inchiesta sul qatar
3:00 pm, 10 Dicembre 22 calendario

Parlamento Ue, in casa di Kaili “sacchi di banconote”

Di: Redazione Metronews
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Nel domicilio della vicepresidente del Parlamento Europeo Eva Kaili, a Bruxelles, sono stati trovati ieri “più sacchi” contenenti denaro in contanti, a quanto riferiscono diversi media francofoni, tra cui il quotidiano belga l’Echo e il settimanale francese Valeurs Actuelles. Kaili è quindi stata fermata nell’ambito dell’inchiesta per presunta corruzione in flagranza, cosa che spiega il motivo per cui non è scattata l’immunità parlamentare, che viene meno in questi casi.

Eva Kaili

Kaili

C’è un «forte movimento al Parlamento europeo per rimuovere Eva Kaili dal ruolo di vice presidente». Lo scrive in un tweet il vice presidente del Parlamento europeo, Dimitrios Papadimoulis (La Sinistra/Gue). «Secondo le regole del Pe, è richiesta prima una decisione della Conferenza dei presidenti con una maggioranza del 60% e poi l’approvazione della Plenaria con i due terzi. Tolleranza zero per la corruzione!», aggiunge.

La Procura di Bruxelles

L’ufficio della Procura a Bruxelles ha detto che verrà deciso domani se le 5 persone fermate ieri nell’ambito di un’inchiesta per sospetta corruzione rimarranno detenute o verranno rilasciate. Le autorità belghe ieri hanno arrestato 5 sospettati, tra cui proprio la vicepresidente del Parlamento Europeo Eva Kaili, greca. Anche il compagno di Kaili, che ieri sera è stata espulsa dal Pasok, il suo partito, è stato fermato. Il presidente della delegazione dell’Spd al Parlamento Europeo, Jens Geier, ha chiesto che Kaili si dimetta immediatamente dalla carica di vicepresidente. “Naturalmente non può più rappresentare il Parlamento – ha detto Geier alla Dpa – non può andare avanti così ancora un altro giorno”.

L’inchiesta

L’inchiesta è sulla corruzione legata al Qatar. Prima di Kaili nella mattinata erano stati fermati 4 italiani, tra cui l’ex eurodeputato di Articolo 1 (eletto con il Pd), Antonio Panzeri, e il segretario generale della Confederazione internazionale dei sindacati, Luca Visentini, già segretario generale dei sindacati europei. Inoltre, nella lista dei fermati anche un assistente parlamentare che lavorava al servizio di Panzeri (ora nell’ufficio di un altro eurodeputato italiano di S&d) nonchè compagno di Kaili. La quarta persona fermata è invece direttore di un’Ong che opera a Bruxelles.
I primi a dare la notizia dell’inchiesta che ha innescato la valanga che rischia di travolgere tutto il gruppo dei Socialisti e democratici sono stati i giornali belgi Le Soir e Knack. L’indagine, ora nelle mani del Gip Michel Claise che nelle prossime 48 ore dovrà decidere se convalidare i fermi, è per un presunto caso di corruzione, organizzazione criminale e riciclaggio di denaro.

«Da diversi mesi gli investigatori della polizia giudiziaria sospettano che uno Stato del Golfo abbia cercato di influenzare le decisioni economiche e politiche del Parlamento europeo», ha confermato la procura federale di Bruxelles senza fornire tuttavia nè il nome del Paese nè tantomeno le identità delle persone coinvolte. La corruzione sarebbe avvenuta «versando ingenti somme di denaro e offrendo regali importanti a terzi con una posizione politica o strategica importante all’interno del Parlamento europeo», ha spiegato la Procura.
Nell’ambito dell’operazione, condotta dalla Squadra anticorruzione della polizia giudiziaria, sono state perquisite 16 abitazioni (tra cui quella della vice presidente Kaili) e e sono stati sequestrati circa 600 mila euro in contanti, di cui 500 mila trovati – sempre secondo i media citati – in casa di Panzeri, oggi presidente dell’associazione Fight Impunity, dedita alla lotta all’impunità per gravi violazioni dei diritti umani o crimini contro l’umanità.

10 Dicembre 2022
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