Ischia tra abusivismo, cambiamenti climatici e cura del territorio
NAPOLI Mentre proseguono senza sosta le operazioni di soccorso a Ischia nel tentativo di salvare vite umane, rintracciare i dispersi e recuperare corpi travolti dall’ondata di fango nata dalla frana della montagna, iniziano i primi j’accuse. Da una parte i politici che si scagliano contro l’abusivismo edilizio, dall’altra tutti coloro che puntano il dito contro i cambiamenti climatici: in sei ore sono caduti 155 mm di pioggia.
Mario Tozzi: «Il cambiamento climatico c’entra, il resto è colpa nostra»
Il geologo Mario Tozzi è nel mezzo: «Il cambiamento climatico c’entra di sicuro – afferma – ci sono piogge più consistenti, ovvero più acqua in meno tempo. E questo è un elemento importante di cui tener conto. Ma non nascondiamoci: tutto il resto è colpa nostra. C’è degrado, ci si preoccupa del profitto, della stagione turistica e non della cura del territorio. Non c’è cura e manutenzione del territorio, e senza è tutto inutile».
«Non dimentichiamo la cultura del territorio non solo a Ischia»
Per l’esperto, «in passato anche con precedenti governi sono state fatte cose buone, come quelle di recuperare denari come sei o sette miliardi per il dissesto idrogeologico ma poi, tranne che per due opere, i denari non sono stati spesi. Allora di cosa parliamo? Manca una cultura del territorio, ci vuole una conoscenza maggiore. Tutte cose che a Ischia, sanno bene ma si dimenticano».
«La manutenzione non va fatta a primavera o in autunno – ha concluso Tozzi – ma sempre, tutto l’anno. La burocrazia? C’entra, soprattutto quando sappiamo che per abbattere un edificio abusivo e pericoloso ci vogliono anche otto anni. Ma non dimentichiamo che queste cose sono in capo ai sindaci…».
Tommaso Moramarco: «L’urbanizzazione ha devastato il territorio»
Più netta, invece, la posizione espressa da Tommaso Moramarco, direttore dell’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irpi): «A Ischia c’è un’urbanizzazione che ha colpito e devastato tutto il territorio». La tragedia provocata nell’isola dall’ondata di maltempo quindi «non è legata solo al cambiamento climatico ma riguarda anche la cura del territorio».
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