Ucraina, petizione delle madri russe: «Basta guerra»
UCRAINA Un gruppo di madri di soldati russi si è unito a un’associazione di attiviste per chiedere il ritiro delle truppe di Mosca dall’Ucraina, lanciando una petizione online. La campagna, organizzata dal gruppo Resistenza femminista russa contro la guerra, coincide con la festa della mamma che in Russia si celebra l’ultima domenica di novembre.
La petizione online su Change.org
La petizione è pubblicata su Change.org ed è indirizzata ai parlamentari delle commissioni competenti della Duma di Stato e del Consiglio della Federazione. L’iniziativa ha già raccolto, nelle prime ore dal suo lancio, oltre 1.500 adesioni.
La Resistenza delle madri russe contro la guerra
«Da nove mesi va avanti la cosiddetta “operazione militare speciale”, che porta distruzione, dolore, sangue e lacrime – si legge nella petizione -. Tutto ciò che accade in Ucraina e in Russia preoccupa i nostri cuori. Indipendentemente da nazionalità, religione o stato sociale, noi madri della Russia siamo unite da un desiderio: vivere in pace e armonia, crescere i nostri figli in un ambiente pacifico cielo e non aver paura per il loro futuro».
«In molte regioni le famiglie dei mobilitati hanno dovuto provvedere autonomamente alla raccolta dell’equipaggiamento per i propri uomini da mandare a morire, comprando tutto a proprie spese, anche i giubbotti antiproiettile – denuncia la petizione -. Chi provvederà alle famiglie che hanno perso i loro capifamiglia? Conosciamo la risposta – tutte queste difficoltà saranno un peso aggiuntivo sulle spalle già sovraccariche delle madri!».
L’incontro di 17 madri di soldati russi con Putin
La campagna, organizzata dal gruppo Resistenza femminista russa contro la guerra, prende corpo a due giorni di distanza dall’incontro di 17 mamme di soldati russi con il presidente Putin, avvenuto nella sua residenza di Novo-Ogarevo fuori Mosca. In quell’occasione diverse donne si erano presentate indossando un velo nero a indicare apparentemente un recente lutto.
A loro Putin aveva detto di «condividere» il dolore di chi ha perso un figlio in battaglia.
«Faremo di tutto affinché non vi sentiate dimenticate, faremo tutto il possibile perché sentiate una spalla accanto a voi», aveva promesso il presidente, raccontando di aver personalmente telefonato ad alcuni militari al fronte.
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