignola e ho tormentato mio zio giudice in pensione, perché fossi credibile. Sono entrata così nel mondo complesso emotivo di Anna, anche con Piergiorgio Bellocchio (ruolo del marito, ndr) ho lavorato bene perché già lo conoscevo bene».

La donna oggi?
«Tema difficile. Io sono per metà iraniana e mi sento vicina alle donne che vivono lì. Dovremmo tutti essere coinvolti in questa rivoluzione donna-vita e libertà perché questo cambierebbe le sorti del paese. Anche in Italia le donne vengon pagate meno delle donne».

Isabella Ferrari e le altre donne

«Sono Viola nella serie – spiega Isabella Ferrari – che mi ha subito affascinato: avrei voluto fare tutti i ruoli perché mi sono riconosciuta in tutti i caratteri delle donne. Curiosa del metodo Marra: mi ha messa in uno stato in cui dovevo entrare in Viola completamente, senza guardarsi allo specchio. Viola? è una donna un po’ inadeguata con una ferita importante e un abisso che Marra mi ha fatto cercare. Un ruolo di una donna contemporanea che vedo, che sento e che sono un po’ io».

Le donne e il bisogno d’amore.
«In questo viaggio nella psiche di queste donne ci sono cicatrici, mancanze perdite, ci si riconosce – continua Ferrari -. Viola va a cercare il suo carnefice. Le storie d’amore a volte sono malate. È tutto molto reale. La tv è arrivata molto prima del cinema a mettere al centro l’autenticità, le figure femminili…nel cinema sei spesso la spalla della figura maschile, mentre la tv generalista ha iniziato già 20 anni fa a mettere al centro una donna come la mia Giovanna del distretto di polizia. Sfondiamo qualsiasi barriera». Ivana Lotito è zia Michela: «Sono la zia della ragazzina scomparsa e si indaga anche su di me. Ogni personaggi è doppio e anche il mio. All’inizio sembreranno in conflitto fra loro i personaggi femminili, poi invece si ribalterà il tutto perché le donne hanno una marcia in più. Io chiedo l’affido di Leila nella serie e all’inizio si penserà a un allontanamento volontario di Leila per non essere adottata. Poi sarà l’empatia a fare la differenza».

«È una storia che ti intrappola subito alla prima lettura del copione– sottolinea Denise Tantucci – e il mio personaggio è molto complesso. Ci sono più binari e dal punto di vista attoriale questo è molto bello. Io sono una preparatrice atletica dura e fredda, persino arrogante, in apparenza, poi c’è un lato fragile e dolce a casa. Tante facce di uno stesso personaggio. Tutto questo femminile è scritto con una grazia e una complessità estremamente moderna e questo fa la bellezza della storia di grande attualità».

24 Febbraio 2023 ( modificato il 23 Febbraio 2023 | 13:46 )
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