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9:50 pm, 1 Febbraio 23 calendario

Lo spettacolo della Cometa di Neanderthal

Di: Redazione Metronews
Gli astrofili
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Gli astrofili fanno uno scatto bellissimo. Una foto densa di particolari, quella realizzata da Attilio Bruzzone e Antonio Ferretti del Gruppo Astrofili Frentani. È la cometa C/2022 E3 (Ztf), ma che tutti conoscono come “Cometa di Neanderthal”, che tra ieri e oggi sarà alla minima distanza dalla Terra: 42 milioni di chilometri (scoprite qui come vederla).

La Cometa di Neanderthal

«Questa piccola montagna volante larga un chilometro, fatta di ghiaccio è polvere – spiega Americo Bonanni, del Gruppo Astrofili Frentani – è un visitatore dal nostro lontano passato: i calcoli orbitali mostrano che visitò i nostri cieli ben 50.000 anni fa. Comete come questa sono la memoria di un Sistema Solare antico». Il gruppo di amanti delle stelle abruzzesi organizza convegni e attività presso le scuole ed ha collaborato con diversi istituti di ricerca (Mario Negri Sud, Università di Pescara, Neuromed, ecc.) per organizzare eventi nei quali ha messo a disposizione un’esperienza di oltre vent’anni.

La nube di Oort, culla delle comete

La cometa ZTF arriva da lontano, da quella che è considerata la culla delle comete: la nube di Oort. «Nel 1950 – spiega il sito dell’Istituto nazionale di Astrofisica (edu.inaf.it) – l’astronomo olandese Jan Oort teorizzò l’esistenza di una gigantesca nube di detriti cosmici, oltre i confini dell’eliosfera e solo debolmente legata al Sole, che potesse spiegare il continuo passaggio di nuove comete nei pressi del Sole.

La nube di Oort

La nube di Oort dovrebbe essere una regione di spazio sferica che definisce il confine cosmografico del Sistema Solare, estendendosi fino a 3,2 anni luce dal Sole. Gli astronomi ritengono che potrebbe contenere i residui rocciosi risalenti addirittura alla nube proto-planetaria da cui si sono formati i pianeti del Sistema Solare, ben 4,5 miliardi di anni fa.

Questi detriti, asteroidi e corpi rocciosi più piccoli, sarebbero stati espulsì dal Sistema Solare durante la sua formazione, a causa dell’interazione con i pianeti giganti gassosi come Giove e Saturno che, nella loro formazione, iniziavano ad alterare l’equilibrio gravitazionale del sistema». «Si ritiene – prosegue l’Inaf – che l’interazione con le altre stelle del cluster a cui appartiene il Sole, in uno dei bracci esterni della Galassia, possa di tanto in tanto scalzare una di queste rocce dal loro sonno eterno e farle ricadere inesorabilmente, sotto l’azione gravitazionale del Sole, verso il centro del Sistema Solare. Qui, incendiate di calore, si trasformano nello straordinario fenomeno astronomico che, dal tempo di Aristotele, prende il nome di cometa».

1 Febbraio 2023
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