Il mondo del cinema era sceso in campo per difendere i diritti del popolo iraniano e dal festival di Cannes si era chiesto chiede l’immediato rilascio della pluripremiata attrice Taraneh Alidoosti, arrestata in Iran dopo aver pubblicato immagini che la ritraevano senza l’hijab obbligatorio e per aver sostenuto, nei suoi post sui social, le proteste innescate dalla morte della 22enne curda iraniana Mahsa Amini mentre era in custodia della polizia religiosa.
Taraneh Alidoosti, 38 anni, è considerata una delle attrici più influenti nel Paese: ha recitato in diverse pellicole firmate dal regista iraniano Asghar Farhadi, tra cui Il Cliente, premio Oscar per il miglior film internazionale nel 2017.
Le manifestazioni davanti al carcere di Evin
Gli appelli a favore del rilascio dell’attrice erano arrivati anche da numerosi registi e cineasti iraniani che avevano organizzato alcuni sit in, per diversi giorni, fuori dal carcere di Evin a Teheran, rischiando essi stessi l’arresto.
Nello stesso carcere di Evin ci sono anche Hengameh Ghaziani e i registi Jafar Panahi e Mohammad Rasoulof.
Teheran contro Charlie Hebdo
Intanto, il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian si scaglia contro la rivista satirica francese Charlie Hebdo “colpevole” di aver pubblicato decine di caricature con protagonista la Guida Suprema dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei.
L’atto «offensivo e indecente» della rivista francese non resterà «senza una risposta efficace e decisa», ha dichiarato in un tweet il capo della diplomazia di Teheran, sottolineando che «non permetteremo al governo francese di oltrepassare il limite. Hanno preso la strada sbagliata, decisamente».
Le caricature di Khamenei pubblicate su Charlie Hebdo
L’8 dicembre Charlie Hebdo – in precedenza finito nella lista nera delle sanzioni iraniane – aveva lanciato un concorso di caricature sulla Guida Suprema con l’obiettivo di «sostenere la lotta degli iraniani che combattono per la loro libertà, ridicolizzando questo leader religioso di un’altra epoca e rimandandolo nella pattumiera della storia»; ed oggi è stata pubblicata «la selezione dei vincitori».
In una delle vignette contestate da Teheran, Khamenei indossa un turbante con una miccia accesa, in un’altra un gruppo di atlete alza la sua testa come un trofeo. Ce ne sono anche alcune che ritraggono l’ayatollah lapidato da due donne nude e Khamenei, mentre annega in un mare di sangue, che tenta di salvarsi aggrappandosi a un cappio.