Il personaggio
9:01 am, 21 Gennaio 23 calendario
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Sardella e la tv: «Oggi è un copia copia!»

Di: Orietta Cocchinelli
Sardella
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Conduttore televisivo, paroliere, cantante e agronomo, classe 1956, Luca Sardella da San Severo (Foggia) ne ha viste e fatte di tutti i colori, grazie anche alla sua inesauribile energia, alla sua curiosità e al suo pollice verde, arredando giardini di vip, raccontando la natura e i suoi segreti al pubblico, e scrivendo canzoni per Fausto Leali e non solo.

Mr. Sardella oggi che combina?

«Sto scrivendo un album con Mogol e Cheope. Presto uscirà anche un mio libro per la Rai sul tema “transizione ecologica”: in questo ambiente distrutto ne abbiamo bisogno davvero. Non si sa che fine faremo! E, poi, io faccio di tutto come Bob Dylan! Sin da ragazzino mi misuravo con il mondo delle piante e con quello della musica. Cantavo davanti allo specchio imitando Morandi, Celentano, Battisti… e raccoglievo i semini che gli altri gettavano, perché ero povero in canna! Con la mia chitarra sono emigrato a Milano e suonavo e cantavo con i miei gruppi: allora ero uno squattrinato».

E poi l’incontro che ti cambia la vita…
«Fu Ornella Vanoni a notarmi e a presentarmi alla mia prima casa discografica. E ho avuto poi la fortuna di conoscere Santana che suonò per un mio pezzo. Ho incontrato il grande Lucio Battisti che mi fece persino i complimenti: un ricordo che porto nel cuore… Ho iniziato facendo un pezzo reggae e passo da un genere all’altro… Mi muovo tra rock e pop italiano soprattutto. Ah, ho anche scritto la seconda serie di Furia Cavallo del West!».

Lei ha avuto ben due “padrini” al suo fianco.
«Tra i miei mille cappellini, ho seguito i consigli di Pippo Baudo, per quanto riguarda il versante musicale, mentre sul fronte “piante” è stato Michele Guardì a scoprirmi come uno forte in agronomia. Non a caso, alla convention sull’ambiente Giorgia Meloni ha chiamato me per parlare della Terra… Io non conoscevo la presidente del Consiglio, ma me ne sono innamorato subito: è una persona bellissima!».

Le due anime di Sardella

«Sono legato molto alle mie radici, al mio paese, San Severo, in Puglia, che mi ha dato la possibilità di sognare. Ma se canto troppo mi sento male e mi rifugio subito nell’agronomia e nella botanica, e viceversa…».

Bazzica nel mondo della tv dagli Anni ‘80: com’è cambiato il modo di fare televisione?
«La televisione è peggiorata per certi versi: non sappiamo adeguarci alle novità. C’è sempre il copia, copia… Mentre nel calcio quello che non segna mai (come pure il portiere che non para e il difensore che non difende) viene tolto e messo in panchina, in tv non è così. Anche l’indice d’ascolto di un programma è relativo. Si butta dentro di tutto. Io, ad esempio, tra le tante cose ho fatto “Nella vecchia fattoria” e poi è nata “La prova del cuoco” una brutta copia del mio show».

E come sarebbe la sua tv se avesse carta bianca? Più green?
«Farei la tv del 3000 perché guardo al futuro, sempre. Io, d’altronde, portavo il cappellino, che va tanto di moda oggi, già negli Anni ‘80, e ho fatto il primo reggae e il primo rock in tv. Oggi direi come fare per diminuire l’acqua alla rosa per sprecare meno risorse idriche in giardino… Insomma, gli altri copiano, io invento e sperimento! Ho appena fatto nuovo spot per San Marzano e anche una canzoncina dedicata alle Veline di Striscia la Notizia dove sono di casa».

Con Sanremo alle porte: che dice Sardella del Festival?
«Amadeus a Sanremo è stato bravo, perché ha aperto al nuovo ai giovani, anche lasciando alcuni vecchi big della canzone. Il coraggio di osare è fondamentale nello spettacolo! Mia figlia Daniela, che è un avvocato di professione, ad esempio lavora con me nel settore archeologia della vecchia Roma: buon sangue non mente!».

21 Gennaio 2023
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