Case per i fuori sede di Torino: 10mila alloggi in 5 anni
Poche stanze e prezzi alle stelle. Trovare un appartamento in affitto per uno studente fuori sede a Torino è diventata un’impresa. L’Università e il Politecnico di Torino hanno quindi deciso di unire le forze per tentare di pareggiare domanda e offerta a prezzi giusti. Si chiama Torino Student Housing il progetto presentato mercoledì mattina nel Rettorato di Unito. «Ci siamo dati un obiettivo: rendere disponibili per gli studenti 10 mila alloggi in 5 anni – ha detto il rettore dell’università di Torino Stefano Geuna -Il metodo è quello di offrire servizi agevolando sia chi affitta che chi ha bisogno di andare in affitto. Questo strumento porta a calmierare il mercato e a riequilibrare la domanda e l’offerta. Attualmente i prezzi aumentano e le condizioni degli alloggi sono peggiori, il nostro obiettivo è quello di invertire la rotta». L’obiettivo dell’iniziativa è quello di mettere gli appartamenti sfitti della città al servizio degli studenti fuori sede. Secondo le stime dell’Associazione Piccoli Proprietari Immobiliari, nella sola città di Torino sono circa 50 mila gli appartamenti che, per motivi diversi, sono inutilizzati: alcuni oggetto di eredità in attesa di destinazione, altri per la necessità di importanti ristrutturazioni, altri ancora per inerzia della proprietà nei confronti di una messa in affitto con il rischio di morosità. Il progetto prevede forti incentivi fiscali relativi a cedolare secca, imposta del registro e Imu, ma anche la definizione di standard di ristrutturazione con livelli di servizio definiti (dimensione delle stanze, arredi, wifi) con materiali di qualità e nello stesso tempo scontati; un canone sostenibile dell’appartamento indipendentemente dalla localizzazione e dalle caratteristiche dell’immobile, un aiuto a gestire le locazioni con operatori e piattaforme multilingua verso studenti internazionali. Saranno coinvolte le banche, l’associazione dei proprietari, le centrali cooperative, la Camera di Commercio e gli ordini professionali.
La ristrutturazione funzionale di questi spazi potrebbe diventare una forma di economia circolare che consentirebbe il riutilizzo di spazi senza il consumo di suolo e con ridotti consumi energetici. «I fuori sede che studiano e vivono a Torino, internazionali e nazionali, sono oggi parte significativa e importante della popolazione torinese – ha affermato Geuna -. Segno anche di come la città sia cambiata negli ultimi anni anche grazie all’università con la sua crescente attrattività. Sono infatti circa 40 mila le studentesse e gli studenti che hanno scelto i nostri atenei, ponendo anche nuovi bisogni di residenzialità e di socialità». Mentre il Rettore del Politecnico Guido Saracco ha aggiunto: «Il progetto è strategico, per consentire agli atenei del territorio di essere attrattivi non solo in termini di didattica e ricerca, ma anche nel garantire spazi residenziali a studenti fuori sede e stranieri sempre in crescita. Gli studenti stranieri che formiamo ai nostri valori sono una grande opportunità per il Paese di attenuare gli effetti della denatalità. Particolarmente meritorio poi quello che sapremo realizzare per l’accoglienza degli studenti provenienti da Paesi poveri o da zone di guerra». Dal Comune di Torino gli assessori Carlotta Salerno e Jacopo Rosatelli hanno sottolineato che, «tutte le azioni che servono a dinamizzare il mercato delle locazioni private convincendo i proprietari a mettere a disposizione alloggi sfitti, sono benvenute».
© RIPRODUZIONE RISERVATA