Inflazione
2:48 pm, 22 Febbraio 23 calendario
5 minuti di lettura lettura

L’inflazione rallenta, scende a +10% annuo

Di: Redazione Metronews
inflazione record
condividi

Rallenta l’inflazione in Italia. A gennaio 2023 l’Istat stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registri un aumento dello 0,1% su base mensile e del 10% su base annua, dato in calo rispetto al +11,6% nel mese precedente. La stima preliminare era +10,1%.

“A gennaio, l’inflazione evidenzia un netto rallentamento, scendendo a +10,0%. La discesa risente dell’andamento delle componenti più volatili dell’indice dei prezzi al consumo, fortemente condizionato dall’inversione di tendenza dei Beni energetici regolamentati (-12% su base annua). Restano diffuse, tuttavia, le tensioni sui prezzi al consumo di diverse categorie di prodotti, quali gli alimentari lavorati, gli altri beni (durevoli e non durevoli) e i servizi dell’abitazione, che contribuiscono alla lieve accelerazione della componente di fondo”, scrive l’Istat nel suo commento ai dati.

Prezzi dei beni energetici

La flessione del tasso di inflazione si deve principalmente, spiega infatti l’Istat, al forte rallentamento su base tendenziale dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (che passano da +70,2% a -12%) e, in misura minore, di quelli degli Energetici non regolamentati (da +63,3% a +59,3%), degli Alimentari non lavorati (da +9,5% a +8%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +6,2% a +5,5%). Gli effetti di tali andamenti, aggiunge l’Istat, sono stati solo in parte controbilanciati dall’accelerazione dei prezzi dei Beni durevoli (da +6,4% a +6,8%), dei Beni non durevoli (da +6,1% a +6,7%) e dei Servizi relativi all’abitazione (da +2,1% a +3,2%).

“L’inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +5,8% a +6%, sottolinea inoltre l’Istat, mentre quella al netto dei soli beni energetici resta stabile a +6,2%. Su base annua, i prezzi dei beni evidenziano un profilo in rallentamento (da +17,1% a +14,1%), mentre quello relativo ai servizi evidenzia un lieve incremento (da +4,1% a +4,2%). Si ridimensiona, quindi il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (da -13 di dicembre a -9,9 punti percentuali), rileva l’Istituto di Statistica.

Si attenua inoltre la dinamica tendenziale dei prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +12,6% a +12%), mentre al contrario si accentua quella dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +8,5% a +8,9%). L’aumento congiunturale dell’indice generale si deve prevalentemente ai prezzi dei Servizi per l’abitazione (+1,6%), degli Alimentari lavorati (+1,3%), dei Beni durevoli (+1,1%) e non durevoli (+0,7%), degli Alimentari non lavorati (+0,6%) e degli Energetici non regolamentati (+0,5%). Un effetto di contenimento deriva invece dal calo dei prezzi degli Energetici regolamentati (-25,7%) e di quelli dei Servizi relativi ai trasporti (-1,7% a causa di fattori stagionali).

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce dell’1,5% su base mensile, a causa dell’avvio dei saldi invernali dell’abbigliamento e calzature di cui l’indice NIC non tiene conto, e aumenta del 10,7% su base annua (in rallentamento da +12,3% di dicembre). La stima preliminare era +10,9%. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,1% su base mensile e del 9,8% su base annua, aggiunge l’Istat.

22 Febbraio 2023
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo