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6:54 pm, 7 Dicembre 22 calendario

Ronaldo, anatomia di un mesto addio

Di: Redazione Metronews
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Ronaldo non fa eccezione: anche se lastricato d’oro e miliardi, il viale del tramonto è sempre triste. Per quelli come lui che non accettano di invecchiare, o perlomeno non lo accetta il loro ego ipertrofico, lo è ancora di più. Dopo ave lasciato macerie umane ovunque negli ultimi tre anni, da Torino a Manchester fino a quella lingua di sabbia qatariota dove  la Fifa ha stabilito che si disputassero i mondiali,  Cristiano Ronaldo è stato mestamente l’escluso extra lusso dai titolari della sfida tra Portogallo e Svizzera. Un’esclusione naturalmente figlia del comportamento di CR7  dopo la sconfitta contro la Corea del Sud ma anche del rapporto come al solito ruvido tra lui e quest’altro spogliatoio. Un copione visto mille volte negli ultimi anni.

Ronaldo, se non sei più un fenomeno non te lo puoi permettere

Il fatto è che se non sei più un fenomeno non ti puoi più permettere questi atteggiamenti. Tutto qui.  Passare sopra alle persone, fregarsene della squadra, giocare solo per i propri record: a 37 anni è già un miracolo che tu sia ancora lì, anche se ti chiami Ronaldo. La natura ha i suoi cicli. E così Fernando Santos, tecnico dei lusitani,  si è permesso il lusso di sbattere Ronaldo in panchina. Cosa che dieci anni fa avrebbe fatto scendere la gente in Praça do Comércio a Lisbona e causato interrogazioni parlamentari ed uno tsunami di reazioni. Invece stavolta non è successo niente, anzi i portoghesi hanno anche appoggiato la scelta. Santos ha puntato sul collettivo  e la squadra lo ha ripagato annichilendo la Svizzera con un clamoroso 6-1.

Per un curioso disegno del destino, o forse di Fernando Santos,  Ronaldo è entrato in campo solo al 73′, al posto della vera stella della serata, quel Gonçalo Ramos di 21 anni che nemmeno nei sogni avrebbe immaginato di uscire dal campo dopo aver messo a segno una una tripletta all’esordio dal 1′ in una Coppa del Mondo. Sostituito da un Ronaldo che schiumava rabbia.

Georgina Rodriguez, compagna di CR7 e qui al Lusai Stadium, non ha esitato a difenderlo./METRO

La storia di quella partita ha poi detto che Ronaldo ha corricchiato, mostrando una condizione atletica da nonnetto che è prima di tutto un insulto alla sua storia fatta di imprese e gesti atletici da lustrarsi gli occhi.  In tutto questa situazione decadente il gol segnato all’84’, ma poi annullato per la sua disperazione, ha reso tutto ancora più penoso.

Bisogna dire che di fronte alla storia di Ronaldo c’è da avere rispetto anche, e forse soprattutto, in questi casi. Non si cancellano cinque palloni d’oro. Anche ricordando la incauta frase detta prima del mondiale:  sognava di segnare un gol in finale contro l’Argentina di Messi: « così smetterei all’istante». Ma mentre Messi è ancora il perno della sua nazionale, lui è diventato un peso. Naturalmente il problema non riguarda solo la nazionale. Dopo la rottura con il Manchester United nessun top club europeo lo ha cercato. Zero carbonella.

E oggi ne ha fatta un’altra. All’indomani della qualificazione ai quarti, il tecnico Fernando Santos ha organizzato un allenamento in campo con i giocatori partiti dalla panchina contro la Svizzera  ieri, ma come evidenziato da “Marca” Ronaldo non c’era. Insomma: Cristiano Ronaldo sembra rivivere lo stesso film già visto al Manchester. Scena per scena.  Solo il filanale stavolta sarà differente:  il campione andrà a concludere una carriera straordinaria nel calcio periferico dell’Arabia Saudita, coperto d’oro. E la naionale portoghese guarderà al futuro, con Gonçalo Ramos. 

7 Dicembre 2022
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