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5:13 pm, 13 Dicembre 22 calendario
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Il killer di Fidene percepiva il Reddito di cittadinanza

Di: Redazione Metronews
Campiti
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Claudio Campiti, il killer di Fidene che domenica ha ucciso tre donne e ferito tre persone, percepiva il Reddito di cittadinanza, almeno fino al settembre del 2021. Il particolare è emerso oggi.

L’uomo, 57 anni, aveva subito un pesante tracollo psicologico in seguito alla morte del figlio Romano, che aveva perso la vita nel 2012, a 14 anni, mentre percorreva sullo slittino una pista sulla Croda Rossa, in Trentino.

Campiti e il reddito di cittadinanza

I carabinieri stanno effettuando verifiche sullo stato patrimoniale di Campiti. Appare comunque certo che l’uomo versava in gravi difficoltà economiche dopo la morte del figlio. L’ex imprenditore e assicuratore aveva deciso di ritirarsi a vivere nel consorzio di case su lago del Turano, ma non aveva mai finito di costruire la villetta che sarebbe dovuta diventare la sua casa. Il terreno lo aveva acquistato nel 2009 ma forse proprio a causa delle difficoltà economiche Campiti si era ridotto a vivere nello scantinato, mentre il resto del manufatto era rimasto solo uno scheletro di cemento.

Negli anni Campiti si era isolato sempre di più, in lotta contro la dirigenza delle piste della Croda, dove aveva perso la vita il figlio, e contro il consorzio di case dove viveva quasi allo stato brado, in quella cantina di 50 metri quadrati senza acqua e con gli allacci abusivi alla rete elettrica. Nella sua solitudine aveva creato dei blog nei quali chiedeva giustizia per il figlio morto, facendolo parlare in prima persona, e dove prendeva di mira i comportamenti a suo avviso scorretti da parte del consorzio di case.

Una vita solitaria, contro tutto e tutti, passata negli ultimi anni a coltivare rancore per la perdita del figlio e per le richieste di avere almeno l’allaccio dell’acqua nella sua abitazione tugurio. Le uniche passioni che lo portavano fuori di casa erano l’amore per le chiese e i monumenti di Roma e l’attrazione per le armi. Il profilo Facebook di Campiti è pieno di foto che ritraggono basiliche e musei della Capitale, e di pagine dedicate a fucili e pistole.

Indagini sul poligono di Tor di Quinto

A breve potrebbero finire sul registro degli indagati anche i vertici del poligono di Tor di Quinto, dove Campiti si esercitava abitualmente, fino a diventare un tiratore provetto: era in grado di centrare il bersaglio 30 volte su 30. Il girono in cui ha preso la pistola per compiere la mattanza contro i condomini del consorzio del Turano riuniti nel bar di Fidene avrebbe detto all’armiere: «Dammi la solita Glock». Poi è uscito lasciando documento e la tessera “Platinum” del poligono, che aveva iniziato a frequentare nel 2018. In seguito ai fatti il direttore della struttura ha deciso di autosospendersi. E all’indomani della strage emerge che altre volte le armi erano uscite senza che nessuno se ne accorgesse. Nel 2012 un uomo fece esattamente come Campiti, per poi commettere una rapina a Firenze. In un’altra occasione un uomo prese una pistola e la uso per uccidersi fuori dal poligono.

Domani la convalida del fermo

Intanto la Procura di Roma ha chiesto la convalida del fermo di Claudio Campiti e domani alle 10 si terrà l’interrogatorio davanti al gip, nel carcere di Regina Coeli dove l’uomo è detenuto. Le indagini sono coordinate dal pm Giovanni Musarò e dal procuratore aggiunto Michele Prestipino che contestano all’uomo le accuse di triplice omicidio volontario con le aggravanti della premeditazione e dei futili motivi, oltre al tentato omicidio delle tre persone rimaste ferite nella sparatoria di domenica mattina a Fidene.

Assistenza psicologica ai superstiti

All’indomani della mattanza le autorità sanitarie hanno attivato l’assistenza psicologica per le persone rimaste convolte nella sparatoria di Fidene. Lo ha dichiarato l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato: «Un sostegno per aiutare a superare questo evento traumatico che purtroppo, oltre al tragico bilancio di vite umane, può avere serie conseguenze anche da un punto di vista psicologico. Una apposita equipe dell’emergenza è stata attivata dall’Ares 118 assieme alla Asl Roma 1 e nei prossimi giorni è prevista una prima valutazione su un primo gruppo di venti persone».

L’omaggio del sindaco Gualtieri alle vittime

Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha deposto nel pomeriggio un mazzo di fiori nei pressi del bar “Posto giusto” di via Monte Giberto, nel quartiere Fidene, in ricordo delle vittime della sparatoria: Sabina Sperandio, Elisabetta Silenzi e Nicoletta Golisano, rispettivamente di 71, 55 e 50 anni.

«Roma è vicina ai feriti e si stringe al dolore dei parenti delle vittime del terribile atto di violenza che ha sconvolto Fidene e tutta la nostra città. Bisogna fare di tutto affinché tragedie come questa non accadano mai più», ha scritto sui social.

13 Dicembre 2022
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