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4:00 am, 3 Febbraio 23 calendario
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Massimiliano Maselli: «Medici di base in rete per una sanità più efficiente»

Di: Redazione Metronews
Massimiliano Maselli
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Nato nel 1967, laureato in Scienze Politiche, Massimiliano Maselli ha nel suo curriculum un impegno in Regione che dura da quasi 30 anni. È in corsa come consigliere regionale per il centrodestra nel Lazio, a sostegno di Francesco Rocca.

Trasporti

Il Tpl è in eterno affanno, tra collegamenti insufficienti e mezzi obsoleti. Come invertire la rotta?

«Facendo investimenti seri, in particolare per il trasporto su ferro. Finora abbiamo visto interventi spot sulla Roma Lido e sulla Roma Viterbo. In particolare la cosiddetta Metro Mare dispone di cinque treni, uno dei quali quasi sempre in manutenzione. Bisogna rinnovare il parco convogli in tempi certi, altrimenti si rischia di ritrovarsi con mezzi già obsoleti nel momento in cui entrano in funzione. E ci vuole un unico ente a gestire le ferrovie locali. Oggi lo fanno Co.tral. per i treni in esercizio e Arsial per l’infrastruttura, creando ritardi e disservizi».

Cosa pensa del Tpl gratuito da estendere a tutti, come avviene in alcuni Paesi?

«Penso che non possa reggere un sistema basato solo sul finanziamento pubblico, e che i pendolari non avrebbero problemi a pagare per un servizio efficiente, con treni puliti e puntuali e stazioni riqualificate».

Rifiuti

Nel Lazio e in particolare a Roma, ci sono le resistenze dei cittadini a realizzare nuovi impianti se ricadono nel loro territorio. Come se ne esce?

«Ci vuole un grosso sforzo culturale per educare i cittadini alle buone pratiche e alla necessità di avere impianti moderni per chiudere il ciclo dei rifiuti. Sforzo che in gran parte c’è già, nonostante i ritardi cronici sul tema. Sul termovalorizzatore l’80% dei romani è d’accordo. Serve, così come servono i biodigestori, le discariche di servizio o nuovi Tmb.

La raccolta differenziata nella regione è ancora bassa e a Roma è sostanzialmente ferma. C’è modo di migliorare?

Sulla differenziata l’obiettivo del 60% nel Lazio e a Roma sarebbe già un enorme successo. In Germania sono arrivati al 67% e ci lavorano da quasi 40 anni. Il problema è che la Giunta Zingaretti ha elaborato gli ultimi due Piani per i rifiuti che hanno un’impronta ideologica, tutta incentrata sulla riduzione dei rifiuti e sull’aumento della differenziata. Obiettivi auspicabili nei piccoli comuni, ma impossibili in grossi centri urbani».

Sanità

L’emergenza Covid ha messo in luce pregi e difetti del sistema sanitario. Quale lezione trarne?

«Il Covid ha insegnato che senza una medicina territoriale non si va da nessuna parte. Bisogna mettere in rete tra di loro i medici di base, fargli condividere degli studi più ampi dove possono ricevere i pazienti e offrire loro le competenze e gli esami di cui hanno bisogno. Questo si traduce nella possibilità di fare un’ecografia o una visita specialistica in giornata. Le Aggregazioni funzionali territoriali le prevede la normativa nazionale. Nel Lazio siamo in ritardo. Una delle conseguenze sono i pronto soccorsi intasati. Basti pensare che l’80% degli accessi è improprio».

L’altro problema della sanità laziale sono le liste d’attesa lunghissime per gli esami specialistici e di conseguenza un ampio ricorso al privato.

«La sanità del Lazio deve tornare ad assumere. Il candidato di centrosinistra alla presidenza Alessio D’Amato, ha operato tagli insostenibili in qualità di assessore. A parte le nuove assunzioni, indispensabili, bisogna far lavorare con orari più lunghi più le strutture che hanno i dispositivi per esami specialistici. Un macchinario per la Tac deve essere a disposizione 12 ore al giorno, non quattro. E poi bisogna mettere in rete la sanità privata accreditata, anche per le prenotazioni».

Ambiente

I parchi regionali soffrono per la mancanza di risorse e personale. C’è un modo per valorizzarli?

«Sì, ma vanno ripensati. Occorre ridimensionare la loro ampiezza, frutto di una visione ideologica della sinistra. A cosa serve avere parchi di migliaia di ettari, quando al loro interno ci sono attività produttive o agglomerati abitativi? Un esempio è il Parco Regionale dell’Appia Antica. Territori meno estesi sono più facili da gestire efficacemente e hanno bisogno di meno personale. Snellirei anche i vertici dei parchi: via i consigli di amministrazione e un solo direttore generale per ogni area verde protetta».

Il Lazio ha una forte vocazione agricola, ma sembra indietro sul piano della visibilità rispetto ad altre regioni.

«È vero. Bisogna accompagnare le imprese agroalimentari, ad esempio nelle manifestazioni fieristiche. Occorre snellire la burocrazia. Un’ impresa che vuole investire nelle tecnologie sostenibili non può aspettare 18 mesi per farlo, col rischio di ritrovarsi con investimenti ormai già superati dopo tutto questo tempo. Occorrono meno bandi a pioggia, ma mirati su ogni specifico aspetto di questo settore. Occorre anche investire sulla sovranità alimentare, per tutelare le nostre eccellenze. Tra l’altro i fondi ci sono. Nel Piano di sviluppo rurale l’Ue ha stanziato per il periodo 2021-2027 ben 3,2 miliardi di euro in Italia».

Autonomia e poteri

Il Governo ha in agenda l’autonomia rafforzata per le Regioni. È la via giusta per riformare gli Enti Locali?

«Dipende da come si realizza l’autonomia rafforzata. In linea di principio estendere le responsabilità e le competenze può essere uno stimolo per le Regioni a lavorare con più efficienza e responsabilità. Ma l’Italia resta una e indivisibile».

Palazzo Chigi sta lavorando al premierato. L’esperienza del presidenzialismo regionale ha funzionato?

«Sì, nel modo più assoluto. Primo perché i consiglieri sono eletti con il metodo proporzionale e i cittadini possono esprimere le loro preferenze. Quindi c’è un’assemblea che ha un contatto diretto con gli elettori. Secondo perché possono scegliere direttamente chi governerà la Regione, e questo consente una grande stabilità, anche in virtù del premio di maggioranza. Eliminerei il ballottaggio nel caso in cui al primo turno non ci sia un governatore che ha ottenuto il 50% dei voti più uno, per evitare giochetti e accordi politici tra schieramenti che fino a un minuto prima dell’esito elettorale si insultavano a vicenda».

 

 

 

 

3 Febbraio 2023 ( modificato il 2 Febbraio 2023 | 23:02 )
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