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L’appello dell’Anpi: «Fermate i concerti neonazisti»
Fermate il corteo e il concerto dei neonazisti. È l’appello lanciato dall’Anpi provinciale di Milano al sindaco di Milano, Giuseppe Sala, e a tutti i sindaci degli altri Comuni lombardi. Per l’associazione, infatti, nei prossimi giorni sarebbero in programma diversi appuntamenti e manifestazioni di stampo neo fascista.
«Chiediamo al sindaco di Milano e ai sindaci dei Comuni della Lombardia di impedire che tali ignobili manifestazioni si possano effettuare nei propri territori e di non concedere assolutamente spazi pubblici – scrive in una nota il presidente Roberto Cenati – . Chiediamo, inoltre, alle pubbliche autorità di vietare la manifestazione preannunciata per il prossimo 4 dicembre da Lealtà e Azione, insieme ad altre realtà di ispirazione sovranista che, prendendo a pretesto la mobilitazione contro la guerra, vogliono sfilare a Milano».
Tra gli appuntamenti per i quali l’Anpi lancia l’allarme c’è poi il concerto del 19 novembre in luogo tenuto ancora nascosto dagli stessi organizzatori, ma certamente in Lombardia. «Ad esibirsi – prosegue Cenati – saranno i Katastrof che nel loro stesso logo riproducono una svastica con a fianco un teschio. Una delle loro canzoni è dedicata a Erich Priebke. La seconda band – prosegue la nota dell’Anpi – porta il nome di Nessun pentimento ed è formata da elementi provenienti da Onda Nera e dalla lucchese Nessuna Resa. Anche questa band esalta i soldati che difesero il bunker hitleriano a Berlino e gli aviatori giapponesi».
Con questo concerto, aggiunge l’Anpi, «si prospetta l’arrivo di neonazisti da altri Paesi. Un avvenimento che ricorderebbe ciò che è già accaduto a Milano nel 2016, quando proprio il 19 novembre calarono sulla città di Milano più di seicento teste rasate provenienti da Inghilterra, Spagna, Francia, Germania e Olanda – conclude Cenati -. Nell’anno in cui ricorre il nefasto centenario della Marcia su Roma e dell’avvento al potere del fascismo, Milano, capitale della Resistenza e la nostra Regione non possono subire questi ulteriori vergognosi oltraggi».
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