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4:07 pm, 3 Dicembre 22 calendario

No di Mosca al price cap sul petrolio: “Europa senza il nostro greggio”

Di: Redazione Metronews
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Mosca non accetterà il price cap sul petrolio russo. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dall’agenzia stampa russa Tass.

Mosca e il petrolio: “Non accetteremo price cap”

«Stiamo valutando la situazione. Sono stati fatti certi preparativi per questo tetto. Non accetteremo un price cap e vi informeremo come verrà organizzato il lavoro una volta conclusa la valutazione», ha detto Peskov, dopo che la Ue ha deciso di imporre un tetto di 60 dollari al barile per il petrolio russo.

«Da quest’anno l’Europa vivrà senza petrolio russo. Mosca ha già chiarito che non fornirà petrolio a quei Paesi che sostengono il tetto ai prezzi, misura contraria al mercato. Aspettate e vedrete che molto presto l’Ue accuserà la Russia di usare il petrolio come arma». E’ il monito lanciato su Telegram da Mikhail Ulyanov, rappresentante permanente della Russia presso le organizzazioni internazionali a Vienna.

I ventisette Stati dell’Unione europea hanno raggiunto solo venerdì un accordo sul tetto a 60 dollari al barile al prezzo del petrolio russo. Si tratta di una ulteriore mossa, in accordo con gli alleati del G7, per privare Mosca di una delle principali fonti di finanziamento della guerra contro l’Ucraina. E se la quotazione mondiale del greggio russo, che attualmente oscilla attorno ai 65 dollari, dovesse scendere sotto i 60, il meccanismo approvato dall’Ue prevede comunque un tetto del 5% inferiore al prezzo di mercato. Ma deve comunque rimanere superiore ai costi di produzione per incoraggiare la Russia a continuare le consegne e a non tagliare le forniture.  L’accordo, che era stato siglato già giovedì dagli ambasciatori dei Paesi membri dell’Ue a Bruxelles, era rimasto sospeso in attesa della decisione della Polonia, che ha dato il via libera solo nelle scorse ore.
Il meccanismo entrerà in vigore lunedì.  In particolare, il provvedimento dell’Unione vieterà alle compagnie di fornire servizi che consentano il trasporto e l’assicurazione del petrolio russo oltre il tetto dei 60 dollari, al fine di limitare le entrate che Mosca trae dalle sue forniture a Paesi come la Cina o l’India.

Ad avvalorare la strategia di Bruxelles ci sono i dati del fatturato russo: da inizio guerra ha ricavato 67 miliardi di euro dalle sue vendite di petrolio nell’Ue. A fronte di un bilancio militare annuale che ammonta a circa 60 miliardi all’anno, secondo quanto riporta Phuc-Vinh Nguyen, esperto di questioni energetiche dell’Istituto Jacques-Delors, citato dall’Afp.

La Polonia era stata inizialmente molto critica sull’efficacia del tetto fisso, chiedendo un prezzo molto più basso, alcune fonti evocavano 30 dollari al barile. Il prezzo di un barile di petrolio russo (Urals oil) oscilla attualmente intorno ai 65 dollari, poco sopra il tetto europeo, quindi un impatto effettivamente contenuto nel breve periodo.

Per Zelensky tetto troppo alto

Il price cap sul petrolio russo a 60 dollari al barile deciso da Ue, G7 e Australia «purtroppo non è una decisione seria». Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo consueto discorso serale.  «Non è una decisione seria quella di fissare un tale limite per i prezzi russi, perchè si tratta di un limite abbastanza buono per il bilancio dello Stato terrorista», ha aggiunto Zelensky.

3 Dicembre 2022
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