Covid
12:38 pm, 10 Gennaio 23 calendario

Kraken, da mostro mitologico a variante Omicron

Di: Redazione Metronews
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Rinominare le varianti è un modo per colmare il vuoto rispetto alle lettere greche decise dall’Oms. “Kraken” è l’ultima arrivata, ma prima di questa variante Omicron ci sono state “Gryphon”, “Centaurus”, “Cerberus”, “Typhon”, e tanti altri soprannomi suggestivi in tre anni di pandemia. Dietro questo esercizio di rendere più popolari i nomi delle mutazioni di Sars-CoV-2, spesso collegando l’operazione al tasso di rischio ipotizzato, c’è una comunità internazionali di scienziati che si confronta sui social, soprattutto su Twitter, rilanciando sequenziamenti, studi e analisi.

Perché Kraken

I soprannomi delle varianti sono un modo per colmare in modo informale il “vuoto” rispetto alla metodologia delle lettere greche (Alpha, Delta, Omicron) scelto dall’Oms, ed evidenziare una manciata di varianti di cui le persone stanno discutendo.

«La maggior parte dei nomi non è stata scelta per spaventare, e così Kraken. E’ il nome di una squadra di hockey o di una marca di rum, il fatto che ci fosse anche una creatura mitologica con quel nome sembrava abbastanza appropriato per Xbb.1.5», spiega T. Ryan Gregory, professore del Department of Integrative Biology dell’University of Guelph (Ontario), uno degli scienziati più attivi sul fronte delle varianti e il “padre” del soprannome “Kraken” della sottovariante Omicron Xbb.1.5.

«Abbiamo trovato utile utilizzare dei soprannomi per le varianti di particolare interesse e li usiamo da diversi mesi — prosegue Gregory — Ad agosto 2022 ho suggerito di guardare alle creature mitologiche dell’antica Grecia, che avrebbero dovuto seguire il sistema formale di denominazione delle lettere greche. Kraken non arriva dall’universo dell’antica Grecia ma è una creatura marina mitologica che le persone riconoscono e Xbb.1.5 si è sicuramente guadagnata un soprannome per le sue caratteristiche uniche. Anche le altre varianti della stessa famiglia avevano già soprannomi: Xbb è Gryphon e Xbb.1 è Hippogryph».

Le decisioni dell’Oms

Nel primo anno di pandemia l’Oms ha stabilito di utilizzare come sistema di identificazione delle varianti le lettere greche insieme alla nomenclatura Pango, «ma questo andava bene quando avevamo varianti molto diverse — precisa il biologo — Ora abbiamo più di 650 sottovarianti, tutte ancora chiamate Omicron. C’è un sorta di “zuppa” di varianti che circolano tutte contemporaneamente in varie località. Ecco allora che i soprannomi aiutano a far capire cosa ci troviamo di fronte».

Il futuro

«Non sappiamo se Xbb.1.5, “Kraken”, è più o meno pericolosa rispetto alle altre varianti Omicron, se decollerà negli Usa — continua T. Ryan Gregory — ma ha proprietà a cui vale la pena prestare attenzione. Dovremmo essere consapevoli di questo e del suo potenziale di causare infezioni Covid, e dovremmo sorvegliare l’evoluzione delle varianti. Penso, dunque, che sia positiva una discussione intorno alle varianti che vengono sequenziate e anche il lavoro di ribattezzarle con nomi diversi da quelli ufficiali spero sia una opportunità per continuare a migliorare la nostra comunicazione su questo argomento».

Gregoy avverte sui potenziali rischi di nuove varianti. «Attenzione non c’è solo Xbb.1.5 da guardare in questo momento — rimarca — Ci sono ancora Bq.1 (Typhon) e Bq.1.1 (Cerberus) in Nord America, Ch.1.1 (Orthrus) nel Regno Unito e in Nuova Zelanda, e in Cina ci sono evoluzioni di Ba.5.2 (Tritone) e Bf.7 (Minotauro)». Proprio di fronte a questo scenario Covid così in continua evoluzione, «dovremmo prendere provvedimenti per ridurre il numero di nuove varianti che continuano a evolversi riducendo la trasmissione — suggerisce — Quindi: mascherine Ffp2 indossate correttamente, ventilazione meccanica e filtrazione dell’aria nei luoghi chiusi, evitare grandi assembramenti dove possibile, testare e isolare se positivi al Covid».

La Cina

«La situazione del Covid in Cina è straziante — continua Gregory.— È probabile che il costo umano sarà enorme. Poi, in termini di evoluzione delle varianti, penso che in quel Paese ci siano sicuramente diverse centinaia di milioni di nuove infezioni frutto delle mutazioni del virus. Tuttavia, lì la direzione dell’evoluzione sarà diversa perché la “fuga immunitaria” non sarà la caratteristica principale delle mutazioni: una variante che si evolve in Cina potrebbe non competere bene altrove, anche se c’è sempre la possibilità di una ricombinazione con una altra variante che si è evoluta con una fuga immunitaria significativa» conclude Gregory.

10 Gennaio 2023
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