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3:34 pm, 20 Gennaio 23 calendario

Bankitalia, inflazione 2023 al 6,5% ma consumi in rallentamento

Di: Redazione Metronews
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I consumi delle famiglie, «che nel 2022 hanno riflesso il ritorno alle abitudini di spesa precedenti la pandemia, nell’anno in corso risentirebbero con maggiore intensità degli effetti negativi dell’elevata inflazione e del deterioramento della fiducia».

Lo rileva Bankitalia nel Bollettino economico stimando che in media d’anno i consumi crescerebbero di circa l’1,5% nel 2023, «principalmente a seguito dell’effetto di trascinamento determinato dalla forte espansione dell’anno precedente, e rallenterebbero poco al di sotto dell’1 per cento in media nel biennio 2024-25». Il tasso di risparmio, diminuito al 7,1% nel terzo trimestre del 2022, scenderebbe ancora nell’anno in corso, per recuperare solo parzialmente nel biennio successivo.

Bankitalia, consumi e inflazione

«Nell’area dell’euro l’attività è in rallentamento, mentre l’inflazione resta alta». «Secondo gli indicatori congiunturali più recenti, il Pil dell’area dell’euro – sottolinea Bankitalia – sarebbe rimasto pressochè stazionario nell’ultimo trimestre del 2022. L’inflazione al consumo si è mantenuta elevata (9,2% in dicembre su base annuale), benchè in flessione da novembre e la componente di fondo ha continuato a rafforzarsi anche per effetto di una trasmissione graduale dei passati rincari energetici».

L’inflazione, salita quasi al 9% in media nel 2022, scenderebbe al 6,5% quest’anno e più decisamente in seguito, portandosi al 2% nel 2025. E’ quanto prevede la Banca d’Italia nelle proiezioni economiche aggiornate in uno scenario di base che ipotizza che le tensioni associate alla guerra in Ucraina si mantengano ancora elevate nei primi mesi del 2023 e si riducano gradualmente lungo l’orizzonte previsivo.
In uno scenario avverso, caratterizzato da un’interruzione permanente delle forniture energetiche dalla Russia,
l’inflazione al consumo salirebbe ulteriormente, avvicinandosi al 10% quest’anno, per poi scendere fino a poco più del 4 nel 2024 e ridursi decisamente verso il 2% nel 2025, quando «l’impatto diretto e indiretto del rincaro dell’energia verrebbe compensato da quello di segno opposto derivante dal deterioramento delle condizioni cicliche. Quest’ultimo peserebbe sulla dinamica dei prezzi in maniera più persistente».

Pil 2023 a +0,6%

Nel complesso del 2022 il Pil italiano sarebbe aumentato del 3,9%. L’attività economica, sostenuta per gran parte del 2022 dalla dinamica robusta dei consumi e degli investimenti, si sarebbe indebolita negli ultimi mesi dell’anno. E’ quanto stima la Banca d’Italia nel suo primo bollettino economico dell’anno, secondo cui la debolezza del prodotto si dovrebbe protrarre anche nel trimestre in corso, per attenuarsi gradualmente dalla primavera.
Secondo l’istituto di via Nazionale, la crescita acquisirebbe maggiore vigore dal 2024, in concomitanza con la diminuzione delle pressioni inflazionistiche e dell’incertezza. In media d’anno il Pil aumenterebbe dello 0,6% nel 2023 e dell’1,2% nel 2024 e nel 2025.

Occupazione

«Il numero di occupati è tornato ad aumentare lievemente nel bimestre ottobre-novembre, ancora sostenuto dalla componente a tempo indeterminato per effetto delle trasformazioni delle posizioni temporanee avviate nel 2021». Nel 2023 la dinamica salariale accelererebbe moderatamente». Secondo l’istituto di Via Nazionale, «le ore lavorate continuerebbero a espandersi nel triennio, a un passo inferiore a quello del prodotto. Il numero degli occupati crescerebbe lungo l’orizzonte a tassi ancora più contenuti, rispecchiando il graduale recupero del margine intensivo di utilizzo del fattore lavoro. Il tasso di disoccupazione si ridurrebbe lievemente nel triennio».

20 Gennaio 2023
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