Teatro Milano
12:56 pm, 16 Gennaio 23 calendario

Allo Strehler debutta “Ferito a morte” diretto da Andò

Di: Redazione Metronews
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TEATRO Da domani al 22 gennaio, Roberto Andò porta al Piccolo Teatro Strehler, nella versione firmata da Emanuele Trevi, il capolavoro di Raffaele La Capria, Ferito a morte, romanzo sulla lotta tra natura e storia, sugli amori mancati, sui ritorni e i rimpianti; ma anche capolavoro di stile, suono e musica in cui come ammette l’autore, «il vero protagonista è il tempo: il tempo della giovinezza».

In “Ferito a morte” il protagonista è il tempo della giovinezza

Un racconto che dura il breve arco di una mattina, ma che si dipana attraverso undici anni di vicende, dal 1943 al 1954. Una polifonia di punti di vista, personaggi, voci, dialoghi, descrizioni e storie che hanno come palcoscenico Napoli, la città che «ti ferisce a morte o t’addormenta». Un romanzo, ormai un classico della letteratura italiana.

La rilettura di Andò sulla versione di Emanuele Trevi

Roberto Andò affronta Ferito a morte di Raffaele La Capria, Premio Strega nel 1961, in una versione per il teatro creata da Emanuele Trevi, vincitore dello stesso riconoscimento a sessant’anni di distanza.

«Per adattare (parola che da sempre mi sembra imprecisa o inadeguata) questo grande romanzo al teatro  – spiega Andò – ho chiesto l’aiuto di uno scrittore come Emanuele Trevi, da sempre dedito nei suoi bellissimi libri a riportare in vita ciò che è scomparso, a riacciuffare quel punto della vita che altrimenti sarebbe condannato a svanire per sempre».

«Il romanzo è attraversato dai fantasmi della Storia»

«Come ogni racconto del tempo che passa – prosegue il regista – il romanzo di La Capria, in modo del tutto originale e unico, è attraversato dai fantasmi della Storia. In questo senso è anche un libro sul fallimento della borghesia meridionale, sul marciume corrosivo del denaro, sullo sciupio del sesso, sul disfacimento della città all’unisono con chi la abita, sulla logorrea e la megalomania, sul piacere di apparire e fingersi diversi da come si è. Soprattutto è una storia, come ha scritto Leonardo Colombati, che non ha principio né fine».

16 Gennaio 2023
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