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3:54 pm, 30 Novembre 22 calendario

La Ue: riutilizzare gli imballaggi e limitare le plastiche bio

Di: Redazione Metronews
Riutilizzare gli imballaggi
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Riutilizzare gli imballaggi e ridurli drasticamente prima che finiscano per sommergerci. In media, ogni europeo genera quasi 180 chili di rifiuti di imballaggio all’anno. Imballaggio che sono destinatari del 40% della plastica e del 50% della carta utilizzati nell’Ue. Senza un intervento, l’Ue vedrebbe un ulteriore aumento del 19% dei rifiuti dal packaging entro il 2030, e per i rifiuti di imballaggi in plastica addirittura un aumento del 46%. Sono i numeri che hanno portato la Commissione europea a proporre nuove norme sugli imballaggi che mirano a fermare questa tendenza. Per i consumatori – spiega la Commissione – garantiranno opzioni di imballaggio riutilizzabili, elimineranno gli imballaggi non necessari, limiteranno il sovraimballaggio e forniranno etichette chiare per supportare il corretto riciclaggio. Per l’industria creeranno nuove opportunità commerciali, in particolare per le aziende più piccole, ridurranno la necessità di materiali vergini, aumentando la capacità di riciclaggio dell’Europa e rendendola meno dipendente dalle risorse primarie e dai fornitori esterni. Metteranno il settore degli imballaggi sulla buona strada per la neutralità climatica entro il 2050.

Riutilizzare gli imballaggi e limitarli

Nel dettaglio, la revisione proposta della legislazione dell’Ue sul packaging e i rifiuti di imballaggio ha tre obiettivi principali. In primo luogo, prevenire la generazione di rifiuti di imballaggio: ridurne la quantità, limitare gli imballaggi non necessari e promuovere soluzioni di imballaggio riutilizzabili e ricaricabili. In secondo luogo, promuovere il riciclaggio di alta qualità (“circuito chiuso”): rendere tutti gli imballaggi sul mercato dell’Ue riciclabili in modo economicamente sostenibile entro il 2030. Infine, ridurre la necessità di risorse naturali primarie e creare un mercato ben funzionante per le risorse secondarie materie prime, aumentando l’uso di plastica riciclata negli imballaggi attraverso obiettivi obbligatori. L’obiettivo principale è ridurre i rifiuti di imballaggio del 15% entro il 2040 per Stato membro pro capite, rispetto al 2018. Ciò porterebbe a una riduzione complessiva dei rifiuti nell’Ue di circa il 37% rispetto a uno scenario senza modifiche della legislazione. Per favorire il riutilizzo o la ricarica, diminuiti drasticamente negli ultimi 20 anni, le aziende dovranno offrire una certa percentuale dei loro prodotti ai consumatori in imballaggi riutilizzabili o ricaricabili, ad esempio bevande e pasti da asporto o delivery. Ci sarà anche una standardizzazione dei formati degli imballaggi e una chiara etichettatura degli imballaggi riutilizzabili.

Timmermans: «Bisogna fare di più»

Per evitare gli imballaggi chiaramente non necessari, alcune forme di imballaggio saranno vietate, ad esempio imballaggi monouso per alimenti e bevande consumati all’interno di ristoranti e caffè, imballaggi monouso per frutta e verdura, mini-flaconi di shampoo e altri imballaggi mini negli hotel. Prevista anche la creazione di sistemi di restituzione obbligatoria per bottiglie di plastica e lattine di alluminio; mentre saranno definiti quali tipi – molto limitati – di imballaggi potranno essere compostabili in modo che i consumatori possano gettarli nei rifiuti organici. Ci saranno anche tassi obbligatori di contenuto riciclato che i produttori dovranno includere nei nuovi imballaggi di plastica  Le industrie di imballaggi monouso dovranno investire nella transizione, ma l’impatto complessivo sull’economia e sulla creazione di posti di lavoro nell’Ue è positivo, sostiene la Commissione. Si prevede che il solo potenziamento del riutilizzo porterà a più di 600 mila posti di lavoro nel settore entro il 2030, molti dei quali presso piccole e medie imprese locali. «So che in Italia moltissimo è stato già fatto sul riciclo. Vogliamo fare ancora di più, non di meno – ha commentato il vice presidente della Commissione europea, Frans Timmermans, presentando le nuove norme Ue sugli imballaggi – il riutilizzo non è in competizione con il riciclo. Abbiamo bisogno di entrambi gli strumenti come abbiamo bisogno di più impianti per il trattamento dei rifiuti. Nessuno vuole mettere fine alla pratiche di riciclo che funzionano bene o mettere in pericolo gli investimenti sottostanti. Se l’obiettivo è diminuire i rifiuti di materiale di imballaggio, e quindi anche il materiale di imballaggio usato, il riutilizzo degli imballaggi è chiaramente uno dei modi migliori per raggiungere questo obiettivo. Oggi stiamo finalmente stabilendo le condizioni per promuovere questa pratica in tutta Europa nei settori dove il riutilizzo ha senso» perchè «ha benefici ambientali maggiori del monouso».

Stretta sulle “plastiche bio”

«Per le plastiche biodegradabili occorre esercitare cautela: hanno il loro posto in un futuro sostenibile, ma devono essere limitate ad applicazioni specifiche per le quali i benefici ambientali e il valore per l’economia circolare siano comprovati». È quanto si legge nei documenti delle nuove norme Ue per gli imballaggi approvate dalla Commissione europea. «Le plastiche biodegradabili non dovrebbero in alcun modo essere considerate come un’autorizzazione a disperdere rifiuti. Inoltre le loro etichette devono indicare in quanto tempo, in che circostanze e in quale ambiente si biodegradano. I prodotti che corrono un rischio elevato di essere dispersi nell’ambiente, compresi quelli contemplati dalla direttiva sulla plastica monouso, non possono essere definiti o etichettati come biodegradabili», ha spiegato la Commissione. L’esecutivo Ue ha evidenziato che l’uso e la produzione di plastiche a base biologica, compostabili e biodegradabili sono in costante aumento e che, affinchè non aggravino fenomeni come l’inquinamento da plastica e la perdita di biodiversità, devono essere soddisfatte diverse condizioni. Per quanto riguarda la produzione delle plastiche a base biologica, la biomassa utilizzata «deve provenire da fonti sostenibili» e, per non ingannare i consumatori, «i produttori devono evitare definizioni generiche sui prodotti di plastica» e «specificare la quota esatta e misurabile del contenuto di plastiche a base biologica nel prodotto». Infine, «le plastiche compostabili a livello industriale dovrebbero essere utilizzate solo se presentano benefici ambientali, non incidono negativamente sulla qualità del compost e in presenza di un adeguato sistema di raccolta e trattamento dei rifiuti organici», ha puntualizzato l’esecutivo Ue. Gli imballaggi compostabili a livello industriale saranno consentiti solo per bustine da tè, capsule e cialde di caffè, adesivi per frutta e verdura e borse di plastica in materiale ultraleggero. «Concentrandosi esclusivamente sugli obiettivi di riutilizzo e sulle restrizioni arbitrarie agli imballaggi monouso – ha replicato la Europen, l’Organizzazione europea per l’imballaggio e l’ambiente – la proposta della Commissione europea rischia di andare contro gli obiettivi del Green Deal, riportando indietro le lancette dell’orologio del riciclo e compromettendo la funzionalità degli imballaggi nel proteggere i prodotti e prevenire i rifiuti».

30 Novembre 2022
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