Milano
3:47 pm, 12 Dicembre 22 calendario

Covid, bonus 110, elezioni: così la ‘Ndrangheta lucra su tutto

Di: Redazione Metronews
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Non ha mai smesso di “operare” la Locale di ‘Nrangheta di Pioltello gestita dalle famiglie Maiolo/Manno,  nemmeno dopo essere finita nel 2010  nella rete della mega operazione della Dda https://www.interno.gov.it/it/milano-relazione-coordinatore-dda-alessandra-dolci-sul-contrasto-alla-criminalita-organizzata( direzione distrettuale antimafia) di Milano  Infinito, che culminò coll’arresto di 300 affiliati alla ‘Ndrangheta  e la condanna di 200.  Il suo referente Cosimo Maiolo,  insignito all’epoca della carica di “capo società”, dopo aver scontato una condanna ad 11 anni e 4 mesi di reclusione per associazione mafiosa e traffico di sostanze stupefacenti, è tornato subito al lavoro con familiari e affiliati cercando di imporre l’egemonia della sua famiglia sul territorio, nonostante fosse sottoposto alla misura della sorveglianza speciale, mettendo in atto una serie di intimidazioni, sia fisiche che verbali. Un’attività incessante in diversi settori:  traffico di sostanze stupefacenti, tentata estorsione, tentato omicidio, ricettazione, porto illegale di armi, furto aggravato, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, intestazione fittizia e coercizione elettorale, usura, in svariati campi, dalla logistica all’edilizia, approfittando del bonus del 110%, fino a lucrare sul trasporto delle salme delle vittime del Covid 19.  Tutti reati, compresa l’associazione a delinquere, per i quali sono stati disposti 10 arresti.

Le mani della ‘Ndrangheta sulle elezioni

A coronare il tutto anche il tentativo di condizionare le elezioni. Nel capo di imputazione dell’inchiesta del pm Paolo Storari, si legge come il presunto boss Maiolo «ha fatto pressioni sulla comunità straniera di Pioltello (albanese e pachistana in particolare, ndr) affinché la stessa, in occasione delle elezioni amministrative del 2021, votasse a favore dei candidati Marcello Menni e Claudio Fina», entrambi usciti sconfitti alle urne. Non solo, nell’ordinanza di oltre 300 pagine, si riporta come – nel corso di una conversazione – Cosimo Maiolo «ha dichiarato di aver sostenuto anche la candidatura, a sindaco di Rivolta d’Adda (Cremona), del candidato di centrodestra Giovanni Sgroi, che ha effettivamente vinto le elezioni». La sera del 4 ottobre 2021, il presunto boss parlando in un bar si sarebbe augurato la vittoria delle elezioni sia a Pioltello che a Rivolta d’Adda e che così «si sarebbe tolto parecchi sassolini dalle scarpe».

Il mercato delle braccia

Tra le varie attività anche il “mercato delle braccia”: tra gli affari illeciti rientra «anche lo sfruttamento sistematico della manodopera effettuato attraverso la lesione di precetti posti a tutela dei lavoratori» si legge nell’ordinanza. Quanto emerge nell’inchiesta del pm Paolo Storari permette di sfatare il luogo comune secondo cui la ‘ndrangheta influenza e conforma gli ambiti economici con cui viene in contatto, «il meccanismo è esattamente inverso: gli indagati adottano tecniche operative e commettono illeciti tipici del settore economico con cui vengono in contatto, apprendendo il modus operandi della criminalità economica. Istruttive in questo senso le vicende societarie di Unica srl e Thalia srl, facenti rispettivamente capo a Omar e Salvatore Maiolo i quali si inseriscono nel mondo della logistica attraverso società che sono meri serbatoi di manodopera e che sono in grado di proporre al committente, anche un gigante della logistica,  tariffe concorrenziali grazie al mancato pagamento di contributi e imposte, compensati con crediti non spettanti o fittizi: tecnica ampiamente in voga in settori meno connotati da un punto di vista criminologico, dove però il fenomeno raggiunge cifre imponenti valutabili in decine di milioni di euro».

Rapporti di famiglia

Quello che emerge è una struttura mafiosa pervasiva, legata fortemente ai segni e ai simboli tipici della ‘Ndrangheta: in un’intercettazione uno degli indagati, rivolgendosi a suo nipote, da un lato gli spiegava l’importanza dei legami di sangue che assicurano un’affiliazione automatica, dall’altro illustrava l’importanza di riconoscere i segni della ‘Ndrangheta in maniera tale da essere in grado di riconoscersi tra appartenenti.  Curiosa poi l’episodio di un tentato omicidio che ha visto coinvolto un membro della famiglia e alcuni cittadini albanesi per una questione di droga, degenerata in una rissa prima dell’intervento delle forze dell’ordine. Un episodio motivo di forte dissidio nella famiglia, dal momento che il comportamento dell’autore del tentato omicidio è stato ritenuto troppo impulsivo. Da alcune conversazioni tra membri della Locale, era addirittura emersa l’idea del reggente della famiglia di sopprimere il fratello, autore del tentato omicidio.

 

12 Dicembre 2022
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