Regionali Lazio
4:00 am, 27 Gennaio 23 calendario
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Massimilano Valeriani: «Rifiuti, la politica abbia coraggio e decida»

Di: Paolo Chiriatti
Massimiliano Valeriani
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Classe 1968 e una laurea in Scienze Politiche, Massimiliano Valeriani è l’assessore di Roma della Giunta Zingaretti, con delega alla Casa, all’Urbanistica e all’Ambiente. È candidato con il centrosinistra alle regionali nel Lazio.  Negli ultimi dieci anni ha vissuto da protagonista l’esperienza di governo regionale.

Mobilità

La vita dei pendolari è difficile, come imprimere una svolta?

«Con una programmazione seria. In Regione abbiamo risanato Co.Tral. salvandola dal fallimento e portandola a fare utili. Possiamo fare lo stesso sulla Roma-Viterbo e sulla Roma-Lido, che oggi sono in carico proprio a Co.Tral. Queste due linee hanno sofferto molto la mancata manutenzione nel periodo di gestione Atac. Sulla Roma-Lido in particolare i pendolari noteranno il cambiamento, nel medio periodo. Abbiamo acquistato nuovi treni, che stanno entrando gradualmente in esercizio».

Cosa pensa del Tpl gratuito?

«Penso che vada esteso il diritto a spostarsi per gli under 25 e gli over 70 come proposto da D’Amato. Incentivare l’uso dei mezzi pubblici ha due conseguenze positive: decongestiona il traffico privato e spinge a investire di più sul trasporto pubblico».

Rifiuti

Come migliorare la differenziata e realizzare nuovi impianti?

«La politica deve avere il coraggio di fare delle scelte. Nel Lazio la differenziata è al 54%, sopra la media nazionale. Se nella Capitale chi ha governato prima di Gualtieri avesse avuto lo stesso spirito la nostra regione avrebbe percentuali ancora più alte. A Roma il problema non sono gli impianti ma i rifiuti. Per quanto riguarda l’aumento delle differenziata, che significa meno scarti, si può intervenire premiando innanzitutto le buone pratiche negli enti locali e incentivando presso le aziende private la produzione di imballaggi sostenibili, facili da avviare al riuso».

Sanità

Le Regioni hanno affrontato il Covid, mostrando pregi e difetti del sistema sanitario. Come abbattere liste d’attesa e pronto soccorso pieni?

«La sanità laziale era disastrata. In dieci anni l’abbiamo portata fuori dal commissariamento. Per far fronte ai debiti diversi ospedali erano stati cartolarizzati, e per anni abbiamo pagato milioni di euro di affitti. C’è stato un lavoro enorme per superare questa situazione. Ora possiamo ragionare sugli investimenti, e abbiamo ricominciato ad assumere. Con il commissariamento c’era stato un blocco del turn over impressionante: 10 mila addetti alla sanità laziale, che ora sono gradualmente rimpiazzati. Occorre dare continuità a quanto fatto. Rispetto alla situazione ereditata dal centrodestra, noi rivendichiamo la nostra credibilità».

Casa

Edilizia popolare, Le case Ater, gestite dalla Regione, dovrebbero riscuotere anni di affitti per morosità che superano il miliardo di euro.
»È un falso problema. Sono soldi che si sono accumulati nel corso di decenni e che riguardano inquilini in gravi difficoltà economiche. Nessuno, direi negli ultimi decenni, è intervenuto su questo tema perché rappresenta in larghissima parte una questione sociale. Ater negli ultimi anni ha risanato un debito di 600 milioni di euro per le Ici non pagate al Comune di Roma. Oggi rimette a posto i suoi edifici, anche tramite il bonus 110%, caso unico in Italia. E investe non solo per migliorare la vivibilità degli alloggi popolari, ma anche per allontanare chi non ha diritto alla casa».

Autonomia e poteri

Cosa pensa dell’Autonomia rafforzata delle Regioni, che il Governo ha in cantiere?
«Penso che dividerebbe ancora di più i territori tra ricchi e poveri, e che sia un contentino del Governo alla Lega, in crisi di voti e di identità».

Si discute in questi giorni di elezione diretta del Capo dello Stato o del premier. Secondo lei il presidenzialismo nelle Regioni ha funzionato?

«Mi preoccupa l’azione di una destra che vuole sconvolgere gli assetti istituzionali, pensando che una riforma presidenziale possa risolvere la stabilità e la governabilità. Una riforma presidenziale o il premierato sono un modo per nascondere i problemi di una politica debole, che sconta ritardi e inefficienze che nulla hanno a che vedere con il nostro sistema di governo. Discorso diverso è l’elezione diretta di un sindaco o di un presidente di Regione. Sono figure che rispondono direttamente ai cittadini sul loro territorio. Sono amministratori locali. L’idea di un “sindaco d’Italia”, come amano ripetere i sostenitori del premierato, mi fa un po’ sorridere»

27 Gennaio 2023
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