Teatro Roma
10:31 am, 30 Novembre 22 calendario

All’Off/Off Theatre Pier Paolo Pasolini fra tre donne

Di: Redazione Metronews
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TEATRO Da domani a domenica4 dicembre, il palco dell’Off/Off Theatre accoglie l’omaggio a Pier Paolo Pasolini dal titolo Razza Sacra – L’ultimo processo a Pasolini, con Marco Vergani e Marina Remi protagonisti del progetto teatrale scritto da Mariano Lamberti e Riccardo Pechini.

Il rapporto di Pier Paolo Pasolini con le donne

Esiste un aspetto della vita di Pasolini, di vitale importanza, raramente indagato in profondità: il suo rapporto con le donne. Alcuni scatti fotografici sono ben impressi nell’immaginario collettivo (quel bacio così virile ed appassionato con Maria Callas, le passeggiate per i vicoli di Roma con Laura Betti…), ma ciò che il femminile ha rappresentato nell’esistenza e nella definizione umana e artistica di Pasolini, resta ancora un terreno poco esplorato.

La sua vita è stata accompagnata da donne di grandissimo spessore culturale (Fallaci, Morante, Bemporad…) e artistico (Silvana Mangano, Anna Magnani e ovviamente “Maria”). Donne legate a lui in maniera viscerale, travagliata, conflittuale o adorante, che Pasolini ripagava con un sentimento profondo, rivestendo le figure di padre, fratello maggiore e soprattutto figlio.

Pasolini con Oriana Fallaci e Maria Callas

Non c’è dubbio quindi che il femminile abbia inevitabilmente permeato la sua percezione del mondo. Esiste poi un femminile ancor più profondo, inesplorato, verso cui Pasolini si relazionava in maniera contraddittoria. Il disgusto per il grembo, il sangue e le viscere, (che gli rinfacciò Oriana Fallaci, quando il poeta le confessò di non riuscire a leggere il suo “Lettera a un bambino mai nato”), ma allo stesso tempo anche il trasporto incondizionato verso il femminile ferito e usurpato (anche se si tratta di figure straordinarie come Maria Callas o Silvana Mangano).

Susanna, la madre di Pier Paolo Pasolini

E poi, c’è Susanna. Sua madre. La donna che ha talmente permeato la vita di Pasolini  da assurgere per lui a Madonna (come nel suo Vangelo secondo Matteo), ad Amore così assoluto da divenire prigione. Una donna diversa da ogni altra. Provvista di carne e sangue (l’odore delle primule in fiore del suo cappotto, diventa memoria sensoriale in grado di rievocare nel poeta una passione lancinante) eppure meravigliosamente affrancata dal corpo che incombe materico e ingombrante in tutte le altre presenze nella vita di Pasolini. Una donna alla quale il poeta dedicherà versi così devastanti da  diventare enigmatici (“nella tua grazia, nasce la mia angoscia”). A quei versi lo spettacolo darà un’interpretazione inedita.

La storia di Razza sacra: un uomo e tre “streghe”

Un uomo si risveglia in un luogo buio che ricorda sinistramente un carcere. Si guarda intorno spaesato. Ricorda a malapena il proprio nome, Pierpaolo. Nessun altro indizio sulla propria identità o sul perché sia finito in quel posto. All’interno della cella, si palesa una bizzarra figura femminile che inizialmente lui non riconosce: Laura Betti.

Come una sorta di folletto o meglio di strega curandera, la donna lo spinge a ricordare un misterioso avvenimento di cui Pierpaolo ha cancellato ogni memoria.

Il superamento dell’amnesia avverrà rivivendo alcuni momenti trascorsi con tre figure chiave di donna della sua vita. Con Maria Callas sulla spiaggia di Grado, con la Fallaci in un albergo di New York e con Silvana Mangano sul set de Le streghe, da lui stesso diretto.

Si tratta di episodi solo apparentemente biografici, poiché le tre donne abbandoneranno le loro spoglie umane per rivelare la loro intima natura di streghe, facendosi emissarie di quella forza primordiale, selvaggia ma anche rigeneratrice del femminile, in grado di condurre Pierpaolo al compimento di uno scioccante atto catartico che cambierà il suo destino.

30 Novembre 2022
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