Firenze
11:07 am, 11 Gennaio 23 calendario

Palazzo Vecchio, scesi i manifestanti per Cospito

Di: Redazione Metronews
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FIRENZE Sono scesi ieri sera intorno alla mezzanotte dal tetto di Palazzo Vecchio i due giovani manifestanti, entrambi di Pistoia, che dalle 13 protestavano contro il regime 41 bis inflitto all’anarchico Alfredo Cospito.

Lo striscione «41 bis uguale tortura. Alfredo Cospito Libero»

I due antagonisti, che in un primo momento avevano anche srotolato uno striscione poi rimosso dalle forze dell’ordine («41 bis uguale tortura. Alfredo Cospito Libero» con la A di anarchia e «Lo stato italiano sta uccidendo Alfredo Cospito» scritto su alcuni volantini), sono stati identificati dalla polizia e denunciati per occupazione di edifici pubblici.

Il questore ha firmato un foglio di via, disponendo l’allontanamento dei due da Firenze. Davanti alla Questura si è radunato un gruppo di anarchici che, per ribadire il loro sostegno ai due manifestanti, hanno dato vita ad un presidio.

La protesta per Cospito in piazza della Signoria

Ieri, in piazza della Signoria c’era stato un presidio di protesta da parte di una trentina di giovani manifestanti riconducibili all’area antagonista. La protesta era a sostegno di Alfredo Cospito, un anarchico che, contro il regime di carcere duro cui è sottoposto nel carcere di Sassari, ha avviato lo sciopero della fame. Si tratta della prima volta in cui il regime di carcere duro viene applicato ad un anarchico.

Lo sciopero della fame di Cospito sottoposto al 41 bis

Cospito non mangia più dal 19 ottobre e le sue condizioni fisiche sarebbero allo stremo. Sul caso era intervenuto anche il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che nei giorni scorsi aveva affermato che, in caso di aggravamento delle condizioni di salute del detenuto sarebbe potuta essere «disposta una sospensione della pena o richiesta al ministro una revoca del regime speciale».

Mauro Palma ha incontrato l’anarchico in carcere a Sassari

Secondo il Garante nazionale delle persone private della libertà, Mauro Palma, che ha incontrato Cospito nel carcere di Sassari, ha detto di aver «trovato le sue condizioni rassicuranti. Al momento è monitorato dall’assistenza sanitaria, ma questa situazione deve fare un passo avanti. Cospito deve capire che questa battaglia deve portarla avanti con altri mezzi, soprattutto con metodi che non siano dannosi per la sua salute».

Dal canto suo, Cospito non ha alcuna intenzione di sospendere lo sciopero della fame. Contesta l’accusa di strage politica «per due attentati dimostrativi in piena notte, in luoghi deserti, che non dovevano e non potevano ferire o uccidere nessuno».

La mobilitazione in favore di Cospito

Intanto prosegue in tutta Italia la mobilitazione a suo sostegno con diverse manifestazioni e un appello firmato da intellettuali e giuristi tra cui Don Ciotti, Massimo Cacciari e Moni Ovadia,.

Nei giorni scorsi un proiettile è stato inviato per posta al procuratore generale di Torino, Francesco Saluzzo, che, insieme il pm Paolo Scafi, sostiene l’accusa nel processo contro Cospito,  per i due ordigni ritrovati nel 2006 davanti all’ex caserma allievi carabinieri di Fossano.

Le condanne che pesano sull’anarchico

Per quei fatti l’anarchico è stato condannato a 20 anni, ma, dopo un passaggio in Cassazione il procedimento è tornato alla Corte d’appello di Torino, con l’ipotesi di reato riconfigurata in strage ai danni dello Stato, e la richiesta di condanna all’ergastolo con 12 mesi di isolamento diurno.

Contro il regime del carcere duro la difesa di Cospito ha già presentato ricorso in Cassazione. Si attende la fissazione della data dell’udienza.

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11 Gennaio 2023
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