Sanremo 2023
5:59 am, 1 Febbraio 23 calendario
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«Ci sarà il Lido Mengoni a Sanremo. Io favorito? Che ansia»

Di: Orietta Cicchinelli
Mengoni
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La Bocciofila della Martesana, a Milano, è la location scelta da Marco Mengoni per parlare della sua terza volta al Festival, dove sarà in gara con il brano “Due vite”, per poi duettare (nella serata cover) sulle note di “Let it be” dei Beatles, col coro internazionale The Kingdom Choir.

«Felicissimo di tornare a Sanremo – spiega il cantautore che il Festival lo ha già vinto nel 2013 con L’Essenziale – e soprattutto sono felice di essere in studio a registrare la nuova parte del mio viaggio musicale “Materia”. Succederanno un sacco di cose: a parte le 4 serate, ci sarà anche un Lido Mengoni dove fare attività diverse, per non annoiarsi, tra un’intervista e l’altra. Avremo anche un appuntamento fisso con Fabio De Luigi. Non abbiamo un copione, sarà tutto all’impronta, 5 minuti di chiacchiera. Una roba leggera, ilare, magari sulle notizie del giorno. Sarà un podcast, in pratica, dal Circolo Canottieri di Sanremo».

Marco Mengoni come ci si sente ad essere favorito del Festival?

«Ho visto le pagelle, e mette un po’ di pressione. Ma io vorrei andare per divertirmi senza pensare a quel che sarà sabato sera. Spero di portare un po’ di luce dopo un periodo buio. Oggi sono qualcosa di diverso da quel che ero 10 anni fa, quando nessuno credeva in me, all’inizio. Molti mi davano per spacciato, finito… Invece no! D’altronde la mia è una storia infinita, e sto facendo un lavoro di analisi con me stesso, perché vivo molto nei miei sogni (e l’inconscio non lo freghi, ndr!)».

La maggior parte delle canzoni sanremesi parla di depressioni e amori che finiscono male, tormenti e contrasti interiori. Il frutto della pandemia?
«Certo, se qualcosa dobbiamo condividere viene sempre dal nostro vissuto. Nel mio “Due vite” c’è un’apocalisse lunare, ma non è negativa, anzi… Io mi auguro di sbagliare ancora e son contento di aver preso tanti schiaffi, contento di aver capito oggi a quasi 35 anni che anche la noia non è tempo perso. In una serata con amici fuori da un locale, ad esempio, pensavo di sottrarre tempo al riposo, ma non è così: è un momento di crescita anche quello. Tempo per riposare ce ne sarà poi!».

A proposito di schiaffi presi…

«Forse dipende dal mio segno zodiacale (Capricorno), dall’educazione ricevuta, ma gli schiaffi più pesanti li ricevo da me. E il Sanremo 2013 era più uno schiaffo a me stesso: non credevo di poter reggere una carriera di questo tipo e, forse, sarei tornato indietro se… Quel Sanremo, invece, mi ha svegliato, spazzando i dubbi profondi che avevo. Avrei cambiato la mia storia, la mia carriera, sarei tornato alla facoltà di Architettura se fosse andata male…».

Che fa Mengoni la sera prima del debutto?
«Sto cercando di trovare un equilibrio, ad esempio, non devo esagerare con i drink… E comunque non è ancora il momento di fare bilanci».

Perché cantare “Let it be”?
«È un inno, un qualcosa di talmente speciale… Tutti noi avremmo voluto scriverla nella vita: è un invito all’andare avanti sempre. È stata la mia prima scelta. Felice di farla con queste voci pazzesche del Kingdom Choir, anche se avevamo pensato ad altri nomi internazionali. Non ho mai cantato con un coro così numeroso: addirittura 13 componenti! In passato, poi, sono spesso misurato con cantautorato italiano, tra Tenco ed Endrigo per le cover dei precedenti Festival: quest’anno, che porto in gara già un pezzo con parole pesanti, volevo provare con cover fuori dai confini italiani, ma in linea col mio percorso Materia (Terra), Materia (Pelle)».

Sulla presenza in video di Zelensky a Sanremo

«Condividere la serata con un messaggio di pace del presidente Ucraino è assolutamente in linea con il mio animo. Non ci vedo nulla di oscuro o negativo!».

A proposito della collaborazione con Davide Petrella.
«Un “romano” e un partenopeo insieme fanno scintille! Ma sono nate un sacco di idee e discussioni tra noi molto positive per la crescita dei pezzi scritti insieme nel nuovo album. Lui, poi, è un vero vulcano. Io ci vado più coi piedi di piombo. Gli voglio bene anche se a volte mi fa arrabbiare! Ma credo sia reciproco. Il calcio? No, ne parla lui: io vengo da una famiglia romanista, ma non amo né conosco. Quindi… mi astengo!».

1 Febbraio 2023
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