Sanremo, Zelensky non ci sarà ma scoppia il caso Baraye
MUSICA Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky non sarà presente alla edizione 2023 del Festival di Sanremo né di persona né con un video messaggio. Ad annunciarlo Stefano Coletta, direttore dell’Intrattenimento di prime time Rai. La sua presenza si limiterà ad un testo che sarà letto dal direttore artistico e conduttore della manifestazione canora, Amadeus. Il testo sarà vagliato dai dirigenti Rai. Si risolve così l’annosa questione che negli ultimi giorni aveva letteralmente incendiato non solo l’universo musicale ma anche il mondo politico, diviso sulla possibilità di ospitare Zelensky anche solo con un videomessaggio sul palco dell’Ariston.
Amadeus chiarisce che i contatti con il presidente ucraino sono avvenuti tramite l’ambasciatore ucraino. «Si è parlato di un intervento – spiega – che potesse essere un videomessaggio o altro non era stato ancora deciso». Gli fa eco Stefano Coletta: «Tramite l’ambasciatore è arrivata la proposta di veicolare il messaggio di Zelensky attraverso un testo». A chi chiede se si è trattato di un cambiamento di rotta visto che inizialmente si era parlato di un video, il direttore risponde: «Si era parlato di una modalità partecipativa, in video o in collegamento. Della possibilità che intervenisse di persona, non si è mai parlato».
Il commento di Mosca: «Può essere che vinca con un rap?»
Se Amadeus trova «molto romantico avere una lettera e poterla leggere», Mosca ironizza sull’annuncio che il presidente ucraino non interverrà al Festival con un videomessaggio, ma con un testo scritto. «Può essere che vinca questo concorso musicale con un rap?», scrive su Telegram la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, commentando la notizia.
Resta ora da capire se il sit-in organizzato dal movimento Magnitudo che si sarebbe dovuto tenere domani alle 15.30 davanti alla sede Rai di viale Mazzini contro la presenza del presidente ucraino verrà confermato o meno. Stesso dilemma avvolge quello organizzato da Rifondazione Comunista per le 10.30 davanti alla sede Rai in Viale Bonaria a Cagliari.
Bonelli: «Al Festival il video di Baraye dell’iraniano Hajipour»
Risolta la questione “Zelensky” si affaccia la richiesta di Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde, che ha inviato lo scorso 30 gennaio una lettera al direttore generale Rai, Carlo Fuortes, perché mandi in onda il video della canzone Baraye del cantante iraniano Shervin Hajipour che ha appena vinto ai Grammy Awards come migliore canzone per cambiamenti sociali.
«Mentre negli USA la canzone Baraye, del cantante iraniano Shervin Hajipour ha vinto ai Grammy Awards come migliore canzone per cambiamenti sociali, lanciando anche un messaggio importante sul tema dei diritti umani e civili, – scrive Bonelli – trovo singolare che il direttore generale della Rai non abbia risposto alla richiesta da me inviata via mail lo scorso 30 gennaio in cui chiedevo la messa in onda del video della canzone, proiettandolo al Teatro Ariston, durante il Festival di Sanremo. Nella lettera ho sottolineato – spiega ancora Bonelli – come il testo di Baraye sia composto dai messaggi postati sui social, un collage di frasi di dissenso che hanno tutte come filo conduttore il motivo per cui le persone hanno scelto di scendere in piazza, che si conclude con “Per la donna, la vita e la libertà”. Quindi il Festival di Sanremo, nella veste di manifestazione di grande risonanza e rilievo internazionale, sarebbe la sede giusta per rilanciare il messaggio di libertà del brano, ovvero la musica a sostegno della lotta delle donne iraniane. Per questo al direttore Fuortes chiedo cortesemente una risposta».
P.P.
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