Teatro Bologna
4:30 pm, 12 Dicembre 22 calendario

Le Mine Vaganti di Ozpetek arrivano al Duse di Bologna

Di: Redazione Metronews
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TEATRO Ultime poltrone disponibili per le tre repliche di Mine Vaganti, lo spettacolo di Ferzan Ozpetek nato dall’adattamento teatrale del celebre film omonimo del 2009, in scena dal 16 al 18 dicembre al Teatro Duse di Bologna (venerdì e sabato alle ore 21, domenica alle ore 16).

Sul palco Francesco Pannofino e Iaia Forte nel ruolo dei coniugi Cantone, genitori dei due fratelli interpretati da Edoardo Purgatori e Carmine Recano. Accanto a loro anche Simona Marchesini nel personaggio della nonna. Completano il cast Roberta Astuti, Sarah Falanga, Mimma Lovoi, Francesco Maggi, Luca Pantini e Jacopo Sorbini.

Mine Vaganti, la prima regia teatrale di Ozpetek

Ozpetek firma, dunque, la sua prima regia teatrale mettendo in scena uno dei suoi capolavori cinematografici, vincitore di 2 David Di Donatello, 5 Nastri D’Argento, 4 Globi D’Oro, del Premio speciale della giuria al Tribeca Film Festival di New York e del Ciak D’Oro come Miglior film.

«Per il teatro ho lavorato per sottrazione»

«Come trasporto i sentimenti, i momenti malinconici, le risate sul palcoscenico? Questa è stata la prima domanda che mi sono posto, e che mi ha portato un po’ di ansia, quando ha cominciato a prendere corpo l’ipotesi di teatralizzare Mine vaganti – spiega Ozpetek -. Ho lavorato per sottrazione lasciando quell’essenziale intrigante, attraente, umoristico. Ho tralasciato circostanze che mi piacevano tanto, ma quello che il cinema mostra, il teatro nasconde, e così ho sacrificato scene e ne ho inventate altre, anche per dare nuova linfa all’allestimento».

Mine Vaganti gode di una nuova ambientazione

Nella versione teatrale cambia anche l’ambientazione. «Ora una vicenda del genere non potrebbe reggere nel Salento, perciò l’ho ambientata in una cittadina tipo Gragnano o lì vicino – prosegue Ozpetek -, in un posto dove un coming out ancora susciterebbe scandalo».

Rimane, invece, al centro la famiglia Cantone con le sue radicate tradizioni culturali alto borghesi e un padre desideroso di lasciare in eredità la direzione dell’azienda ai due figli.

Come è noto, tutto precipita quando uno dei due fratelli si dichiara omosessuale, battendo sul tempo il minore tornato da Roma proprio per fare altrettanto.

«Il teatro può permettersi il lusso di silenzi esilaranti»

«Racconto storie di persone, di scelte sessuali, di fatica ad adeguarsi ad un cambiamento sociale ormai irreversibile – conclude Ferzan Ozpetek – Il teatro può permettersi il lusso dei silenzi, ma devono essere esilaranti, altrimenti vanno riempiti con molte frasi e una modulazione forte, travolgente. A questo proposito, ho tratto spunto da personali esperienze».

12 Dicembre 2022
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