Croazia, scoppia il caso: festa con cori neonazisti

For Bosniaks, Herceg-Bosna (the term used in song) symbolizes: concentration camps, rapes, torture, slave labour, persecution, killings…

This is so sad @HNS_CFF pic.twitter.com/esElnElONN

— BiHFootball (@BiHFootball) December 12, 2022

Croazia nella bufera per i versi neonazisti. Non bastasse la sconfitta netta per 3-0 con la banda Messi, che l’ha eliminata dal Mondiale ad un passo dalla finale, scoppia ora il caso neonazisti per la nazionale di Zlatko Dalic. Una questione che rischia di essere più imbarazzante di una sconfitta meritata. Infatti, come mostra un video che gira sui social (pubblicato qui sopra e tratto da Twitter), dopo la vittoria con il Brasile la squadra croata ha celebrato in maniera molto (ma molto) particolare. Come?

Con i versi del cantante neonazista Thompson (il cui vero nome è Marko Perkovic) che fanno riferimento al regime “Herceg-Bosna”, creato in Bosnia durante la guerra nei Balcani, tra il 1991 e il 1994, e riconosciuto come progetto criminale dal Tribunale penale internazionale dell’Aia. Non esattamente Pierre de Coubertin o qualcosa che abbia lontanamente a che vedere con i valori dello sport, insomma.

Croazia, quei versi neonazisti

Nel video si vedono chiaramente i giocatori e lo staff fare festa. Forse anche qualche membro della delegazione al seguito della squadra. Il problema è che Thompson – il cantante di cui intonano bellamente i versi – è molto noto per le sui posizioni dichiaratamente neonaziste. Dichiaratamente vuol dire che, per esempio,  la band ogni anno fa discutere per la celebrazione dell’organizzazione Ustase, affiliata ai nazisti nella Seconda guerra mondiale. Con riferimenti e “citazioni” nelle canzoni e nei concerti. Una delle loro canzoni si apre con la frase “Za dom spremni!” (“Pronto per la patria”), la versione croata del saluto nazista “Sieg Heil”.

E in un’ altra canzone celebra addirittura il campo di concentramento di Jasenovac, dove gli Ustascia hanno ucciso 83mila persone, tra serbi, ebrei e rom.

Un mesto finale di campionato del mondo per la Croazia in Qatar, senza dubbio. A prescindere da quello che poi Leo Messi ha fatto in campo.